Il vino e le bottiglie di vetro
Siamo tutti abituati ad acquistare il vino in una bottiglia in vetro, un’associazione automatica e familiare che da sempre ci accompagna ogni volta che vogliamo degustare questa splendida bevanda. Così familiare che forse mai ci siamo chiesti perchè il vino è venduto in bottiglia?, e perchè contiene sempre 0.75l di vino? o perchè ha quella forma?, ecc.. Una serie di domande a cui quest’articolo cercherà di darvi risposta.

La storia della bottiglia di vetro
Quello a cui noi oggi siamo abituati come contenitore del vino, cioè la bottiglia di vetro, è il frutto di una lenta evoluzione storica. Partendo dai Fenici, che circa 3000 anni fa, cominciarono a produrre i primi manufatti in vetro, ci sono voluti molti secoli prima di arrivare al concetto di bottiglia di vetro. Stranamente infatti, le bottiglie di vetro furono introdotte solo nel XVIII secolo come uso comune per recipienti di liquidi, tra cui anche il vino. Piuttosto recentemente se si pensa a quanti secoli sono passati dall’invenzione del vetro. Per tutti questi secoli il vino infatti fu sempre conservato e venduto in recipienti come le anfore, le otri e le botti.

Non esiste la certezza assoluta al riguardo, ma sembrerebbe che il termine bottiglia derivi dal diminutivo “butticula” della parola latina “butti” che significa barile, da cui botte appunto. Molto probabilmente la forma delle prime bottiglie non doveva differire di molto da quele delle attuali botti.
Con il passare del tempo, le bottiglie essendo di più piccole dimensioni, erano molto più maneggevoli delle botti, e si potevano utilizzare con le mani. Quindi dapprima assunsero la forma sferica a cipolla (tipo fiasco) e poi via via si allungarono formando dapprima la borgognotta, e poi infine tutte le altre forme a noi più note come la bordolese, la champagnotta, la renana, ecc,

Per quanto riguarda l’introduzione delle bottiglie di vetro per il vino, la dobbiamo al re di Francia, Luigi XV che ne autorizzò la commercializzazione nel 1728. Infatti fino ad allora gran parte del vino veniva venduto all’interno di botti di legno. Tale scelta era stata comoda per quanto riguarda le osterie, che ne facevano un grande consumo, attingendone un po’ per volta a richiesta dei clienti. Ma con l’avanzare dei tempi e le nuove esigenze di mercato, fu sempre più allettante la possibilità di vendere al dettaglio il vino, come in una bottiglia, favorendo inoltre sia la vendita che il trasporto.

Le bottiglie da sferiche divennero via via sempre più cilindriche, questo favorito anche dalla meccanizzazione della produzione di bottigle e del loro imbottigliamento. Infatti le bottiglie cilindriche possono più facilmente essere assemblate insieme. In seguito, nelle bottiglie cilindriche fu introdotto il fondo concavo, aumentando notevolmente la stabilità della bottiglia.
Perchè di vetro?
Ma allora, perchè non la plastica? Questa è un materiale più leggero, più economico e più resistente alla rottura. Bene, anche se il vetro richiede un processo di fabbricazione più complesso che implica maggiori costi, è l’unico materiale che garantisca una perfetta conservazione della qualità del vino nel tempo, cosa che invece le materie plastiche non fanno.
Il vetro è un materiale duro, indeformabile (anche se purtroppo fragile), trasparente (permette di vedere all’interno il liquido) ed inoltre è molto resistente a fattori esterni, come acqua, luce, ed è inerte praticamente quasi a tutti gli agenti chimici.

Il vetro viene prodotto da una massa fusa di silicati e borati (con aggiunta di alcuni minerali per la colorazione o per renderlo meno trasparente alla luce) che da fluido a 1000°C passa a diventare sempre più viscoso fino a 400°C, quando diventa un materiale malleabile e lavorabile che permette di plasmare le bottiglie in differenti forme, tramite diversi procedimenti meccanici.
Perchè le bottiglie di vino sono da 750 ml?
Abbiamo visto che all’ininzio le bottiglie venivano preparate artigianalmente e avevano forme diverse. Venivano quidni prodotte con tutti volumi diversi. Ad un certo punto, le bottiglie di vetro sono entrate ufficialmente nel mercato del vino, sostituendo le botti di legno versola fine del XVIII secolo. In quel periodo, uno dei più grandi consumatori di vino, e soprattutto non produttore era l’Inghilterra. Nel resto di Europa si usavano i litri, specialmente nei paesi produttori di vino, mentre l’Inghilterra, il principale acquirente, utilizzava i galloni imperiali. Bene, 6 bottiglie di vino da 750 ml corrispondono ad un gallone inglese (4.5 litri). Ecco anche perchè il vino si vende a casse, ed una cassa contiene 6 bottiglie di vino.
L’impatto della bottiglia nel mondo del vino
L’introduzione della bottiglia di vetro nel mondo del vino ha portato ad una grande rivoluzione, riportando la commercializzazione ed il consumo di vino in auge come al tempo degli antichi Romani. Inoltre l’introduzione dei contenitori di vetro ha portato ad un’altra grande rivoluzione nel mondo del vino…..se non ci fosse stata una bottiglia di vetro… lo champagne non sarebbe mai esistito! Nella spumantizzazione, l’importanza della bottiglia di vetro è fondamentale: è grazie alla seconda fermentazione che avviene in bottiglia che si crea l’effervescenza.

Un’altra rivoluzione è stata quella di migliorare i processi di conservazione del vino: le bottiglie possono essere meglio trasportate e poste a strati nelle cantine, invecchiando in buone condizioni. Le singole bottiglie hanno inoltre portato avanti il concetto di etichetta, permettendo ai produttori di produrre diverse tipologie di vino, che a loro volta possono essere gustate in piccole quantità e a periodi diversi, senza mai dover compromettere un’intera botte di vino.
I colori delle bottiglie nel vino
Ecco i colori del vetro più utilizzati per le bottiglie
- Nero e Topazio scuro: utilizzato per i vini generosi
- Ambra scura: utilizzato sia per i rossi che per i bianchi speciali
- Ambra: utilizzato per le bottiglie di birra e determinati vini rossi o bianchi
- Verde: molto comune nel vino, specialmente per quelli rossi, essendo questo colore anti UV
- Semibianco: molto apprezzato per brandy e liquori, così come vini bianchi e rosati
- Incolore e trasparente: utilizzato per vini bianchi e rosati e per distillati di anice
- Extrachiaro con tonalità verde: impiegato per acque minerali
Il colore delle bottiglie è un compromesso tra la bellezza della trasparenza del vetro, che permette di esaltare il vino all’interno, e la protezione contro gli effetti negativi della luce. Infatti sappiamo tutti quanto è importante commercialmente esaltare i colori di un vino, maggiormente se questo è brillante e vivace. Ed infatti per vini rosati (che dovrebbero essere i più brillanti) ed i passiti si tende ad usare vetro incolore e trasparente. Mentre poi passando ai vini bianchi e poi ai rossi, si tende a scurire sempre più la bottiglia di vino, per incrementare la protezione dalla luce solare. Molto scure, o nere, saranno quelle bottiglie che dovranno garantire lunghi tempi di affinamento in bottiglia, come i rossi ed i bianchi speciali.

Le forme delle bottiglie
Nonostante la diffusione delle bottiglie cilindriche, molte di queste hanno conservato forme particolari che si contraddistinguono per la loro regione di origine. Ecco gli esempi più famosi.

La bottiglia alsaziana prende il nome dall’Alsazia, una delle regioni più vocate al vino in Francia. Ha una forma allungata e priva di spalla, rendendola adatta a vini che non formano depositi. Utilizzata molto per i vini bianchi prodotti in regione.

La bottiglia renana, o flauto, prende il nome dalla zona del Reno, in Germania, dove si ha una grossa produzione di vino. Molto simile alla bottiglia alsaziana, differisce per essere più alta e slanciata. Anche qui, la mancanza di spalla la rende adatta eor vini che non lasciano depositi.

La bottiglia bordolese prende il suo nome dalla territorio della città di Bordeaux in Francia, in cui si produce l’omonimo vino.

La bottiglia bordolese a spalla alta è una derivazione da quella classica, con una forma a maggiore eleganzna adatta per vini rossi più raffinati.

La bottiglia borgognotta, o borgognona, prende il nome dalla regione Borgogna in Francia, molto famosa per i vini prodotti. Simile all’albeisa si differenzia per l’inclinazione della spalla.

La bottiglia albeisa prende questo nome da Alba, una città delle Langhe, una zona molto famosa per la produzione di vini come il Barolo ed il Barbaresco. Molto simile alla borgognotta, differisce per una spalla più pronunciata. Fu introdotta agli inizi del Settecento dai produttori albesi per contraddistinguere i propri vini.

La bottiglia Champagnotta prende il nome dalla zona Champagne e viene prodotta esclusivamente per spumanti Metodo Classico e Champagne. Il vetro di questa bottiglia ha uno spessore maggiore rispetto alle altre, in quanto deve reistere ad una maggiore pressione esercitata dal vino.

La bottiglia marsalese viene utilizzata per la conservazione del Marsala.

La bottiglia Porto utilizzata per tutti i vini liquorosi iberici come il Porto e lo Sherry.
Altre forme storiche italiane
Un esempio di forma arcaica di bottiglia di vino, è il fiasco. Dalla forma tondeggiante, conteneva, a differenza delle altre bottiglie, 1.5 litri di vino. Originalmente veniva prodotto artigianalmente per soffiatura del vetro, da qui la forma tondeggiante, ed era generalmente di foramto da vetro di sottile spesssore, di colore bianco o verde. Essendo privo di piede, il fiasco veniva sorretto e rivestito da un rivestimento di paglia intrecciata che finiva con una base ad anello. Il rivestimento di paglia proteggeva inoltre il fiasco dagli urti e peretteva anche di poterlo appendere tramite cordame. Oggi una produzione artigianale è praticamente anticommerciale, inotlre la sua forma tondeggiante ne impediscono lo stoccaggio, portando questa forma di bottiglia al graduale abbandono.

Altra forma simile è la pulcianella, che prende il nome da Montepulciano, città toscana in provincia di Siena famosa per il suo vino. In queste particolari bottiglie di vino, le famiglie nobili inviavano il vino alla Corte Pontificia.

Infine merita una citazione la particolare forma ad anfora della bottiglia di Verdicchio dei Castelli di Jesi della cantina Fazi Battaglia, e progettata nel 1954 dall’Ing. Antonio Maiocchi.
Il nome delle bottiglie per volume
Oltre che per variare di forma, le bottiglie cambiano di nome anche a seconda del loro volume. Siamo tutti abituati alla classica bottiglia da 750ml, ma in realtà esistono bottiglie di molti volumi, ognuna con un nome davvero particoalre. Vediamo insieme questi nomi.
- Magnum 1.5 litri
- Jéroboam 3 litri
- Rhéoboam 4.5 litri
- Mathusalem (Matusalemme) 6 litri
- Salmanazar 9 litri
- Balthazar (Baltazarre) 12 litri
- Nabucodonosor 15 litri
- Melchior (Melchiorre) 18 litri

Esitono anche bottiglie di formato più piccolo rispetto al classico 750ml, come per esempio la mignonette, una bottiglia in vetro molto piccola da 0.200 l e che deve il suo nome alla parola francese mignon.