Villa Matilde
Campania – Cellole (Caserta)
S.S. Domitiana, 18 – 81030 Cellole (CE). Tel (+39) 0823 932088. Web: villamatilde.it
Durante la giornata di Cantine Aperte 2018 di sabato 26 Maggio, sono andato a visitare uno dei produttori di vino più rappresentativi della Campania: Villa Matilde. Questa villa si trova sulla via Domiziana a poche centinaia di metri dal mare, nel cuore dell’Ager Falernum, una delle zone più vocate al vino, che nel periodo dell’antica Roma produceva alcuni tra i migliori vini dell’Impero Romano. Oggi Villa Matilde vuole riproporre questi vini, in parte con il Falerno di Massico DOC ed in parte con il Cecubo, un vino rosso storico.

Villa Matilde
Le tenute di Villa Matilde
Insieme a Villa Matilde con i vigneti di Parco Nuovo ci sono anche altre tenute che sono entrate a far parte dell’azienda, come le Tenute di San Castrese, che si trovano non molto lontano dalla villa e più precisamente sulle pendici del vulcano spento di Roccamonfina. In provincia di Avellino, nell’Irpinia vi sono le Tenute di Altavilla, dove vengono prodotti i grandi classici DOCG della Campania come il Taurasi, il Fiano di Avellino ed il Greco di Tufo. Ed infine le Tenute di Rocca dei Leoni, dove vengono prodotti vini come il Sannio DOC ed Taburno DOC.

Villa Matilde e le altre tenute nella Campania
Filmato di Villa Matilde sul Canale YouTube
Sul canale YouTube di Vivi il Vino vi è un filmato su Villa Matilde con ulteriore materiale.
Passeggiando per Villa Matilde
Dalla via Domitiana si accede direttamente a Villa Matilde. Una volta parcheggiata la macchina in un ampio parcheggio si entra all’interno della villa, un complesso di edifici circondati da verdi giardini e con uno sfondo di ettari di vigneti, cioè la tenuta di Parco Nuovo. Il tutto è molto ben curato e l’atmosfera è davvero gradevole. Siamo stati accolti da un bellissimo brindisi di benvenuto.

L’accoglienza e la cordialità del personale
Durante il brindisi viene servito il Falafesta, un vino spumante prodotto con il metodo Charmat, ottenuto interamente da uve falanghina. Questo spumante è davvero notevole, risulta infatti in bocca molto fine dato che ho trovato le bollicine molto fini, persistenti e gradevoli al palato, caratteristica ben rara in uno spumante charmat.

Falafesta – Spumante charmat di Falanghina
Mentre si attende per andare a pranzo o nell’attesa di un appuntamento per una degustazione di vini, è possibile passeggiare all’interno di Villa Matilde. Avvicinandosi ai vigneti di Parco Nuovo dietro la villa vi è una zona in cui si possono ammirare degli animali da fattoria, in particolare asini e caprette.

All’interno della villa si possono trovare animali da fattoria
Villa Matilde è molto attrezzata per quanto riguarda la ristorazione offrendo alti livelli di servizio per tutto l’anno. Durante le giornate fredde si utilizzano due sale, la saletta Eleusi che è un ambiente raccolto intorno ad un caldo camino in cui vengono preparate anche le pietanze (circa 45 coperti) ed la sala Falerno, una grossa sala (circa 100 posti) in cui è presente un grosso camino a riscaldare l’ambiente, una sala adatta per grandi feste ed occasioni.

La sala Falerno
Se invece ci si trova a Villa Matilde nelle calde giornate, non c’è niente di meglio che sedersi a tavola all’esterno mentre si è circondati dal verde della natura.

Moltissime aree all’esterno possono essere adibite al servizio di ristorazione
Quindi dopo una passeggiata per Villa Matilde, si rimane ammaliati per l’estrema cura dei particolari, la finezza degli ambienti pur conservando quegli aspetti rurali che rendono l’ambiente caldo e familiare. Devo dire che sono rimasto sorpreso, dato che questa struttura si è rivelata davvero ad altissimi livelli nella cura a 360 gradi dei visitatori. Infatti la struttura oltre che a ristorazione e cantina, offre anche l’opportunità di in camere con tutti i comfort ma nel pieno relax del verde e della natura, affacciandosi direttamente sui vigneti di Parco Nuovo. Non c’è niente di meglio che assistere alla sera al tramonto standosene tranquillamente seduti in mezzo ad un vigneto.

I vigneti di Parco Nuovo
Visita ai vigneti della Tenuta San Castrese
Nel programma della giornata, vi è anche la visita ai vigneti di produzione dell’azienda Villa Matilde. Con un fuoristrada siamo stati accompagnati direttamente dalla Villa alla Tenuta San Castrese, a pochi chilometri di distanza. Questa tenuta è composta da un’ampia estensione di territorio, adibito prevalentemente a vigneti, posto sulle pendici del vulcano spento di Roccamonfina.

Tenuta San Castrese con il vulcano di Roccamonfina sullo sfondo
E’ da questo territorio, che si producono i migliori vini della Cantina Villa Matilde. I vigneti infatti qui godono non solo di un’ottima esposizione, protetti dalle montagne circostanti dai venti freddi e soggetti ad una lieve brezza marina, ma anche di un suolo vulcanico ricco di oligo-elementi. Il tutto riesce così ad esprimere al meglio, con un suo particolare terroir, i vini Falerno del Massico DOC.

I vigneti di Falanghina della Tenuta di San Castrese
I vitigni allevati sono quelli autoctoni del territorio, tra i vitigni a bacca bianca abbiamo il Falanghina e tra quelli a bacca rossa il Piedirosso e l’Aglianico. Sono infatti questi i vitigni tradizionali con cui si vuole far rivivere l’antico vino Falernum. Tra i vigneti della Tenuta San Castrese, vi sono poi due particolari cru, che tra tutti producono vini di estrema qualità: la vigna Caracci con il Falanghina e la vigna Camarato con l’Aglianico. Queste cru infatti trovano (non tutti gli anni) espressione in due particolari vini che portano lo stesso nome:
- Falerno del Massico DOC Bianco Vigna Caracci
- Falerno del Massico DOC Rosso Vigna Camarato
e che conosceremo meglio nel corso della degustazione.

la cru Vigna camarato delle Tenute San Castrese
Visita in Cantina
Dopo la visita nei vigneti delle Tenute di San Castrese, siamo ritornati a Villa Matilde dove siamo stati invitati poi a vedere le cantine. Durante la visita abbiamo visitato sia la bottaia, dove il vino viene lasciato ad affinare in legno, con botti di rovere. Le barrique vengono utilizzate per tre anni, in cui un terzo del vino viene posto in botti nuove, un terzo in botti già usate una volta, ed un terzo in botti già usate due volte.

La bottaia della cantina Villa Matilde
Poi interessante, sono anche le anfore, in cui viene effettuato anche qui un affinamento del vino bianco. Infatti parte del vino bianco Falanghina viene affinato in queste anfore e poi mescolato con quello affinato normalmente. Questo viene fatto nelle anfore grandi. Mentre ci sono delle anfore più piccole che sono state realizzate per riprodurre nel modo più fedele possibile il vecchio Falernum, utilizzando delle terrecotte particolari rivestite internamente di cera d’api. Il vino prodotto da queste anfore ha scopo sperimentale ed ha prodotto vini molto fruttati ed interessanti.

Affinamento in anfora
Infine, sempre nella cantina di Villa Matilde, si visita la stanza dove viene effettuata la presa di spuma per lo spumante Metodo Classico. E’ veramente interessante vedere in prima persona come viene effettuato il remuage, ed ascoltare le spiegazioni sulle varie procedure da seguire per ottenere un ottimo spumante Metodo Classico.

La spumantizzazione del Metodo Classico viene fatta nelle cantine di Villa Matilde.
L’azienda Villa Matilde produce infatti due spumanti Metodo Classico:
- Mata Bianco, Spumante Metodo Classico VSQ Brut, ottenuto da uvaggio Falanghina al 100%
- Mata Rosè, Spumante Metodo Classico VSQ Brut, ottenuto dalla spumantizzazione in bianco dell’Aglianico.

I lieviti vengono fatti lentamente depositare sul tappo sfruttando l’inclinazione della bottiglia.
Degustazione abbinamento cibo-vino
Nel programma della giornata sono stati proposti durante l’ora di pranzo una serie di portate con abbinamento cibo-vino. Ottima occasione sia per gustare l’ottima cucina di Villa Matilde, sia per poter degustare i vini dell’azienda proposti. In questo articolo vi voglio proporre due abbinamenti che mi hanno colpito maggiormente.
Primo abbinamento:
- Sformatino di piselli e ricotta di bufala
- Falanghina Roccamonfina IGP Rocca dei Leoni 2016

Falanghina Roccamonfina IGP e sformatino di piselli e ricotta di bufala
Il vino Falanghina Roccamonfina IGP si presenta di un colore giallo paglierino tenue, cristallino. Lievi e delicati gli aromi floreali al naso, si lasciano in bocca sfumare da note leggermente fresche e vivaci. Retrogusto leggermente amaro e vegetale tipico del Falanghina. Un vino dalla lieve presenza se bevuto da solo, ma che in abbinamento al piatto tira fuori tutto il suo essere. Gli equilibri in bocca prendono posto arricchendo entrambi in modo davvero sorprendente. La tendenza dolce della ricotta e soprattutto dei piselli esalta la sapidità del vino, in cui le note minerali prendono finalmente evidenza. Sapidità che insieme alla freschezza del vino vengono perfettamente equilibrate dalla morbidezza dello sformato. Il sapore dei piselli pur essendo delicato trova una uguale intensità nel retrogusto amaro del vino, ed insieme si sommano divenendo intensi. Una sinergia perfetta in un abbinamento perfetto…dopo pochi secondi si ha la bocca pulita e la voglia di assaporare un altro po’ di sformatino ed un altro sorso di Falanghina.
Secondo abbinamento:
- Paccheri di Gragnano con zucchine, fiori di zucca e provola affumicata
- Falerno del Massico bianco DOP 2016

Secondo abbinamento
Il primo piatto viene invece accompagnato da un vino Falerno del Massico Bianco DOP 2016. Il vino si dimostra già alla vista più importante. La colorazione giallo paglierino è intensa e vivace. Al naso non vi sono dubbi, in questo vino il Falanghina esprime al meglio il suo terroir come Falerno. Oltre alle note floreali gialli intense ma nette, si sentono fiori di campo, la ginestra, le margherite, vengono poi percepite note fruttate e agrumate. Frutta fresca e gialla come pesche e arance gialle rendono questo vino abbastanza complesso. In bocca, gli aromi sono coerenti con quanto descritto, inoltre sapidità e freschezza sono ben espresse. Una volta bevuto il vino, dopo qualche secondo la mineralità cede il passo a note vegetali, lievemente amare che ricordano il muschio.
Per quanto riguarda l’abbinamento con il cibo, anche qui l’abbinamento è ottimo. Le zucchine ed i fiori di zucca sono la scelta perfetta per questo vino. Le note vegetali amare giocano sulla stessa intensità e si compensano equilibrandosi con il formaggio della pasta. La tendenza dolce del piatto e la succulenza poi si abbinano perfettamente con la sapidità e la freschezza evidente di questo vino. Anche le persistenze sono sulla stessa lunghezza. Un gioco perfetto, da valorizzare ancora di più per gli ingredienti del piatto che vanno a valorizzare ancora di più la tipicità del territorio insieme al terroir del vino.
Degustazione DUE TERRE A CONFRONTO IN GRANDI ANNATE
Infine nel pomeriggio, sempre a Villa Matilde si è tenuto un laboratorio di degustazione intitolato “Due Terre a Confronto in Grandi Annate“.
In questo evento sono stati messi a confronto e degustati alcuni vini d’annata, tutti prodotti dall’azienda Villa Matilde e che rappresentano la storia ma anche l’anno e più precisamente:
- Fiano di Avellino DOCG Tenute di Altavilla 2010
- Vigna Caracci Falerno del Massico Bianco DOC 2008,
- Vigna Camarato Falerno del Massico Rosso DOC 2007
La degustazione è stata fatta in presenza di Maria Ida Avallone, che insieme al fratello, mettono ogni giorno tutta la loro passione nella azienda. Passione che si può intravedere immediatamente nello sguardo e nelle parole durante la degustazione dei suoi vini, dalla cura minuziosa di tutti gli aspetti di Villa Matilde, nella scelta dei piatti e dei vini da presentare.
Come da sempre ho riportato in Vivi il Vino, solo la passione e l’esperienza portano a grandi vini, e queste le ho trovate a Villa Matilde. Quindi trovo importante scrivere in questo articolo tutti gli aspetti ed i valori trasmessi dalla azienda e dalle persone che la guidano, come Maria Ida Avallone.

Maria Ida Avallone durante la degustazione
Falerno del Massico Bianco DOC 2008 – Vigna Caracci
Vino d’eccellenza, dal colore dorato trasparente e cristallino. Al naso risulta molto complesso, con moltissime note di fiori gialli maturi, estivi. La ginestra è forte, netta, a seguire poi note di camomilla e di miele millefiori. Anche le note fruttate gialle qui sono molto mature, quasi passite. Ricordano l’uva sultanina, la pesca bianca sciroppata, e gelatine di arancia ricoperte di zucchero. Le note minerali sono ben percepibili al naso, che ricordano la spuma bianca del mare. Infine note vegetali di fieno, con sfondi di pepe bianco, zenzero secco chiudono il già ricco bouquet. In bocca risulta morbido, sapido il tutto reso vivace e piacevole da una freschezza ancora presente che sembra rendere eterno questo vino. Un vino bianco che quindi sa invecchiare bene ed esprimere nella sua maturità un essere Falanghina diverso da quello a cui siamo abituati. Un Falanghina più longevo, più maturo, più importante rispetto a quelli prodotti in altre parti della Campania.
Fiano di Avellino DOCG Tenute di Altavilla 2010
Il Fiano di Avellino di Villa Matilde è un re, e come ogni sovrano merita rispetto e devozione. Il Fiano è un vino Nobile e qui rappresenta benissimo la sua nobiltà. Il colore dorato intenso, vivace, brillante lo rende simile ad oro liquido. Consistente, già rilascia il suo profumo dal bicchiere. Qui le note di miele, tabacco bianco, fiori gialli, noci, nocciole, frutta secca, margherite gialle, rose, frutta candita, si susseguono e si alternano insieme a moltissimi altri sentori, da percepire lentamente. Un vino che richiede molto tempo nell’essere degustato, ampio nei sentori. In bocca è morbido e fresco. Non ha la stessa sapidità del vino precedente, ma una nota minerale bianca più lieve. Vino molto fine, armonico, dalla lunga persistenza in bocca. Un gioiello nobile di un Fiano ancora oggi poco valutato e compreso.
Falerno del Massico Rosso DOC – Vigna Camarato 2007
Con l’Aglianico invecchiato si gioca in tutt’altro campo. Abbandonati i vini bianchi, si passa ad un vino robusto, intenso, di carattere e di corpo, con tutti gli aspetti tipici dell’Aglianico, ma leggermente addolcito da una piccola parte di Piedirosso: il Falerno del Massico Rosso DOC. Il piedirosso gioca in questo vino un ruolo importante, funge infatti da mediatore tra degustatore e aglianico. L’aglianico è un vino che rimane chiuso, anche per esemplari maturi come questo vino, e la presenza del piedirosso lo rende più ‘accessibile’ senza coprirne le sue caratteristiche.
Il colore granato con riflessi rubini è ancora pieno di vigore, i bordi sono ancora vivi e gli archetti altissimi. Al naso sono moltissimi i sentori: le note di frutta di bosco rossa in confettura, rosa nera quasi secca, tabacco, liquirizia, note tostate come cacao e nocciola, note vegetali come sottobosco, e così via… in bocca la corposità trova forma in una certa morbidezza, equilibrata perfettamente da una tannicità ancora presente ma gradevole. In complesso la freschezza ancora presente rende questo vino più equilibrato, armonico. Un vino forte e di personalità dalla lunghissima persistenza, una personalità ed una maturità tipica dei migliori vini Aglianico, che rimane comunque più apprezzabile grazie all’intermediazione del Piedirosso.
Quasi quindici anni fa con un mio amico venuto dalla Francia decidemmo di comprare del vino a Villa Matilde su via Domiziana chiedemmo ma una persona in malo modo ci disse che vendeva solo all’ingrosso sono di Napoli e da 35 anni vivo a Sessa Aurunca ormai era giunta l’ora di provare il vino del luogo e comprare una diecina di litri; niente! Quasi cacciati via .Quando capita compro vino .bio oppure Rapitala’ o opto per vino francesi