Ansonica Costa dell’Argentario DOC
Vitigno: Ansonica
La denominazione Ansonica Costa dell’Argentario DOC indica una particolare tipologia di vino ottenuto da uve Ansonica coltivate nei comuni di Manciano, Orbetello e Capalbio, l’Isola del Giglio e il Monte Argentario tutti situati in provincia di Grosseto.

Tipologia di Vino
Ansonica Costa dell’Argentario DOC: Ansonica min 85%. Possono concorrere altre varietà a bacca bianca idonee alla coltivazione fino ad un max 15%.
Caratteristiche pedo-climatiche del territorio
L’area di produzione è costituita da rilievi di bassa e media collina a pendenza media e alta. I terreni sono caratterizzati da formazioni prevalentemente calcaree, anidritiche e gessose, la cui quota media è di 128 m sul livello del mare con una pendenza del 11%. A sud di Capalbio si rinvengono terrazzi e ripiani di bassa quota a debole pendenza, su depositi alluvionali a granulometria mista e sedimenti marini sabbiosi, la cui quota media è di 97 metri sul livello del mare. Il promontorio del Monte Argentario e l’Isola del Giglio sono formati quasi interamente da un plutone granitico con piccole aree calcaree, ove prevalgono rocce come serpentini, calcari o scisti, con quote medie di 250 metri sul livello del mare e pendenze elevate.

Il clima dell’area è di tipo mediterraneo caratterizzato da una percentuale molto alta di giornate di sole, con temperature miti e precipitazioni disordinate ma generalmente scarse, seppur talvolta anche di elevata intensità, concentrate nei periodi autunnali-invernali. La temperatura media oscilla intorno ai 16°C e le precipitazioni intorno ai 630 mm l’anno. Nella primavera soffiano venti di Scirocco e di Libeccio, carichi di salsedine mentre nell’estate soffia il Maestrale che invece è asciutto, regolando di fatto la temperatura.

Storia della DOC
In quest’area esistono testimonianze della coltivazione della vite che risalgono al periodo etrusco, greco e romano. La città etrusca di Cosa, nella parte meridionale della zona di produzione, l’area di Poggio Buco, più a nord, sono solo alcuni esempi di insediamenti rilevanti. In particolare, presso Marsiliana, lungo il corso del fiume Albenga, è stato rinvenuto un numero consistente di vasellame e pithoi (recipienti particolari per la raccolta del vino proveniente dalla pigiatura delle uve e dai torchi), probabilmente poichè il luogo corrispondeva ad un vero e proprio centro di raccolta per i vini che provenivano dalle aree più interne.
Inoltre, sul territorio dell’Isola del Giglio, sono stati rinvenuti numerosi palmenti in pietra, specie di vasche cilindriche scavate direttamente nella roccia talvolta ai piedi di un vigneto, utilizzate da etruschi e, più tardi, dai romani, per la pigiatura e lo sgrondo delle uve. La presenza romana accentuò la tendenza al miglioramento delle tecniche di vinificazione, che rimasero insuperate fino al medioevo. Un ulteriore impulso all’attività vitivinicola del territorio fu dato dalle repubbliche marinare, in particolare Pisa, che tramite le potenti reti commerciali tessute dai loro mercanti contribuirono alla valorizzazione dei vini del Giglio e delle altre aree costiere della Maremma meridionale, con vini descritti all’epoca come “robusti e forti”.
DOC

1995
Cantine
- Il Cerchio
Vini
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