Assisi DOC
Vitigni: vari
La denominazione Assisi DOC include diverse tipologie di vino come:
- Assisi Bianco DOC
- Assisi Rosso DOC
- Assisi Rosato DOC
e tipologie monovitigno come
- Assisi Grechetto DOC
- Assisi Cabernet Sauvignon DOC
- Assisi Merlot DOC
- Assisi Pinot nero DOC
Tutti questi vini sono ottenuti da uve prodotte nei comuni di Assisi, Perugia e Spello, tutti in provincia di Perugia.

Tipologie di Vino
Assisi DOC Bianco: Trebbiano tra 50% e 70%. Grechetto 10% min. Possono concorrere altri varietà a bacca bianca, idonei alla regione Umbria fino ad un max di 40%.
Assisi DOC Rosso, Rosato: Sangiovese tra 50% e 70%. Merlot tra 10% e 30%. Possono concorrere altri vitigni a bacca nera, idonei alla coltivazione per la regione Umbria fino ad un max di 40%.
Le altre tipologie di vino Assisi DOC con il vitigno nella menzione devono contenere almeno 85% di quel vitigno. Altri vitigni idonei possono concorrere fino ad un max di 15%.
Caratteristiche pedo-climatiche del territorio
L’area di produzione è impostata prevalentemente su clastiti continentali (sabbie lacustri e detriti di falda) ma sono presenti anche affioramenti di travertino e di litotipi marnoso-arenacei. In funzione di ciò, le pendenze oscillano dal 5 al 15%. Trattandosi in massima parte di substrati fortemente permeabili e friabili, la pedogenesi ha prodotto suoli profondi e a medio grado di evoluzione.

L’altitudine dei terreni coltivati a vite è compresa tra i 180 e i 750 m s.l.m. comprese le zone acclivi tipicamente collinari ed anche lacune zone pianeggianti: l’esposizione generale è comunque orientata verso ovest sud-ovest. Rispetto alla media del secolo di 897,54 mm, l’ultimo decennio (1991-2010) ha fatto registrare un aumento medio delle precipitazioni annuali (937,1mm) determinato da un incremento delle precipitazioni registrate soprattutto nel periodo invernale.
Storia della DOC
Numerosi ritrovamenti archeologici testimoniano come la coltivazione della vite fosse molto diffusa fin dal tempo degli Etruschi, prima dell’arrivo dei Romani i quali, a loro volta, danno un forte impulso alla viticoltura locale. L’esperienza dei Romani non va perduta nel Medioevo: tutti gli statuti medievali citano infatti la vite. Nello statuto del comune di Assisi nel 1459, il quinto libro “De damnis datis” contiene disposizioni miranti alla salvaguardia dei frutti della terra, in particolare della vite: provvedimenti molto rigorosi sono previsti per i ladri e per coloro che arrecano danni alla vigna, “guai a chi sarà trovato in possesso di uva senza avere viti!”. La stessa vendemmia era regolamentata: non si poteva procedere alla vendemmia senza l’autorizzazione dell’autorità comunale.
Molto interessante è anche l’indagine sugli antichi catasti assisani coevi allo statuto (1459-1668): dalla descrizione del territorio emerge come fosse diffusa la coltivazione della vite, la quale viene per lo più maritata ad un albero, solitamente l’olmo; poiché permette un maggiore sfruttamento del territorio, si può coltivare “sopra e sotto” come dicono i contadini. Altra fonte documentata è quella dei “registri del Danno Dato” (1443-1787) nei quali sono riportati tutti i contenziosi di natura agraria: l’autorità giudiziaria comunale per mezzo di appositi funzionari investigava e comminava le condanne previste dalle norme statutarie, ad esempio per il furto di “uva moscatello”.
Infine come non menzionare il ritrovamento di un manoscritto nell’archivio notarile di Assisi datato 1598, un manuale facente parte di un libro di ricordi compilati dal notaio assisano Giovanni Maria Nuti. Tra le varie istruzioni sull’agricoltura meritano un’attenzione particolare quelle relative alla vinificazione: si va dalle regole di igiene da osservare per tramutare il vino a come utilizzare le fecce, dalla pigiatura dell’uva nel torchio detto “vinaccio” all’utilizzo delle vinacce “buttandoce sopra l’acqua a discretione” per fare un vino di seconda qualità.
DOC

1997