Barco Reale di Carmignano DOC
Vitigni: Sangiovese ( 50%-80%) , Cabernet Franc ( 10%-20%), Cabernet Sauvignon (10%-20%)
La denominazione Barco Reale di Carmignano DOC descrive due particolari tipologie di vino:
- Barco Reale di Carmignano DOC
- Rosato di Carmignano DOC,
ottenuti da uve prodotte nei comuni di Carmignano e Poggio a Caiano in provincia di Prato.

L’area di produzione è all’interno della piccola catena del Montalbano, che da Serravalle Pistoiese giunge a strapiombo sull’Arno, ed è costuituita da un tratto di ruga appenninica. La piccola catena non raggiunge quote elevate culminando con il Poggio al Ciliegio a 611 metri sul livello del mare. La morfologia, aspra e rupestre dove è dominata dalle arenarie, mentre si fa più dolce e ondulata dove prevalgono gli scisti argillosi e i calcari marnosi. Le incisioni dei torrenti sono tuttavia assai profonde e, di conseguenza, si sono formati dei lunghi costoloni con pendici belle e aperte. Tali costoloni si protendono in varie direzioni e separano le vallette che scendono da Montalbano alla pianura pistoiese-fiorentina che giace a 40 metri sul livello del mare.

Gran parte delle pendici sono poste a quote relativamente modeste, ben soleggiate, di rado superano i 300m. Questo favorisce un lungo periodo vegetativo della vite, permette di immagazzinare calore nel terreno e permette una maturazione regolare e completa delle uve nelle annate meno favorevoli. La maggior parte delle precipitazioni si hanno in autunno e inverso, ma tendenzialmente si ha un buon apporto idrico anche in estate.
Già nel ‘300 Pietro Domenico Bartoloni, cronista, parla dei vini di Carmignano e di Artimino che sono eccellenti. Il Ricci nelle Memorie storiche di Carmignano, 1895, riferisce che Ser Lapo Mazzei acquisto l’8 dicembre 1396, 15 soma di vino di Carmignano al prezzo di “un fiorino suggello” la soma (un prezzo pari a circa 4 volte quello dei vini maggiormente quotati a quel tempo). Il Redi, nel 1673, nel famoso ditirambo, parla in termini molto lusinghieri del Carmignano, “ma se giara io prendo in mano di brillante Carmignano così grato in sen mi piove che ambrosia e nettar non invidio a Giove”.
I vini di Carmignano si erano fatti un buon nome anche al di fuori dei confini, tanto che nel 1716 il Granduca di Toscana Cosimo III dei Medici emise un bando per fissare in modo chiaro ed inequivocabile i confini del comprensorio di produzione del “vino di Carmignano” insieme a quelli di altri tre vini.
Il vino Barco Reale di Carmignano deve il suo nome alla riserva di caccia medicea (infatti “barco” significa “parco”) circondata da un muro che delimitava gran parte delle zone di produzione attuali.
La resa per ettaro consentita (10 t/ha) è maggiore di quella per il Carmignano DOCG e non è obbligatorio l’affinamento in legno.
Il vino Barco Reale di Carmignano Rosato è tradizionalmente chiamato Vin Ruspo, e il suo uvaggio è lo stesso, così anche la resa per ettaro. Viene svinato e fatto fermentare lentamente, in modo da conservare gli aromi primari ed il gusto delle uve e del vino giovane. Anche il Vin Ruspo è un vino di antica tradizione carmignanese e la sua storia è legata alla mezzadria locale. Infatti i mezzadri portavano l’uva nelle cantine di fattoria per poi dividere il vino dopo la fermentazione. L’uva veniva trasportata in un tino di legno e pigiata per farne entrare un quantitativo maggiore (la pigiatura completa e la diraspatura avveniva poi in cantina). Si formava così una parte del mosto in fondo al tino. L’ultimo viaggio della giornata sostava sull’aua dei poderi per essere portato in fattoria al mattino dopo. Era pratica comune per i mezzadri spillare uno o due damigiane dal tino prima del viaggio in tinaia (da qui il termine “Vin Ruspo” ovvero “rubato”).
DOC


1975