Barolo DOCG
Vitigno: Nebbiolo
La denominazione di origine controllata e garantita DOCG è riservata alle tipologie Barolo e Barolo Riserva. Il Barolo è ottenuto da uve provenienti da vigneti composti esclusivamente dal vitigno Nebbiolo.

La zona di origine, situata esclusivamente nella provincia di Cuneo, comprende i territori dei comuni di Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba ed in parte il territorio dei comuni di Monforte d’Alba, Novello, La Morra, Verduno, Grinzane Cavour, Diano d’Alba, Cherasco e Roddi.
Tipologie di Vino
Barolo DOCG e Barolo Riserva DOCG: Nebbiolo 100%
Il Barolo deve essere sottoposto ad un periodo di invecchiamento minimo di 38 mesi di cui almeno 18 in legno. Mentre il Barolo Riserva deve essere sottoposto ad un invecchiamento minimo di 62 mesi di cui almeno 18 in legno.

Di colore rosso granato con riflessi aranciati, al naso si presenta intenso e persistente, ovvero con un patrimonio olfattivo eccezionalmente complesso, che tende a prediligere, a seconda dello stato evolutivo, note fruttate e floreali come viola e vaniglia o note terziarie come goudron e spezie.

In bocca le componenti dure (acidità, tannini, sali) risultano piacevolmente equilibrate da quelle morbide (alcoli, polialcoli, zuccheri), con un’intensità e persistenza eccezionali che fanno del Barolo un vino potente, elegante e di grande personalità.
Caratteristiche pedo-climatiche del territorio
Il Barolo nasce nelle langhe, termine che secondo alcuni studiosi deriverebbe da Langues che non sono altro che delle lingue di terra che si estendono in un vivace gioco di profili, modulati dal mutare delle stagioni. Dal punto di vista geologico, le Langhe hanno origine nell’Era Terziaria o Cenozoica, iniziata quasi 70 milioni di anni fa. La marna tufacea bianca caratterizza il comprensorio di produzione, sulle colline alte a dominare il fiume Tanaro.

Il terreno di cui è composto il territorio nella sua massima parte appartiene a quella formazione geologica che si chiama terreno tortoriano, uno dei 14 strati dai quali è formata la pila di terreni sedimentari che compongono il bacino terziario del Piemonte. Il terreno Tortoriano è caratterizzato da marne e sabbie straterellate. Queste marne sono di un colore grigio-bluastro, non molto resistenti e danno luogo a colline biancheggianti piuttosto basse e rotondeggianti, sono molto favorevoli alla coltivazione della vite. Il ritirarsi progressivo del Mare Padano, ha creato delle colline a forma di cupola caratterizzate da strati di calcare e tufo con presenza di gessi e minerali più accentuati in alcune aree. Questa particolare conformazione geologica è l’habitat naturale del Nebbiolo che si può esprimere al meglio donando vini armoniosi, strutturati e longevi.
Nebbiolo e la Storia della DOCG
Il Nebbiolo, vitigno che produce uva a bacca nera, è considerato uno dei vitigni di maggior pregio in Italia, proprio per la sua capacità di dare vini da invecchiamento di altissima qualità. Il Nebbiolo è coltivato da tempo immemorabile, ma è grazie alla caparbietà di Camillo Benso Conte di Cavour e di Giulia Colbert Falletti, ultima marchesa di Barolo, che si cominciò a produrre dalla metà dell’Ottocento un vino eccezionalmente ricco ed armonioso, destinato a diventare l’ambasciatore del Piemonte dei Savoia nelle corti di tutta Europa.

È il più antico vitigno autoctono a bacca nera del Piemonte, uno tra i più nobili e preziosi d’Italia. Il suo nome deriverebbe da “nebbia”: secondo alcuni perché i suoi acini danno l’impressione di essere “annebbiati”, ricoperti dalla pruina abbondante; secondo altri, invece, perché la maturazione tardiva dell’uva spinge la vendemmia al sorgere delle prime nebbie d’autunno. Il Nebbiolo è riuscito a sopportare bene il travaglio dei secoli, per giungere integro fino ai giorni nostri.
Conosciuto anche come la regina delle uve nere, il nebbiolo ha bisogno di cure attente e laboriose, per questo motivo la sua coltivazione ha vissuto periodi di splendore e di offuscamento, ma non è mai stata abbandonata dai viticoltori locali, consapevoli del pregio altissimo dei vini che se ne ricavano. È molto esigente in fatto di giacitura ed esposizione del terreno, lavorazioni e concimazioni. I suoli calcarei e tufacei sono l’ideale per questo vitigno che germoglia precocemente tra la metà e la fine del mese di aprile.

Giunge a maturazione piuttosto tardi rispetto ad altri, nella prima metà di ottobre. Abbastanza sensibile agli sbalzi improvvisi di temperatura si avvantaggia delle oscillazioni tra giorno e notte in fase di maturazione ma la ricchezza di tannini della sua buccia richiede posizioni collinari ben esposte al sole, preferibilmente sudo sud-ovest, fra i 200 e i 450 m. s.l.m., al riparo dalle gelate e dai freddi di primavera.
DOCG

1966
Cantine
- Comm. G.B. Burlotto
- Ca’ Viola
- Borgogno
- Cantina Fratelli Serio e Battista Borgogno
- Oddero
- Vite Colte
- Vajra
Vini
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