Bianco Capena DOC
Vitigni: Malvasia di Candia e/o Malvasia del Lazio (max 55%), Trebbiano toscano e Trebbiano giallo (min 25%)
La denominazione Bianco Capena DOC descrive due tipologie di vino bianco:
- Bianco Capena DOC
- Bianco Capena Superiore DOC
ottenuto da uve coltivate nei comuni di Capena, Fiano Romano, Morlupo e Castelnuovo di Porto, tutti situati in provincia di Roma.

Tipologia di Vino
Bianco Capena DOC: Malvasia (di Candia, del Lazio e Toscana), da sole o congiuntamente, max 55%; Trebbiano (toscano, e giallo), da soli o congiuntamente, min 25%. Possono concorrere Bellone e Bombino (localmente noto come uva di Spagna), da soli o congiuntamente, presenti fino a un max 20%.
Bianco Capena DOC: Resa max 112 hl/ha
Caratteristiche pedo-climatiche del territorio
L’aspetto geolitologico e morfologico che caratterizza l’intera regione a nord-ovest di Roma, è rappresentato dalla attività vulcanica dell’apparato Sabatino (detto distretto vulcanico Sabatino). Nel corso del Pleistocene si sono succedute a più riprese intense manifestazioni vulcaniche esplosive ed effusive da parte di diverse bocche crateriche, le quali hanno dato origine a diversi prodotti piroclastici e lavici. Lungo la valle del Tevere ed in corrispondenza delle incisioni dei corsi d’acqua minori affiorano invece terreni sedimentari, sia di ambiente marino che continentale. In generale i termini affioranti nell’area delimitata si possono ricondurre a tre unita geolitologiche: alluvioni attuali, vulcaniti Sabatine, formazioni sedimentarie terrigene. La prima unità, più recente, si riscontra lungo le zone di fondovalle alluvionale e pertanto in corrispondenza dei maggiori corsi d’acqua. I depositi alluvionali sono in prevalenza limo-sabbiosi e limo-argillosi ad elevato contenuto organico.

L’unità vulcanica Sabatina comprende termini sia tufaceo-ignimbritici che lavici, alquanto differenziati per composizione, chimica, addensamento, cementazione e fatturazione. La terza unità è costituita da sedimenti di ambiente continentale, deposti in facies salmastre e fluvio-lacustri nel Pleistocene inferiore (Siciliano-Calabriano). È una formazione argillosa a cui fanno seguito in continuità stratigrafica, le argille marnose plioceniche di ambiente marino. Quest’ultima formazione rappresenta il riferimento basale di tutta la regione in virtù dello spessore e della notevole estensione areale.
L’altitudine dei terreni coltivati a vite è compresa tra i 5 e i 400 m s.l.m.: l’esposizione generale è orientata verso ovest. Il clima dell’area è di tipo mediterraneo di transizione ed è caratterizzato da precipitazioni medie
annue comprese tra i 822 ed i 1110 mm, con aridità estiva non molto pronunciata (pioggia 84-127 mm) nei mesi estivi. Temperatura media piuttosto elevata compresa tra i 13,7 ed i 15,2°C: freddo poco intenso da novembre ad aprile, con temperatura media inferiore ai 10°C per 3-4 mesi l’anno e temperatura media minima del mese più freddo dell’anno che oscilla tra 3,4 e 4,0° C. .
Storia della DOC
La coltivazione della vite in Lazio ha origini antichissime, iniziata sicuramente dagli Etruschi, raggiunse un notevole progresso, favorito anche da evolute conoscenze tecniche e da materiale ampelografico di varia origine raccolto attraverso gli ampi rapporti commerciali di questo popolo. Gli Etruschi, che i romani chiamavano Tusci, abitavano la riva destra del Tevere ed arrivando dal nord della penisola si erano insediati nelle città di Veji (Veio), Caere (Cerveteri), Capena, Falerii Novi (Civita Castellana), Lucus Feroniae (nei pressi di Capena), Pyrgi (S.Severa), Sabate (Trevignano).
La coltivazione della vite continuò ed ebbe maggiore espansione ad opera dei Romani, tanto che Virgilio, Orazione e Stradone, indicano il territorio sabino come terra d’elezione di boschi, oliveti e vigneti. Gli Statuti di Castelnuovo di Porto, emanati nel 1548, contengono Capitoli che regolamentavano la coltivazione della vite e la produzione del vino, nonché pene per i trasgressori. Nei corso dei secoli la viticoltura ha mantenuto il ruolo importante nell’economia agricola del territorio contribuendo allo sviluppo sociale ed economico dell’area, come testimonia la Sagra dell’uva di Capena, la cui prima edizione risale al 1927.
DOC

1975
Estensione 7500 ettari
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