Bianco di Pitigliano DOC
Vitigno: Trebbiano (min 40%)
La denominazione Bianco di Pitigliano DOC descrive alcune particolari tipologie di vino come:
- Bianco di Pitigliano DOC
- Bianco di Pitigliano Superiore DOC
- Bianco di Pitigliano Spumante DOC
- Bianco di Pitigliano Vin Santo DOC
ottenute da diverse uve prodotte nei comuni di Pitigliano, Sorano, Scansano e Manciano in provincia di Grosseto.

Tipologia di Vino
Bianco di Pitigliano DOC (anche versione Vinsanto): Trebbiano toscano min 40%. Greco, Malvasia bianca lunga, Verdello, Grechetto, Ansonica, Chardonnay, Sauvignon, Viognier, Pinot bianco e Riesling italico, da soli o congiuntamente, max 60%. Possono concorrere altre varietà a bacca bianca, idonee alla coltivazione per la regione Toscana, fino ad un max 15%.
Caratteristiche pedo-climatiche del territorio
Il territorio di produzione comprende il lembo sud-orientale della provincia di Grosseto, in un territorio a giacitura collinare e pedecollinare. I terreni sono caratterizzati da superfici strutturali su formazioni costituite prevalentemente da rocce effusive e vulcanoclastiche mentre, a ovest del fiume Fiora, prevalgono forme di aggradazione su formazioni prevalentemente marnose, marnose-pelitiche e pelitiche. Le formazioni quaternarie antiche e recenti, con conglomerati di sabbia, detriti fluviali, ciottoli con argille e sabbia, affiorano dovunque nella parte centrale della zona. L’area è caratterizzata da rilievi da bassa a medio-alta collina, ma al centro sono presenti vaste zone di altopiano dove la presenza di rocce tufacee, originate da eruzioni succedutesi nei secoli, è predominante.

La quota media è di 310 metri sul livello del mare, mentre la pendenza oscilla intorno al 5%, con espozione media a sudest. Il clima dell’area è di tipo mediterraneo, con temperature miti e precipitazioni disordinate, talvolta anche di elevata intensità, concentrate soprattutto nei mesi autunnali-invernali. Le estati sono per lo più siccitose e le condizioni di aridità sono accentuate dai venti che soffiano con frequenza soprattutto Scirocco e Libeccio, mentre il Maestrale, sebbene proviene dal mare, è asciutto anch’esso. D’inverno non è raro che soffi anche in modo violento la Tramontana.

Storia della DOC
In quest’area esistono testimonianze della coltivazione della vite che risalgono al periodo etrusco, greco e romano. L’antica città etrusca di Statonia, nella parte orientale dell’area di denominazione, e le città etrusche di Sovana e di Saturnia, più a ovest, le aree di Poggio Bianco, nella parte meridionale, e di Ghiaccio Forte ad ovest di Manciano, sono solo alcuni esempi di insediamenti più o meno rilevanti. In particolare, presso Marsiliana, lungo il corso del fiume Albenga, è stato rinvenuto un numero consistente di vasellame e pithoi (recipienti particolari per la raccolta del vino proveniente dalla pigiatura delle uve e dai torchi), probabilmente poichè il luogo corrispondeva ad un vero e proprio centro di raccolta per i vini che provenivano dalle aree più interne.
Nelle necropoli di Vitozza e Sovana sono state rinvenute cantine scavate direttamente nel tufo, ed un esempio ancor oggi chiaramente visibile lo si ha visitando la fortezza Orsini a Sorano. La dominazione romana accentuò la tendenza al miglioramento delle tecniche di vinificazione, che rimasero insuperate fino al medioevo.
La tradizione vitivinicola del territorio pitiglianese e soranese ha continuato a trasmettersi nei secoli passando attraverso le vicissitudini della famiglia Aldobrandeschi e, più tardi, con la scissione di questa famiglia nei due rami di Sovana e Santa Fiora, con quelle degli Orsini, fino alla lunga guerra che questi ingaggiarono con Siena, conclusasi nel 1419, con l’annessione definitiva dei Sovana ai domini di Siena, ed il conseguente spopolamento di Sovana a favore delle vicine Pitigliano e Sorano.
DOC

1966
Cantine
- Sassotondo
Vini
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