Candia dei Colli Apuani DOC
Vitigni: vari
La denominazione Candia dei Colli Apuani DOC descrive diverse tipologie di vino bianco:
- Candia dei Colli Apuani Bianco Secco DOC
- Candia dei Colli Apuani Bianco Amabile DOC
- Candia dei Colli Apuani Bianco Frizzante DOC
- Candia dei Colli Apuani Vin Santo DOC
- Candia dei Colli Apuani Vendemmia Tardiva DOC
- Candia dei Colli Apuani Rosso DOC
- Candia dei Colli Apuani Rosato DOC
e quelle monovitigno come:
- Candia dei Colli Apuani Vermentino Bianco DOC
- Candia dei Colli Apuani Vermentino Nero DOC
- Candia dei Colli Apuani Barsagliana DOC
Le uve utilizzate provengono da alcuni comuni dei Colli Apuani in provincia di Massa Carrara.

Tipologia di Vino
Candia dei Colli Apuanti DOC Bianco, Frizzante, Vin Santo: Vermentino bianco min 70%
Candia dei Colli Apuani DOC Vermentino bianco: Vermentino bianco min 85%, atri vitigni idonei possono concorrere al max 15%
Candia dei Colli Apuani DOC Rosso, Candia dei Colli Apuani DOC Rosato: Sangiovese da 60% – 80 %, Merlot max 20%. Altri vitigni possono concorrere max 20%
Candia dei Colli Apuani DOC Vermentino nero: Vermentino nero min 85%, altri vitigni idonei possono concorrere max 15%.
Candia dei Colli Apuani DOC Barsaglina: Barsaglina min 85%, altri vitigni idonei possono concorrere max 15%,
Caratteristiche pedoclimatiche del territorio
Il territorio di produzione presenta una forte omogeneità orografica e geologica. Questi terreni sono di origine Eocenica, con predominanza di arenaria compatta (macigno), scisti galestrini e arenacei, calcari compatti, scistosi, marne (alberese), principalmente localizzate nella parte collinare e a maggiore altitudine. Nella porzione situata più in basso si ritrovano formazioni risalenti all’era quaternaria antica in cui si trovano argille con ciottoli e sabbie.

Le precipitazioni sono abbondanti e si aggirano intorno ai 1200mm mentre quelle che riguardano il ciclo della vite (da aprile ad ottobre) si aggirano intorno ai 550mm. Queste precipitazioni sono nettamente superiori rispetto a quelle che si verificano nel resto della Toscana, tuttavia l’elevata capacità drenante dei suoli consente di usufruire solo delle caratteristiche positive delle piogge.
La maggior parte dei vigneti ha un’età superiore ai 40 anni, in quanto è molto difficile eseguire le operazioni di preparazione del terreno per eventuali nuovi impianti. La viabilità è assente o quasi ed è costituita essenzialmente da sentieri scalinati a rittochino per il solo passaggio delle persone. La viticoltura si attua su terreno terrazzato con sesto di impianto spesso irregolare sulla fila. La densità di impianto è generalmente di oltre 10000 piante per ettaro. con un sistema di allevamento per lo più irregolare, in genere costituito da guyot semplice o multiplo con un carico di gemme variabile da 60000 a 150000.
Questo tipo di coltivazione richiede numerosi interventi di potatura verde con elevato impiego di manodopera, numerosi trattamenti antiparassitari, inerbimento del vigneto e dei ciglioni per mantenere la stabilità del suolo. La vendemmia avviene in modo differenziato o con cernita manuale per garantire la massima qualità ma anche in funzione della diversa epoca di maturazione delle uve.
I vitigni: la piattaforma ampelografica
Inoltre la provincia di Massa Carrara si caratterizza dal resto delle provincie toscane per la peculiarietà della piattaforma ampelografica. Infatti al posto del Sangiovese e del Trebbiano abbiamo il Vermentino bianco ed il Vermentino nero, la Barsaglina ed il Canaiolo nero.
La Barsaglina è un vitigno interessante dal punto di vista agronomico, anche se il germogliamento abbastanza precoce lo pone a rischio di gelate tardive. La fertilità è bassa, per cui anche le produzioni per pianta sono in genere limitate, presenta buona resistenza alla principali malattie crittogamiche ad eccezione dell’oidio. All’esame analitico i vini ottenuti da Barsaglina evidenziano maggiori contenuti in alcol, estratto secco, ceneri, antociani e polifenoli rispetto al Sangiovese, offrendo così interessanti prospettive di utilizzazione sia in purezza che in uvaggio.
Il Vermentino nero è un vitigno di origine ignota. Si potrebbe ritenere originario delle colline costiere dell’alta Toscana, dove è coltivato da lungo tempo. Secondo alcuni autori era presente nelle Cinque Terre già nel ‘600, ma la prima citazione si trova nel Bollettino del Comizio Agrario di Masssa del 1874, dove è indicato tra le uve da coltivare in collina per fare vini fini o di lusso. Il Vermentino nero è indicato come vitigno autonomo con solo il 25% di alleli comuni al Vermentino bianco.
Il Vermentino nero è un vitigno difficile, con produzione legata alle modalità di potatura ed alle condizioni ambientali. Nella zona tradizionale di coltivazione (Massa Carara) preferisce suoli ben drenati e luoghi ventilati, ben esposti. La produzione è abbondante ed abbastanza costante, la vigoria è elevata, per cui necessita di potatura adeguata per scaricare l’elevato potenziale vegetativo; presenta elevata fertilità delle femminelle. E’ mediamente sensibile alla peronospora, mentre è molto suscettibile a oidio e botrite. Tradizionalmente il Vermentino nero veniva utilizzato in uvaggio per conferire morbidezza e corpo. La vinificazione richiede macerazioni lunghe ed il vino presenta ottima longevità. La fermentazione malolattica va seguita molto più attentamente rispetto ad altre varietà.
DOC

1981
Estensione: ?
Cantine
- Montepepe