Cannellino di Frascati DOCG
Vitigni: Malvasia bianca di Candia e/o Malvasia puntinata
La denominazione Cannellino di Frascati DOCG è esclusivamente assegnata ad una sola tipologia di vino bianco, ottenuto da uve di bacca bianca di diversi vitigni e prodotte esclusivamente nel territorio dei Colli Albani in provincia di Roma.

Tipologia di Vino
Cannellino di Frascati DOCG: Malvasia bianca di Candia e/o Malvasia del Lazio (Malvasia puntinata) minimo 70%. Bellone, Bombino bianco, Greco bianco, Trebbiano toscano, Trebbiano giallo da soli o congiuntamente fino ad un massimo del 30%. Le altre varietà di vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella Regione Lazio, presenti nei vigneti, possono concorrere fino ad un massimo del 15% di questo 30%.
Il vino Cannellino di Frascati DOCG è un vino bianco dal colore giallo paglierino intenso, con un odore fine e delicato e al gusto risulta fruttato e caratteristico.

Cannellino di Frascati DOCG: Resa max 110 q/ha
Caratteristiche pedo-climatiche del territorio
La zona di produzione ricade nella parte centrale della regione laziale, e più precisamente comprende la parte acclive e le pendici del versante settentrionale dei Colli Albani. Dal punto di vista geologico i terreni dei Colli albani e quelli pedocollinari hanno avuto origine da formazioni vulcaniche generate dalle eruzioni del Vulcano laziale. L’attività endogena che ha generato il Vulcano Laziale è iniziata circa 600 mila anni fa, con la costruzione dell’edificio centrale accresciutosi via via in estensione e in altezza (oltre 2000m), sino al collasso della camera magmatica che ha provocato in superficie la formazione della grande depressione calderica che comprende i Pratoni di Vivaro.
Successivamente, altre ripetute esplosioni hanno prodotto numerosi crateri, tra cui i più antichi (Ariccia, Pantano secco e Prata dei Porci) sono ricoperti da sedimenti e attualmente coltivati, mentre i più recenti, hanno conservato la loro forma ad imbuto, e sono occupati da profondi bacini lacustri come i laghi di Albano e Nemi. Le eruzioni sono continuate fino a 25000 anni fa.

Quindi il terreno è distinguibile in due tipologie: pozzolane e tufi litoidi. Le puzzolane sono le ceneri vulcaniche del tutto prive di cementazione. Queste danno luogo a terreni sabbiosi, profondi e permeabili all’acqua. I tufi litodi, sono derivati dalla cementificazione delle ceneri e dei lapilli, coprono la maggior parte del territorio. Questi sono quasi completamente impermeabili all’acqua e alle radici, e quindi è necessario procedere a scassi profondi per permettere agli agenti atmosferici di attivare la pedogenesi e mettere a disposizione delle colture della vite, uno strato sufficiente di terreno agrario per lo sviluppo radicale e la nutrizione idrica e minerale.
L’altitudine dei terreni coltivati a vite è compresa tra i 70 e i 500 metri sul livello del mare, con pendenza variabile. L’esposizione generale è orientata verso ovest e nordovest. Il clima è di tipo mediterraneo di transizione. Tutti questi fattori hanno reso la zona dei Colli Albani un territorio altamente vocato alla produzione di vini di pregio.

Storia della DOCG
La presenza della viticoltura nella zona risale all’epoca romana: complice la natura del suolo e il clima temperato. La coltivazione della vite ha trovato nella zona anticamente denominata Tusculum, il luogo ideale e favorevole per la sua progressiva espansione e specializzazione. Risale al V secolo a.C. una pittura parietale raffigurante due caproni che si affrontano sotto un ricco tralcio di vite carico di turgidi grappoli.
Tra i più antichi ed illustri intenditori del Frascati spicca Marco Porzio Catone, detto il Censore, nel suo celebre trattato De Agricoltura fissò le norme di coltivazione e vinificazione. Originario di una famiglia di viticoltori tuscolani, gradiva egli stesso porsi al lavoro delle sue terre assieme ai propri dipendenti, dividendone poi il cibo semplice ed il vino genuino.

Varrone ricorda le feste tuscolane Vinalia per il vino nuovo del Tuscolo ed alcuni provvedimenti relativi alla sua esportazione in Roma: a Tuscolo si era provveduto per legge che nessuno mandasse vino nuovo in città prima che fossero celebrate le feste del vino. Con questo buon vino, a detta di Macrobio, Ortensio innaffiava i celebri platani che aveva piantato sulle liete pendici tuscolane perchè crescessero più rigogliosi.

Con la caduta dell’impero romano e la fine delle invasioni barbariche, la viticoltura di queste terre, nonostante i danni subiti, non perde la sua continuità con il passato. In una bolla di Papa Sergio I (687-701) sono citate “vigne sotto Frascati, fra la via Appia e la via Latina, dove si incrociano gli antichi acquedotti”. Successivamente, gli statuti concessi alla città di Frascati da Marcantonio Colonna, datati 1515 stabilivano le zone da destinare a vigneto, le modalità per determinare l’epoca della vendemmia e la regolazione del commercio del vino.
DOCG

2011
Estensione: 8300 ettari
Cantine
- Casale Marchese
- Fontana Candida
Vino
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