Cerasuolo di Vittoria DOCG
Vitigni: Nero d’Avola e Frappato
La denominazione Cerasuolo di Vittoria DOCG include due diverse tipologie di vino rosso ciliegia:
- Cerasuolo di Vittoria DOCG
- Cerasuolo di Vittoria Classico DOCG
La zona di produzione comprende una vasta area che include territori compresi in tre province limitrofe: Catania, Caltanissetta e Ragusa.

Tipologia di Vino
Cerasuolo di Vittoria DOCG: Nero d’Avola dal 50% al 70%, Frappato dal 30% al 50%.
Il Cerasuolo di Vittoria DOCG descrive un vino dal colore rosso ciliegia tendente al violaceo, con un odore floreale e fruttato e dal sapore secco, pieno, morbido e armonico. Mentre il Cerasuolo di Vittoria Classico DOCG- ha un colore rosso ciliegia tendente al granato, con un odore caratteristico di ciliegia, che nei vini più invecchiati può tendere anche a note di prugna secca, cioccolato, cuoio e tabacco. Al sapore risulta secco, pieno, morbido e armonico.
Caratteristiche pedo-climatiche del territorio
La zona geografica è delimitata a nord dal complesso dei monti Erei, a sud dal mar Mediterraneo, ad est dai rilievi dei monti Iblei e ad ovest dalle colline centro-meridionali della provincia di Caltanissetta. Al suo interno di possono distinguere tre macroaree: una zona costiera (0-200m) una zona di media collina ( 200 -350 m) e una zona di alta collina ( > 350 m). La zona di coltivazione è a dominante calcarea (calcareniti del Miocene ricoperte da terreni sciolti del Pleistocene), ma sono presenti anche formazioni prevalentemente sabbiose e argilloso-sabbiose con subordinati livelli calcarenitici.

I suoli che si formano sui calcarei sono, quasi sempre, poco profondi, di colore rosso vivo, ricchi di ferro e di minerali metallici. Le radici della vite si approfondiscono sino a raggiungere il calcare ed al contatto fra questo e la terra rossa, trovano un po’ di frescura ed un grado maggiore di umidità, ciò consente un’alimentazione idrica e minerale più in profondità che risulta assai importante specialmente nella fase post-invaiatura.
Le condizioni climatiche medie sono quelle del clima mediterraneo caldo-arido, con scarse piogge nei mesi estivi ed una temperatura media annua dai 19.6°C di Gela ai 15.4°C di Caltagirone. I mesi di luglio-agosto sono caratterizzati da una forte escursione termica che va dai 9°C della zona costiera ai 13-14°C della zona di media collina. La piovosità media oscilla dai 385 mm della zona costiera ai 444 mm della zona di media collina fino ad arrivare ai 500 mm nella zona di alta collina. Tutti questi elementi climatico-ambientali sono quindi congeniali ad una viticoltura mirata alla qualità.
Storia della DOCG
La vitivinicoltura si diffuse nella Sicilia orientale sin dall’epoca della colonizzazione greca, (VII-VI sec. a.C.), in particolare, nella Sicilia sud-orientale, con la fondazione di Siracusa (733-734 A.C.) la più importante città greca dell’isola e, successivamente, con la fondazione da parte dei siracusani della colonia di Kamarina (598 A.C.), costruita alla foce del fiume Ippari, nell’attuale territorio della provincia di Ragusa e, dunque, nel comprensorio di produzione della docg “Cerasuolo di Vittoria”. Alcune monete ritrovate nel territorio camarinese riportano, infatti, nell’esergo, la raffigurazione di anfore vinarie, tipiche per la bocca stretta e la pancia allungata, che venivano usate sopratutto per il trasporto e la commercializzazione del vino, così come numerose anfore sono state ritrovate nei fondali del mare antistante Kamarina.
Sempre in questo territorio è stato ritrovato un reperto eccezionale costituito da una lamina di piombo arrotolata , che è un vero e proprio atto notarile di vendita di un terreno coltivato a vite , compreso tra i fiumi Ippari ed Irminio, il cui compratore era un donna proprietaria di una rivendita di vini, quindi in quella data (III sec. A.C. ) esisteva già la produzione di vino ed era inoltre oggetto di commercio. Con l’occupazione romana il vino di questa zona della Sicilia veniva esportato a Roma e nell’Italia centro-meridionale; durante degli scavi a Pompei sono state ritrovate delle anfore vinarie che riportano delle iscrizioni sui luoghi di provenienza del vino: Taormina e Mesopotamio. In epoca romana questa zona ricca e fertile posta tra i due fiumi Ippari e Dirillo, era infatti chiamata “Plaga Mesopotamium” e coincideva con l’attuale zona di produzione del Cerasuolo di Vittoria.
Camarina rappresentava lo sbocco naturale dei prodotti agricoli, tra cui il vino, prodotti in questa zona , con un percorso che da Catania passava attraverso Lentini, Caltagirone, Acate, Vittoria e Comiso, la cui attività vitivinicola è testimoniata da ritrovamenti di palmenti, fondaci per le soste, fornaci per la costruzione di anfore da vino. Nel 1606, la nobildonna Vittoria Colonna Henriquez, contessa di Modica, decise di fondare la città di Vittoria, e per incentivarne l’urbanizzazione regalo ai primi 75 coloni un ettaro di terreno a condizione che ne coltivassero un altro a vigneto. Per tutto il seicento si ebbe un enorme espansione dei vigneti in questa zona grazie ad una politica di incentivazione delle colture intensive pregiate, come appunto la vite, che valorizzavano la naturale fertilità del suolo.
Il vino veniva esportato prima soltanto nelle varie altre città della contea di Modica , successivamente , attraverso il porto di Scoglitti e le navi trapanesi e mazaresi , veniva esportato anche a Malta. Nel 1777 l’esenzione dal dazio sul mosto fece aumentare ancora di più la superficie a vigneto soprattutto ad opera di piccoli e medi possidenti, enfiteuti e mezzadri. L’abate Paolo Balsamo nel suoi appunti di viaggio attraverso la Contea di Modica (1808) asserisce che la campagna di Vittoria è ricca di vigneti e si produce vino che considera il migliore tra quelli da pasto di tutta la Sicilia.
Il fiorentino Domenico Sestini trasferitosi a Catania come bibliotecario al servizio del principe di Biscari, dà una importante testimonianza della vitivinicoltura di questa zona della Sicilia; nella lezione che tenne nel 1812 all’Accademia dei Georgofili sui vini del territorio di Vittoria, elogia la qualità di questi vini e ne descrive i vitigni, il sistema di impianto e di coltivazione, la fertilità dei terreni, le modalità di vendemmia e vinificazione. Nella seconda metà dell’ottocento si ebbe un ulteriore sviluppo economico di questa zona e la città di Vittoria divenne una delle città più floride e produttive della Sicilia. In questo periodo ci fu un massiccio processo di riconversione colturale; migliaia di ettari , prima coltivati a grano furono riconvertiti in colture più redditizie , tra cui il vigneto.
Tale trasformazione fu spinta dalla crescita della domanda di vino e dal relativo aumento dei prezzi, dal progresso tecnologico delle operazioni colturali che rese più facile e redditizia la coltivazione dei vigneti. Il porto di Scoglitti fu potenziato per fare fronte alle richieste di esportazione dei vini; nel 1860 l’esportazione dei vini di Vittoria toccò i 300 mila ettolitri. Ma a partire dalla fine del secolo l’epidemia della Fillossera portò alla distruzione di gran parte dei vigneti della Sicilia e, Vittoria, con la sua spinta specializzazione viticola, pagò a caro prezzo la scelta monoculturale; migliaia di piccoli proprietari caddero in rovina.
Agli inizi del XX secolo si diffuse la tecnica dell’innesto su vite americana resistente alla fillossera , ma i piccoli proprietari e mezzadri erano totalmente privi di capitale per procedere ai reimpianti, per cui fu ad opera di grosse famiglie proprietarie terriere che si procedette alla riconversione dei vigneti. La crisi economica conseguente alla fillossera e la guerra commerciale con la Francia segnarono il declino della produzione dei vini ad alta gradazione ed ad intenso colore , che venivano esportati in Francia come vini da taglio, ed aumentò la produzione dei vini da pasto a più moderato tenore alcolico, profumati e freschi, antesignani degli attuali vini a DOCG “Cerasuolo di Vittoria”.
DOCG

2005
Cantine
- Paolo Calì
Vini
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