Colli Etruschi Viterbesi DOC o Tuscia DOC
Vitigni: vari
La denominazione Colli Etruschi Viterbesi DOC o Tuscia DOC, raccoglie diverse tipologie di vino tra cui:
- Colli Etruschi Viterbesi Bianco DOC
- Colli Etruschi Viterbesi Rosso DOC
- Colli Etruschi Viterbesi Rosato DOC
e le tipologie Monovitigno come:
- Procanico,
- Grechetto,
- Rossetto,
- Moscatello,
- Sangiovese,
- Greghetto,
- Violone,
- Canaiolo,
- Merlot.
Questi vini vengono prodotti da uve coltivati in una serie di comuni distribuiti in provincia di Viterbo.

Tipologie di Vino
Colli Etruschi Viterbesi Bianco DOC: Trebbiano Toscano, localmente detto Procanico, dal 40 all’80%, Malvasia toscana o del Lazio max 30%. Possono concorrere altri vitigni a bacca bianca idonei fino ad un max di 30%.
Colli Etruschi Viterbesi Rosso DOC: Moltepulciano dal 20 al 45%, Sangiovese dal 50 al 65%. Possono concorrere altri vitigni a bacca rossa idonei fino ad un max del 30%.
Colli Etruschi Viterbesi con vitigno: Vitigno indicato min 85% e poi vitigni idonei fino ad un max di 15%
Caratteristiche pedo-climatiche del territorio
I terreni dell’area, risalenti al Quaternario, sono riconducibili a due principali unità geologiche: le formazioni sedimentarie del Pliocene e Pleistocene inferiore e le formazioni vulcaniche. I terreni delle aree più pianeggianti sono riconducibili a formazioni sedimentarie con sedimenti marini, oltre a depositi continentali o provenienti dalle alluvioni recenti. Le formazioni sedimentarie sono caratterizzate da depositi di età plio-pleistocenica di ambiente marino e transazionale dovuti ad una fase di subsidenza e di sedimentazione marina durante il Pliocene terminale ed il Pleistocene inferiore. Questi depositi, a seconda dell’ambiente, possono avere litologie prevalentemente grossolane (sabbie) o prevalentemente fini (argille e limi). Nelle incisioni vallive e in alcune morfologie terrazzate affiorano i depositi ghiaiosi e sabbiosi alluvionali tardo pleistocenici, mentre al colmo dei rilievi collinari affiorano, invece, prodotti vulcanici quali i tufi stratificati. I terreni vulcanici derivano dall’attività che ebbe inizio circa 800.000 anni fa con lo sviluppo di colate di lave e con la formazione di coni di scorie. Successivamente, circa 600.000 mila anni fa, l’attività si sviluppò maggiormente in corrispondenza di un primitivo centro, oggi non più evidente, in corrispondenza della conca lacustre. A questa attività si riconducono i materiali vulcanici più antichi: le rocce che appartengono a questo complesso sono particolarmente ricche in potassio.

La natura dei terreni è di conseguenza condizionata dall’attività dei vulcani vulsino e sabatino, per cui è possibile distinguere due tipologie: in una prevalgono materiali dovuti all’attività intercalderica finale quali lave (tefriti fonolitiche e leucitiche), scorie saldate e stratificate e banchi di lapilli alternati a lenti e strati di ceneri debolmente cementate; solo in alcune zone si rinvengono tufi leucititici contenenti grossi proietti lavici; nell’altra prevalgono materiali quali i tufi leucititici grigiastri detti di Montefiascone e, con alternanza di ceneri, sabbie vulcaniche e lapilli (talvolta a consistenza litoide), con inclusi lavici di dimensione variabile in relazione alla loro distanza dai centri di emissione. Intercalate a questi si rinvengono colate di lava leucitica, sempre di limitata estensione. Localmente sono stati rinvenuti strati di pomici e ceneri con livelletti tifatici di
sedimentazione lacustre. La permeabilità di questo tipo di rocce è sempre piuttosto elevata sia per porosità (tufi, lapilli, sabbie) che per fessurazione (lave).
L’altitudine dei terreni coltivati a vite è compresa tra i 19 e i 663 m s.l.m.: l’esposizione generale è orientata verso ovest, sudovest. Il clima dell’area è di tipo temperato mediterraneo ed è caratterizzato da precipitazioni medie annue comprese tra i 775 ed i 1214 mm, con aridità estiva non molto pronunciata (pioggia 84-142 mm) nei mesi estivi. La temperatura media è compresa tra i 13,7 ed i 15,2°C: freddo prolungato da ottobre ad maggio, con temperatura media inferiore ai 10°C per 3-4 mesi l’anno e temperatura media minima del mese più freddo dell’anno che oscilla tra 1,9 e 3,9° C.
Storia della DOC
Presso gli Etruschi la coltivazione della vite raggiunse un notevole progresso, favorito anche da evolute conoscenze tecniche e da materiale ampelografico di varia origine, raccolto attraverso gli ampi rapporti commerciali di questo popolo. Per quanto riguarda le zone e i vitigni coltivati dagli Etruschi, alcuni scritti di Plinio testimoniano in modo abbastanza preciso la produzione vitivinicola in Etruria. A Gravisca (antico porto di Tarquinia) e nell’antica Statonia (nel territorio di Vulci) già nel 540-530 a.C. i vigneti erano in grado di fornire una produzione sufficiente ad alimentare un rilevante commercio esterno.
La viticoltura dell’area ebbe nuovo impulso ad opera dei Romani e continuo sotto lo Sato della Chiesa: nell’opera Le pergamene medievali di Orte (G. Giontella, D. Gioacchini, A. Zuppante – 1994), gli autori riportano che nel febbraio del 1401 il giudice Pietro di ser Nerio Ciocii concede “ad pastinandum” un terreno dietro l’impegno del coltivatore a lavorare la terra diligentemente e a corrispondere un terzo dei frutti della vigna. Nel secondo Medio Evo numerosi Capitoli degli Statuti delle città sono dedicati alla coltivazione della vite e alla produzione e vendita del vino: gli Statuti della città di Orte stabilivano tra l’altro il prezzo del vino ed il divieto da parte degli osti di aumentarlo; lo Statuto di Viterbo del 1251 stabilisce la data di inizio vendemmia “usque ad festum S. Marie de septembri” ed esonera il vino di importazione dal pagamento del pedaggio data l’insufficiente produzione della città; al contrario gli Statuti di Bagnoregio del 1373 proibiscono l’importazione di vino forestiero e impongono agli osti di usare misure munite di sigillo comprovante l’effettiva capacità; lo Statuto di Celleno del 1457 stabilisce anche come dovevano essere realizzate le vasche per la vinificazione, prevalentemente scavate nel tufo; lo Statuto del Comune di Civitella d’Agliano del 1444 e lo Statuto di Castel del Piero, ovvero San Michele in Teverina, (poi divenuto frazione di Civitella d’Agliano) del 1579 regolamentano anch’essi in maniera dettagliata la vitivinicoltura.
Nel tempo la viticoltura ha mantenuto un ruolo importante nel panorama agricolo del territorio, fino all’attualità, come testimoniano le numerose sagre e feste che si tengono annualmente, come la Sagra del Vino dei Colli del Tevere di Castiglione in Teverina o la Fiera del vino di Montefiascone, la cui prima edizione risale al 1950.
DOC

1996
Estensione: 273000 ettari
Cantine
- Trebotti
Vini
I migliori vini Colli Etruschi Viterbesi DOC selezionati da Vivi il Vino.
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