Controguerra DOC
Vitigni vari
La denominazione Controguerra DOC raccoglie una serie di diverse tipologie di vino come
- Controguerra Bianco DOC
- Controguerra Rosso DOC
- Controguerra Rosato DOC
e anche nelle versioni Novello, Spumante e Passito. Inoltre se il vino è monovitigno, nella dicitura viene menzionato il vitigno utilizzato come:
- Cabernet,
- Merlot,
- Passerina,
- Pecorino,
- Chardonnay.
L’area di produzione del vino Controguerra DOC è ristretta ai comuni di Controguerra, Torano Nuovo, Ancarano, Corropoli e Colonnella, tutti appartenenti alla provincia di Teramo.

Tipologie di Vino
Controguerra Rosso DOC: Montepulciano: 60 -100%, Cabernet Sauvignon: 0 -15% , Merlot: 0 – 15%
Controguerra Bianco DOC : Trebbiano Giallo: 60 – 85%, Passerina: 15 – 40%
Controguerra DOC Metodo Classico: Trebbiano toscano e/o abruzzese: minimo 60%; Chardonnay, Verdicchio, Pecorino, da soli o congiuntamente minimo 30%; possono concorrere uve di altri vitigni a bacca bianca, idonei alla coltivazione per la Regione Abruzzo, fino ad un massimo del 10%.
La resa massima non deve superare le 120 q/ha per i vini rossi e rosati, con o senza indicazione di vitigno, e le 140 q/ha per i vini bianchi.
Caratteristiche pedo-climatiche del territorio
Questa piccola area è particolarmente vocata alla produzione del vino, grazie ai terreni costituiti da depositi plio-pleistocenici che hanno riempito il bacino periadriatico mediante un ciclo sedimentario marino che si è svolto tra la fine del Terziario e l’inizio del Quaternario. I terreni sono di natura argillo-limosa con intercalazioni più sciolte nella parte litoranea, con pendenze in genere piuttosto contenuto e buone esposizioni.

Per la produzione di vini sotto questa denominazione i terreni di coltura devono avere un’altitudine minima di 440 metri sul livello del mare.

Il clima della zona è temperato e tende al temperato-caldo durante il periodo estivo. Notevoli sono le escursioni termiche nel passaggio tra il giorno alla notte, favorite soprattutto dalla presenza vicina del Gran Sasso e dai Monti della Laga, favorendo così le condizioni ottimale per la produzione di ottime uve da vino, ricche di sostanze aromatiche negli acini.
Storia della DOC
La prima vera testimonianza storica sulla produzione enoica abruzzese, in particolare nell’area Aprutina, come ricorda Polibio, storico greco vissuto tra il 205 ed il 123 a.C., risale alle famose gesta di Annibale (216 a.C.) ed alla sua vittoria di Canne. Il territorio citato da Polibio era proprio quello a ridosso dell’area Piceno-Aprutina ossia la parte nord dell’attuale provincia di Teramo che, sin da allora, era rinomata per la qualità dei suoi vini che “avevano guarito i feriti e rimesso in forze gli uomini”. Dopo Polibio sono stati numerosi gli autori che nei loro scritti hanno descritto ed elogiato la vitivinicoltura della terra Aprutina. Ma accanto alle eloquenti parole di scrittori famosi, si affiancano anche quelle altrettanto chiare dell’avvocato Gian Francesco Nardi (1746-1813) che, nell’opera Saggi su l’Agricoltura Arti e Commercio della provincia di Teramo pubblicata nel 1789, a proposito della vitivinicoltura nel circondario teramano riferisce: “Noi tutto giorno attendiamo a coltivare le vigne. Elleno sono così feraci, che in alcuni anni restano invendemiate per mancanza di vasi, che ne rattengano il liquore. Eppure ancora non sappiamo fare un buon vino, che compriamo dall’Estero, quando ce ne venga la voglia. Sono infinite le qualità delle nostre uve, si maturano perfettamente, e divengono dolcissime; ma ignoranti ed indolenti fino alla stupidezza ci è incognito fino il di loro nome vero”.
Ma grazie instancabile opera del senatore e ministro del Regno d’Italia Giuseppe Devincenzi (1846-1903) la viticoltura teramana si avviò ben presto verso un rapido rinnovamento che pose questo territorio tra i primi in Italia. Il Devincenzi, Ministro dell’Agricoltura Industria e Commercio dal 1871 al 1874 nonché Presidente della Società dei Viticoltori Italiani, costituita nel 1884, in un Indirizzo ai proprietari ed ai coltivatori del 1885
faceva importanti considerazioni sulla coltivazione e sulla qualità dei vini, indicando anche gli indirizzi agronomici ed enologici da prendere ad esempio per produrre buoni vini. Accanto al senatore Devincenzi va giustamente evidenziato anche l’operato dell’avvocato Giuseppe Montori (1819-1899) che nel 1872, quando venne istituito a Teramo l’Istituto Tecnico ne fu il primo preside. Un importante contributo alla conoscenza della viticoltura abruzzese di fine ‘800 ci viene anche dall’opera di Ottavi e Marescalchi dal titolo Vade-Mecum del commerciante di uve e di vini in Italia, i quali scrivevano che “In provincia di Teramo le uve
predominanti erano il Trebbiano, la Malvasia, il Moscatello e la Greca, tra le bianche, il Montepulciano, il Montonico e il Sangiovese, tra le nere. La produzione totale era di 630.00 ettolitri di cui il 39% rosso ed il 61% bianco”.
DOC

2010
Cantine
- Barone Cornacchia
- Illuminati
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