Dolcetto di Diano d’Alba DOCG
Vitigno: Dolcetto
La denominazione Dolcetto di Diano d’Alba DOCG include due diverse tipologie di vino:
- Dolcetto di Diano d’Alba DOCG
- Dolcetto di Diano d’Alba Superiore DOCG

Tipologie di Vino
il Dolcetto di Diano d’Alba o Diano d’Alba ha un colore rosso rubino, con odore fruttato e caratteristico con eventuale sentore di legno, e al gusto si presenta con un sapore asciutto, ammandorlato e armonico. Inoltre è presente il Dolcetto di Diano d’Alba Superiore caratterizzato da una maggiore gradazione alcolica.

Il nome del vitigno deriva dalla particolare dolcezza della polpa dell’uva, ma i vini che se ne ricavano sono esclusivamente asciutti e decisamente secchi, caratterizzati da una modesta acidità e da un piacevole retrogusto amarognolo. A seconda della zona di coltivazione e del tipo di vinificazione, il Dolcetto dà origine a vini freschi e beverini, che si accompagnano alla tavola quotidiana grazie alla loro morbidezza, alla freschezza del gusto e alla capacità di adattarsi a molti cibi diversi; oppure a vini di forma più evoluta, di corpo e struttura, capaci di invecchiare fino a sei-sette anni grazie al sapiente lavoro in vigna e a una corretta gestione in cantina da parte dei produttori.
Caratteristiche pedo-climatiche del territorio
Il Dolcetto di Diano nasce nelle langhe, termine che secondo alcuni studiosi deriverebbe da “Langues” che non sono altro che delle lingue di terra che si estendono in un vivace gioco di profili, modulati dal mutare delle stagioni. Dal punto di vista geologico, le Langhe hanno origine nell’Era Terziaria o Cenozoica, iniziata quasi 70 milioni di anni fa. Le Arenarie bianche caratterizzano il comprensorio di Diano, sulle colline alte a dominare il fiume Tanaro.

Storia della DOCG
È il vino che prende nome da un piccolo borgo a sud di Alba, allungato su di una collina a quasi 500 metri s.l.m. che domina da un lato la città, dall’altro l’antica via di comunicazione per la Liguria e dal terzo lato le colline che digradano verso la pianura che s’intravede in lontananza; una posizione strategica dunque, sfruttata da tutte le popolazioni che anticamente l’hanno abitata, prima i Liguri e poi i Romani, dai quali forse deriva il nome stesso del luogo, dedicato alla dea della caccia Diana, che ricorda i tempi in cui queste colline erano ancora ricoperte di boschi fitti e misteriosi. Si ottiene dal vitigno Dolcetto vinificato in purezza e coltivato secondo i metodi tradizionali dell’albese.

La predilezione dei produttori vinicoli di Diano per questo vitigno e l’esperienza tramandata nelle generazioni ha individuato nel tempo così bene le posizioni migliori per i vigneti che è stato possibile delimitarle con precisione fin dal 1988; si chiamano Sörì, che in dialetto piemontese sta per “luogo solatio” e sono 76 in tutto le aree più vocate alla viticoltura, interamente comprese nel comune di Diano d’Alba.
A Diano il vitigno dolcetto trova le condizioni ideali per esprimere un vino di particolare pregio. Delicato ed esigente in fatto di esposizione, precoce ed amante delle forti escursioni termiche, ha trovato sulle coste più alte e soleggiate di questo paese il suo ambiente ideale, ricacciando il bosco nei fondovalle ed il nocciolo sui versanti meno favorevoli.
DOCG

2010
Cantine
- Claudio Alario
Vini
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Una risposta
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