Elba Aleatico Passito DOCG
Vitigno: Aleatico
La denominazione Elba Aleatico Passito DOCG descrive una sola tipologia di vino prodotto da uve di vitigno aleatico appassite prodotte esclusivamente nei comuni comprendente il territorio dell’Isola d’Elba.

Di colore rosso rubino carico, talvolta con riflessi violacei e tendente al granato con l’invecchiamento, l’Elba Aleatico Passito ha un profumo intenso e caratteristico e di sapore dolce. Di corpo ed armonico.

L’isola d’Elba, la maggiore dell’Arcipelago toscano, ha una superficie di 224 Km quadrati ed è la terza isola italiana per estensione. La morfologia del suo territorio è prevalentemente collinare con un massiccio rilievo montuoso nella sua parte occidentale che supera i 1000m. La fascia di coltivazione della vite si estende dal livello del mare fino ai 450m.

La complessa origine geologica dell’isola ha determinato differenti tipi di substrati rocciosi nelle sue diverse zone e quindi diversi tipi di suoli: la zona occidentale del massiccio del monte Capanne ha suoli derivati dalla disgregazione di rocce granitiche che hanno originato terreni sciolti e molto permeabili; la zona centrale di origine sedimentaria presenta piccole pianure di raccordo tra le coste e colline non ripide con suoli calcarei, ciottolosi e mediamente argillosi; nella parte orientale dell’isola di origine metamorfica predominano i suoli poco profondi, con scheletro grossolano e buona presenza di minerali. Anche se differenti per tessitura i suoli delle diverse zone dell’isola sono sempre poveri di sostanza organica e ben adatti quindi alla produzione di uve di qualità che conferiscono ai vini particolari caratteristiche aromatiche, struttura e complessità.
Il clima è di tipo mediterraneo caratterizzato da masse di aria di genesi tropicale in estate, e di masse invernali di provenienza marittima polare.

La viticoltura dell’isola d’Elba risale al periodo etrusco, anche se l’antico sistema di allevamento ad alberello denota l’influenza greca. Già i Romani la descrivevano come “isola feconda di vino”. (Plinio il Vecchio, Naturalis Historia). Nei secoli del Rinascimento si definiscono le principali varietà di uve da vino che provengono dalle diverse zone del Mediterraneo che hanno esercitato influenze economiche e sociali sull’isola: dalla Toscana proviene il Trebbiano, il Sangiovese e l’Aleatico, dalla Sicilia l’Ansonica e il Moscato, dalla Corsica e dalla Liguria il Vermentino; tra le tante varietà che sono state coltivate sull’isola nel corso dei secoli e provenienti dalle più diverse zone viticole europee, quelle elencate sono oggi le principali varietà che compongono e caratterizzano le tipologie dei Vini della d.o. “Elba”, per il loro migliore adattamento alle condizioni climatiche e ai diversi tipi di suoli.
La viticoltura è stata fino alla metà del secolo XX la principale attività economica della popolazione dell’isola;
Il vitigno Aleatico si adatta alla variabilità dei tipi di suoli nelle diverse zone dell’isola per la rusticità della pianta, la bassa produttività e la conformazione spargola dei grappoli che induce resistenza alle patologie crittogamiche nella fase di maturazione.
Le condizioni climatiche, la viticoltura concentrata soprattutto sui terrazzamenti e sui versanti collinari e i tradizionali sistemi di allevamento poco espansi (alberello e in seguito l’attuale cordone speronato basso) sono fattori ambientali e umani che conferiscono particolari caratteristiche al vino tra cui un elevato tenore in estratto secco e in contenuto zuccherino. Il clima caldo e asciutto nei mesi estivi determina una bassa produzione per ettaro e per ceppo e favorisce una maturazione precoce ed una elevata sanità delle uve.

Mentre i differenti tipi di suoli tendono a differenziare le caratteristiche enologiche delle uve nelle diverse zone dell’isola, i fattori climatici, in particolare la vicinanza al mare, e antropici le accomunano. Le temperature alte ed il clima assolato nel mese di settembre hanno determinato la pratica dell’appassimento al sole per breve periodo (10-20 giorni) tipico della viticoltura delle isole mediterranee.
L’appassimento dell’Aleatico
Le uve di aleatico, per la produzione del vino passito necessitano dapprima di un periodo di appassimento che può avvenire sia all’aperto che in locali appositi. Tradizionalmente e per una perfetta riuscita del passito, questa procedura viene eseguita direttamente all’aperto, stendendo i grappoli di uva direttamente su platea u esposte direttamente ai raggi del sole. Questa è la fase più delicata dell’appassimento dell’aleatico, sono molti infatti i fattori che devono contribuire in questa fase. Il primo fra tutti è il sole, che deve essere sempre presente, quindi in periodi di brutto tempo, l’appassimento deve essere effettuato in locali appositi. Altro fattore indispensabile è il vento, in particolar modo la tramontana, un vento asciutto che contribuisce al perfetto appassimento degli acini evitando l’accumulo di umidità e la formazione di muffe indesiderate. Di notte, per evitare l’umidità, l’uva viene coperta da dei teli. L’uva deve stare per almeno una settimana ad appassire in queste condizioni. Sarà poi l’enologo a stabilire il giusto grado di essiccamento dell’uva e a decidere quando è pronta per essere portata in cantina.
L’Aleatico passito come ricostituente
L’uva Aleatico è descritta dai secoli del Rinascimento come uva atta a produrre “vini speciali” intesi come vini adatti a particolari ricorrenze e feste della vita sociale degli abitanti. Per la sua concentrazione e per il suo elevato contenuto zuccherino, poli-fenolico e di altre molecole antiossidanti, al vino Aleatico venivano attribuite proprietà, oltre che nutrienti, ricostituenti in particolare per anziani e bambini. Infatti non era raro dare un cucchiaino di passito ai bambini prima di andare a scuola, come ricostituente.
DOCG


2011
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Elenco dei vini Elba Aleatico Passito DOCG
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