Fara DOC
Vitigni: Nebbiolo, Vespolina e/o Uva rara
La denominazione Fara DOC include due particolari tipologie di vino rosso:
- Fara DOC
- Fara Riserva DOC
ottenuti da uve prodotte esclusivamente nei comuni di Fara e Briona in provincia di Novara.

Tipologie di Vino
Fara DOC e Fara DOC Riserva: Nebbiolo (Spanna) dal 50 al 70%; Vespolina ed Uva rara (Bonarda novarese) da sole o congiuntamente dal 30% al 50%. Possono inoltre concorrere altre varietà a bacca nera, non aromatiche ed idonee alla coltivazione fino ad un max 10%.
Il vino Fara DOC deve essere sottoposto ad un periodo di invecchiamento di 22 mesi di cui 12 in legno.
Il vino Fara DOC Riserva deve essere sottoposto ad un periodo di invecchiamento di 34 mesi di cui 20 in legno.
Entrambe con decorrenza dal 1 Novembre dell’anno di raccolta delle uve.
Caratteristiche pedo-climatiche del Territorio
Risalendo lungo il Fiume Sesia , Fara è la prima delle denominazioni “comunali” del Novarese . Due i comuni interessati : Briona e Fara Novarese. Il suo territorio si trova parte in altopiani morenici e parte su versanti collinari Tra i prodotti del territorio , il primo posto spetta all’uva e la coltivazione della vite vanta più di un millennio di esperienza che con il passare degli anni si è affinata in base alle conformazioni territoriali e climatiche.

La viticoltura di Fara si sviluppa sul versante orientale della valle del Sesia , una lunga e regolare collina morenica che si sviluppa su un asse nord-sud: un altopiano prevalentemente argilloso diviso in due strisce collinari . E’ una collina frutto dei lavori di terrazzamento fluvio-glaciali, che l’hanno arricchita di strati alluvionali eterogenei. Terreni profondi nella parte superiore (quella in piano) , più ciottolosi e più sciolti lungo i versanti esposti a ovest.

Storia della DOC
Fin dai tempi più remoti a Fara si è coltivata la vite per fare il vino e lo scrittore Plinio il Vecchio già lo menziona nel I° secolo dopo Cristo, testimonianze derivano anche da antichi diari di viticoltori. A Fara Novarese è conservato un Sarcofago romano, attribuito al II° Secolo d.C.. , nel quale si legge molto chiaramente il testo dell’iscrizione nel cartiglio che ci dice che il proprietario negoziava in generi agricoli e in vino.
DOC

1969