Fiano di Avellino DOCG
Vitigno: Fiano
Il vino a denominazione Fiano di Avellino DOCG è prodotto esclusivamente da uve di vitigno Fiano provenienti da una serie di comuni nella provincia di Avellino.
Più precisamente i comuni che compongono il territorio sono Avellino, Lapio, Atripalda, Cesinali, Aiello del Sabado, S.Stefano del Sole, Sorbo Serpico, Salza Irpina, Parolise, S.Polito Ultra, Candida, Manocalzati, Pratola Serra, Montefredane, Grottolella, Capriglia Irpina, S.Angelo a Scala, Summonte, Mercogliano, Forino, Contrada, Monteforte Irpino, Ospetaletto d’Alpinolo, Montefalcione, S.Lucia di Serino e San Michele di Serino.

Caratteristiche pedo-climatiche del territorio
Orograficamente, l’assetto morfologico si caratterizza per la presenza e la prevalenza di un’estesa fascia collinare, interposta tra le pendici orientali dei rilievi del gruppo M.Vergine-Monti di Avella, ad ovest, e quelle occidentali del gruppo Terminio-Tuoro, ad est. I terreni hanno profili giovani e immaturi e poggiano il più delle volte direttamente sui loro substrati pedogenetici, sia roccia dura e compatta sia rocce tenere argillose e sabbiose.

Le condizioni termiche, idrotermiche ed anemometriche che caratterizzano l’areale sono pressochè ideali per un processo di maturazione caratterizzato da gradualità ed equilibrio tra tenore zuccherino e acidità, consentendo l’ottenimento di produzioni enologiche pregiate. Tale favorevole situazione è chiaramente dovuta alla posizione geografica e all’orografica del territorio. L’andamento climatico sia dal punto di vista termico che delle precipitazioni è fortemente influenzato dai numerosi ettari di bosco che ricoprono i monti che caratterizzano l’ambiente circostante e che ne sfavoriscono il surriscaldamento. In generale, il clima invernale è rigido, non di rado ci sono precipitazioni a carattere nevoso, come il clima estivo è alquanto mite.
Storia della DOCG
L’attuale zona di produzione della Fiano di Avellino DOCG nella sua attuale conformazione fu così già descritta nel 1642 dallo storico Fra’ Scipione Bellabona nei “Raguagli della città di Avellino”. La coltivazione della vite nell’area è connessa alla presenza del fiume Sabato che attraversa le formazioni collinari che la caratterizzano e deriva il nome dal popolo dei Sabini, il cui eponimo era Sabus o Sabatini, una tribù dei Sanniti stanziatisi nel bacino del fiume Sabatus (Livio).

Nella zona di origine il comune di Lapio, sito nelle colline ad Est di Avellino ad un’altitudine di 590m s.l.m, è ritenuto luogo che spiega la possibile origine “nativa” del vitigno come si reperisce anche in una pubblicazione del 1642 del frate Scipione Bella Bona dal titolo “Ragguagli della città di Avellino” nella quale l’autore, parlando dell’antica Avellino, racconta che presso i suoi confini esistevano tre castelli di cui uno a Monteforte, un altro a Serpico ed il terzo situato nell’area agricola detta Apia (oggi Lapio) dove si produceva il vino chiamato Apiano.
Il termine Fiano deriverebbe da Apiano, uva già conosciuta e decantata dai poeti latini. Tale termine avrebbe subito modificazione nel tempo, trasformatosi in Afianti e poi successivamente, Fiano.
Per questa DOCG, la centralità produttiva e l’importanza vinicola del villaggio di Lapio è confermata da una nota del 5 novembre del 1592, indirizzato al Capitano di Montefusco, capitale del Principato d’Ultra, coincidente in larga parte all’odierna provincia di Avellino.
DOCG

2003
Cantine
- Feudi di San Gregorio
- Fonzone
- Mastroberardino
Vini
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