Freisa d’Asti DOC
Vitigno: Freisa
La denominazione Freisa d’Asti DOC descrive alcune tipologie di vino come:
- Freisa d’Asti DOC
- Freisa d’Asti DOC Superiore
- Freisa d’Asti DOC Spumante
tutti ottenuti esclusivamente da vitigno Freisa. La zona di produzione è il territorio collinare della provincia di Asti con l’esclusione pertanto dei territori comunali di Cellarengo d’Asti e di Villanova d’Asti.

Tipologie di Vino
Freisa d’Asti DOC: Freisa 100%
Il Freisa d’Asti ha un colore rosso granato o cerasuolo piuttosto chiaro, con tendenza a leggero arancione con l’invecchiamento. Ha un odore caratteristico delicato di lampone e di rosa e al gusto presenta un sapore amabile, fresco, con sottofondo assai gradevole di lampone. Nel tipo secco e con breve invecchiamento, delicatamente morbido.
Il Fresa d’Asti Spumante mostra una spuma fine, persistente. Di colore rosso granato o cerasuolo piuttosto chiaro, ha un odore caratteristico delicato di lampone e di rosa. Al gusto può risultare da extra dry ad abboccato, fresco, con sottofondo assai gradevole di lampone.
Il Fresa d’Asti Superiore ha un colore rosso granato o cerasuolo piuttosto chiaro, con tendenza a leggero arancione con l’invecchiamento. L’odore caratteristico e delicato di lampone e di rosa, ha sapore amabile, fresco, con sottofondo assai gradevole di lampone. Nel tipo secco e con breve invecchiamento, delicatamente morbido.

Il vitigno Freisa
Antico vitigno piemontese, diffuso in tutto il Monferrato Astigiano, il vitigno Freisa trova la sua area di elezione nel territorio a nord della provincia di Asti. Il Vino Freisa d’Asti può essere prodotto in varie versioni e nella tradizione contadina del territorio viene prodotto anche come vino dolce. Essendo piuttosto resistente alle crittogame, ma poco alla siccità, nell’astigiano viene coltivato di norma nei versanti di media collina non eccessivamente assolati.

Il nucleo originale di diffusione del vitigno Freisa sembra essere l’area nord occidentale del Monferrato, ai confini tra il bacino terziario piemontese la collina morenica torinese e, amministrativamente, tra le province di Asti e Torino. Lo attestano citazioni del nome Freisa nei catasti del Comune di Chieri del secolo sedicesimo. Il vitigno Freisa si è poi largamente diffuso in tutta l’area astigiana, essendo in molti comuni a sinistra del Tanaro il secondo vitigno coltivato dopo il Barbera. La sua diffusione è dovuta alle qualità enologiche specifiche, alla sua ottima vocazione come uva da taglio per i freschi aromi fruttati e la tannicità robusta. Vinificato in purezza, è tradizionale sia la versione vivace, frizzante e spumante, secca oppure amabile, che quella ferma.
Purtroppo non ci sono notizie certe sull’origine del vitigno Freisa. Alcuni documenti lo citano a partire dal ‘500. Nelle tariffe doganali di Pancalieri del 1517 sono registrate le carrate di fresearum, considerate di gran pregio. Nel 1692 Pietro Francesco Cotti scrive di aver piantato delle Freise in un fossale del Brichetto, in quel di Neive, Ancora nella cantina di Lu nel 1760 si parla chiaramente dell’acquisto di barbatelle di Freisa e sempre nel medesimo luogo si parla di vino Freisa. Il primo a descriverlo fu il conte Nuvolone sul “Calendario Georgico della Società Agraria di Torino”.
Alla fine degli anni ’80 del 1800 compare come uno dei principali vitigni piemontesi nell’Album ampelografico, compilato da una commissione di esperti presieduta dal Conte Giovanni di Rovasenda, forse il più illustre ampelografo piemontese dell’800, riconosciuto anche a livello europeo.
DOC

1972