Gioia del Colle DOC
Vitigni: vari
La denominazione Gioia del Colle DOC descrive diverse tipologie di vino come:
- Gioia del Colle Rosso DOC
- Gioia del Colle Bianco DOC
- Gioia del Colle Rosato DOC
e alcune tipologie monovitigno come:
- Gioia del Colle Primitivo DOC
- Gioia del Colle Aleatico Dolce DOC
- Gioia del Colle Liquoroso Dolce DOC
Le uve utilizzate vengono prodotte in alcuni comuni della provincia di Bari.

Tipologie di Vino
Gioia del Colle DOC Rosso e Gioia del Colle DOC Rosato: Primitivo 50-60%, Montepulciano, Sangiovese, Negroamaro, Malvasia Nera da soli o congiuntamente 40-60% con limite max del 10% per la Malvasia.
Gioia del Colle DOC Bianco: Trebbiano Toscano 50-70%. Altri vitigni idonei possono concorrere al 30-50%.
Gioia del Colle DOC Primitivo: Primitivo al 100%
Gioia del Colle DOC Aleatico: Aleatico min 85%. Altri vitigni idonei possono concorrere max 15%.
Caratteristiche pedoclimatiche del Territorio
Il territorio di produzione consiste di terreni che presentano le classiche terre rosse derivate dalla dissoluzione delle rocce calcaree, delle quali rappresentano i residui insolubili composti da ossidi e idrossidi di ferro e alluminio. Sono terreni che per la loro ricchezza di potassio e la relativa povertà di sostanza organica costituiscono un privilegiato substrato per la coltivazione di uve per vini rossi di pregio. I terreni, argillosi, argillosi-limosi, hanno elevata presenza di scheletro che raggiunge circa il 60% dei costituenti totali.

L’altitudine delle aree coltivate è compresa tra i 200m ed i 450 metri sul livello del mare. Le pendenze sono lievi e le esposizioni prevalenti sono orientate a sudest. Il clima è di tipo caldo-arido, con andamento pluviometrico molto variabile e con precipitazioni che vanno dalle 400 mm alle 800 mm all’anno, concentrate per il 70% nel periodo autunnale-invernale.
Storia della DOC
Gioia del Colle è un piccolo agglomerato di case che circondano il bellissimo castello che Federico II di Svevia fece edificare nel 1230. La coltivazione della vite e la produzione del vino in questo territorio erano già attive dall’VIII sec. a.C., come testimoniano i numerevoli ritrovamenti di contenitori destinati a contenere vino nella zona archeologica di Monte Sannace, il più grande abitato peucetico noto, a pochi chilometri da Gioia del Colle.

Per quanto riguarda il Primitivo, la documentazioni più antica risale al 1919, una pubblicazione che narrava che l’abate Francesco Filippo Indellicati, nel 1799, fu il primo ad effettuare una sorta di selezione clonale del Primitivo. L’abate nato e cresciuto a Gioia del Colle, notò la crescita disordinata nelle campagne gioiesi di molta uva da vino, costume allora alquanto diffuso. Tra le varie uve tra di loro mischiate, una varietà maturava prima delle altre, pur avendo una fioritura abbastanza tardiva. Per tale caratteristica la denominò “Primaticcia o Primativo” dal latino “primativus”. L’abate effettuò una attenta selezione delle marze e le impianto in agro di Gioia del Colle, in una zona denominata “Liponti” che fa ancora oggi parte della contrada denominata Terzi. Dal 1820 in poi il vitigno si estese anche nelle zone limitrofe fino a raggiungere l’estesa aria di coltivazione odierna.
Le forme di allevamento utilizzate sono l’Alberello (20%), la Controspalliera (70%) ed il tendone (10%). I sistemi di potatura adottati sono per l’Alberello la potatura corta (al momento della potatura vengono lasciate 2 speroni con 3-4 gemme per ciascuna delle 2 o 3 barche), per l’allevamento a Controspalliera la potatura mista (sperone e capo a frutto con circa 8-10 gemme). La densità d’impianto varia da 4500 per la spalliera a circa 10000 ceppi per l’alberello fino a 2500 per il tendone.
DOC

1987
Cantine
- Plantamura
- Pietraventosa
- Polvanera
- Terrecarsiche
- Centovignali
- Coppi
Vini
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2 risposte
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