Gravina DOC
Vitigni: vari
La denominazione Gravina DOC descrive diverse tipologie di vino come:
- Gravina Bianco DOC
- Gravina Rosato DOC
- Gravina Rosso DOC
- Gravina Spumante DOC
- Gravina Passito DOC
tutti vini ottenuti da uve prodotte nei comuni di Gravina di Puglia, Poggiorsini, Altamura e Spinazzola, tutti in provincia di Bari.

Tipologie di Vino
Gravina Bianco DOC: Greco min 50%; Malvasia Bianca e/o Bianca Lunga min 20%. Possono concorrere Fiano, Verdeca, Bianco di Alessano e Chardonnay fino ad un max 30%.
Gravina Spumante DOC: Greco min 50%; Malvasia Bianca e/o Bianca Lunga min 20%. Possono concorrere Fiano, Verdeca, Bianco di Alessano e Chardonnay fino ad un max 30%.
Gravina Rosso DOC: Montepulciano min 40%, Primitivo almeno 20%. Possono concorrere Aglianico, Uva di Troia, Merlot e Cabernet Sauvignon per non oltre il 30%.
Gravina Rosato DOC: Montepulciano min 40%, Primitivo almeno 20%. Possono concorrere Aglianico, Uva di Troia, Merlot e Cabernet Sauvignon per non oltre il 30%.
Gravina Passito DOC: Malvasia 100%.
Caratteristiche pedo-climatiche del territorio
L’area di produzione consiste in terreni accomunati da un alto tasso di omogeneità. Infatti, da un punto di vista geologico le Murge nord-occidentali sono formate da calcari compatti dell’unità litologica del calcare di Bari e di Altamura (formazione del Cretaceo, risalente a circa 130 milioni di anni fa, il cui spessore raggiunge i 3000m). L’altopiano considerato comprende le cosiddette Murge nord-occidentali dove si notano le quote più elevate dell’intero rilievo (Monte Caccia 680 m , Torre Disperata 686 m) con un altezza media che difficilmente scende al di sotto del 350 metro sul livello del mare.

Dal punto di vista strutturale le Murge corrispondono ad un rilievo tabulare allungato nello stesso senso della Fossa Bradanica, delimitato sul margine sud orientale da una estesa scarpata, mentre verso nordest il rilievo murgiano degrada sino al livello del mar Adriatico. La lunghissima azione di erosione da parte dei venti e soprattutto dalle acque piovane ricche di anidride carbonica ha modellato le forme di questo esteso altopiano calcareo, creando un eccezionale patrimonio di fenomeni di origine carsica. Data la costituzione litologica dell’altopiano su di esso mancano corsi di acqua perenni, a fronte di una falda sotterranea che, nel settore delle Murge Alte, dove il carsismo raggiunge il suo massimo sviluppo, può spingersi fino a 400 metri sotto il livello del mare.
Questa conformazione fa, di questo altopiano, l’habitat ideale per la vigna che affonda le sue radici nello strato calcareo immediatamente sottostante il sottile strato di terreno fertile, con la conseguenza che i vigneti qui impiantati hanno rese per ettaro naturalmente basse ed una grande mineralità sostenuta da una buona acidità in quanto è risaputo che le massime espressione qualitative si hanno su terreni minerali, con poca sostanza organica e non troppo ricchi di acqua, elementi che la natura carsica del terreno rappresenta in maniera ideale.
Storia della DOC
L’antico insediamento di Gravina, sorgeva sul colle Botromagno lungo la strada che era la via Appia; originariamente ebbe il nome di Sidion, di estrazione greca e Sidini erano chiamati i suoi abitanti. La viticoltura era di chiara importazione greca (Malvasia, Greco e Aglianico sono tutti vitigni di chiara derivazione della Magna Grecia). La strategica posizione sulla via Appia, occupata da Gravina, ne faceva stazione di posta sulla via che collegava Roma a Brindisi (porto principale per i commerci con la Grecia) e la successiva sovrapposizione con la cosiddetta Via Francigena che rappresentava il corridoio per le crociate in Terrasanta.
Il sesto d’impianto tradizionale era il tendone, il quale oggi rappresenta solo il 5% della superficie totale vitata, soppiantato dalla più moderna spalliera in filari, con interfila tra i 2.20 ed i 2.50 m ed una distanza tra le piante di 1.10 e 1.30m. Esistono anche vigneti con oltre 50 anni di età coltivati ad alberello e vite maritata. Le forme di allevamento più comuni sono il guyot ed il cordone speronato con poche gemme per pianta.
DOC

1983