Greco di Tufo DOCG
Vitigno: Greco
La denominazione Greco di Tufo DOCG descrive due tipologie di vino bianco:
- Greco di Tufo DOCG
- Greco di Tufo Spumante DOCG.
Il vino Greco di Tufo Bianco è un vino di colore giallo paglierino più o meno intenso, di odore gradevole e intenso. Al sapore risulta fresco, secco e armonico.

La zona di produzione delle uve destinate alla produzione del Greco di Tufo comprende una serie di comuni della provincia di Avellino, e più precisamente: Tufo, Altavilla Irpina, Chianche, Montefusco, Prata di Principato Ultra, Petruro Irpino, Santa Paolina e Torrioni
Il territorio della produzione del Greco di Tufo è caratterizzata, dal punto di vista morfologico, dalla presenza di numerosi e rilevanti incisioni, determinate dall’azione erosiva delle acque superficiali incanalate, che caratterizzano le aree dove affiorano i conglomerati e le sabbie. In tale area, è possibile individuare due morfostrutture principali, rispettivamente a destra e a sinistra del Fiume Sabato.
I terreni hanno profili giovani e immaturi e poggiano il più delle volte direttamente sui loro substrati pedogenetici, sia roccia dura e compatta sia rocce tenere argillose e sabbiose. Lo scheletro è presente in misura modesta e formato da frammenti e ciottoli silicei o calcarei. Per contro, i terreni sono decisamente ricchi in argilla. Quindi i contenuto elevato in argilla ha influenza positiva sulla qualità delle produzioni, particolarmente durante i periodi di siccità estiva, consentendo una più regolare maturazione delle uve con un buon mantenimento dei livelli di acidità. Altrettanto positiva la ricchezza in potassio e magnesio scambiabile che conferisce ai vini intensità di profumi, buona struttura ed equilibrio.
Le condizioni climatiche sono pressochè ideali per un processo di maturazione caratterizzato da gradualità ed equilibrio tra tenore zuccherino e acidità, consentendo l’ottenimento di produzioni enologiche pregiate. L’andamento climatico sia dal punto di vista termico che delle precipitazioni è fortemente influenzato dai numerosi ettari di bosco che ricoprono i monti che caratterizzano l’ambiente circostante e che ne sfavoriscono il surriscaldamento.
La coltivazione della vite nell’area si perde nella notte dei tempi, intimamente connessa allo scorrere del fiume Sabato che l’attraversa, da cui deriva il nome dal popolo dei Sabini, il cui eponimo era Sabus o Sabatini, una tribù dei Sanniti stanziatasi nel bacino del fiume Sabatus (Livio). Lungo le anse del fiume correvano (ancora oggi), le antiche vie che univano l’Irpinia al Sannio. L’area si rafforza nell’800 con la scoperta di enormi giacimenti di zolfo nel comune di Tufo. La presenza e la disponibilità di zolfo, gioverà alla coltivazione della vite, dando vita alla tecnica della zolfatura che permetteva di proteggere i grappoli dagli agenti patogeni esterni.
Altra documentazione attesta nei secoli lo sviluppo della coltura della vite in questa zona. Per esempio la relazione del catasto del 29 maggio del 1815, effettuata dal sindaco di Tufo, testimonia che la coltura della vite impegnava all’incirca 286 tomoli di terreno, che è una superficie lievemente inferiore a quella attualmente impegnata per la stessa coltura.
Per quanto riguarda il vitigno Greco Bianco di Tufo, molti autori e storici tendono ad accomunarlo con lo storico vitigno Aminea Gemella, un vitigno coltivato nell’antica Roma intorno al I sec. a.C.
DOCG


2011
Cantine
- Feudi di San Gregorio
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