Irpinia DOC
Vitigni: Vari
La denominazione Irpinia DOC descrive diverse tipologie di vino:
- Irpinia Bianco DOC
- Irpinia Rosso DOC
- Irpinia Rosato DOC
alle tipologie monovitigno come
- Fiano,
- Greco,
- Aglianico,
- Falanghina,
- Piedirosso,
- Sciascinoso
- Coda di Volpe
anche nelle versioni Spumante e Passito. Vini ottenuti da uve prodotte in alcuni comuni in provincia di Avellino. Inoltre prevede anche una sottozona chiamata Campi Taurasini.

Tipologie di Vino
Irpinia DOC Bianco: Greco dal 40 al 50%, Fiano dal 40 al 50%. Possono concorrere altri vitigni a bacca bianca non aromatici, congiuntamente o disgiuntamente, idonei alla coltivazione la provincia di Avellino nella percentuale massima del 20%.
Irpinia DOC Rosso: Aglianico min 70%.Possono concorrere altri vitigni a bacca bianca non aromatici, congiuntamente o disgiuntamente, idonei alla coltivazione la provincia di Avellino nella percentuale massima del 30%.
Irpinia DOC Rosato: Aglianico min 70%.Possono concorrere altri vitigni a bacca bianca non aromatici, congiuntamente o disgiuntamente, idonei alla coltivazione la provincia di Avellino nella percentuale massima del 30%.
Irpinia DOC con vitigno in menzione: min 85% del relativo vitigno. Possono concorrere altri vitigni a bacca bianca non aromatici, congiuntamente o disgiuntamente, idonei alla coltivazione la provincia di Avellino nella percentuale massima del 15%.
Caratteristiche pedo-climatiche del territorio
L’Irpinia è una regione storico-geografica dell’Italia meridionale, oggi ricompresa nella provincia di Avellino. Nella nazione dei Sanniti (Samnites) oltre agli Hirpini e ai Pentri, rientravano i Carricini (Carecini), i Caudini e i Frentani. I Sanniti comunque sono un parto della mente degli scrittori latini, che originariamente non riuscivano a distinguere tra tali tribù e le definirono genericamente Samnites. L’Irpinia confina a nord con il Sannio, ad ovest con l’agro Nolano e l’agro nocerino, a sud con la provincia di Salerno e ad est con il Vulture e la Daunia. La regione di estende nella parte centro-orientale della Campania, è lontana dal mare e si presenta come un territorio prevalentemente montuoso.

Le catene montuose del Paternio e del Terminio ne attraversano tutto il territorio e danno luogo ad una serie di tipologie viticole soprattutto in rapporto ai sesti d’impianto e all’espansione vegetativa. I terreni dell’area irpina presentano un’ampia variabilità, in funzione della loro collocazione. Nel circondario di Avellino, nella Valle del Sabato e in molti terreni della valle del Calore, si adottano in preferenza sistemi di allevamento espansi (sistema avellinese e due derivazioni), ciò avviene soprattutto nelle zone più pianeggianti e fertili, mentre quelle di media collina arida si evidenza un maggior contenimento dello sviluppo. Nella Valle dell’Ufito fino al circondario di Ariano Irpino è invalsa la tendenza a contenere l’espansione vegetativa attraverso i sesti di impianto fitti e le forme di allevamento basse (soprattutto cordone speronato). Le vigne di Fiano e Greco si abbarbicano su terreni sabbiosi ed argillosi o su rocce calcaree (perfino dolomitiche) dai 300 ai 600m lungo la valle del fiume Sabato, affluente di sinistra del più noto fiume Calore. Mentre nella valle del fiume Calore, invece si abbarbicano le vigne di Aglianico, dai 300 ai 600 m cioè la zona del vino Taurasi.
I terreni hanno profili giovani ed immaturi e poggiano il più delle volte direttamente sui loro substrati pedogenetici, sia roccia dura e compatta sia rocce tenere argillose e sabbiose. Lo scheletro è presente in misura modesta e formato da frammenti e ciottoli silicei o calcarei. Per contro, i terreni sono decisamente ricchi di argilla e spesso questa è attenuata da sabbia e limo.
Il clima si presenta rigido d’Inverno, quando non mancano le precipitazioni a carattere nevoso, ma relativamente mite d’estate. Nel corso dell’anno le precipitazioni sono piuttosto abbondanti nella zona occidentale (oltre 1200mm) mentre in quella orientale a mala pena si arriva a 600mm. Le condizioni termiche, idrometriche ed anemometriche che caratterizzano l’areale sono pressochè ideali per un processo di maturazione caratterizzato da gradualità ed equilibrio tra tenore zuccherino ed acidità, consentendo l’ottenimento di produzioni enologiche pregiate.
Storia della DOC
La coltivazione della vite nell’area si perde nella notte dei tempi, intimamente connessa allo scorrere del fiume Sabato che l’attraversa e che deriva il nome dal popolo dei Sabatini (o Sabini), il cui eponimo era Sabus. Lungo le anse del fiume correvano le antiche vie che univano l’Irpinia al Sannio e alleavano le tribù Irpine e Sannite. L’area si rafforza come nucleo di insediamento e progresso per la viticoltura nell’800 grazie alla scoperta di enormi giacimenti di zolfo nel comune di tufo. La presenza e disponibilità di zolfo gioverà all’esplosione della coltivazione della vite in tutta l’Irpinia, dando origine in contemporanea alla tecnica della “zolfatura” che permetteva di proteggere i grappoli dagli agenti patogeni esterni.
La vite divenne la più importante fonte di ricchezza della provicnia. In quel periodo la superficie impiantata superava i 63 000 ettari. Nella relazione del 1934 “I vini dell’Avellinese” di Amedeo Jannacone “Appare evidente che l’industria vinicola rappresenta in Irpinia un’attività agraria grandissima, cui corrispondono altrettanto considerevoli capitali circolanti che concorrono ogni anno ad arrecare benessere a tante famiglie rurali”.
Le sottozone dell’Irpina DOC
Irpinia DOC Campi Taurasini

DOC

2005
Cantine
- Fonzone
- Feudi di San Gregorio
Vini
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