Ischia DOC
Vitigni: Biancolella, Forastera (Bianco) e Piedirosso (Rosso)
La denominazione Ischia DOC raccoglie diverse tipologie di vino tra cui:
- Ischia Rosso DOC
- Ischia Bianco DOC
- Ischia Bianco Superiore DOC
- Ischia Passito DOC
- Ischia Spumante DOC
e le tipologie monovitigno come:
- Ischia DOC Biancolella
- Ischia DOC Forastera
- Ischia DOC Piedirosso o Ischia DOC Per’ ‘e Palumme
Questi vini vengono prodotti esclusivamente da uve coltivate sull’Isola di Ischia in provincia di Napoli.

Dalla forma approssimativa di un trapezio, l’isola dista all’incirca 18 miglia marine da Napoli, è larga 10 Km da est ad ovest e 7 da nord a sud. Ha una linea costiera di 34 Km ed una superficie di circa 46.3 Km2. Il rilievo più alto è rappresentato dal monte Epomeo, alto 788 metri e situato nel centro dell’isola. Quest’ultimo è un vulcano sottomarino sprofondato negli ultimi 130000 anni. Infatti l’intera isola, altri non è che il picco del vulcano, caratterizzato dai tufi verdi.

L’attività vulcanica ad Ischia è stata generalmente caratterizzata da eruzioni non molto consistenti e a grande distanza di tempo. Dopo le eruzioni in epoca greca e romana, l’ultima è avvenuta nel 1301 nel settore orientale dell’isola con una breve colata giunta fino al mare. La posizione geografica favorisce un clima mite anche nei periodi invernali con frequenti cambi climatici. I venti predominanti variano in base alla stagione: in inverno sono presenti il libeccio, il ponente-libeccio e lo scirocco. In estate e a primavera invece tramontana e grecale.

Ischia è un’isola abitata fin dal Neolitico e anche la viticoltura ha origini millenarie. Il ritrovamento fortuito di muri a secco nel 1989 a seguito di uno smottamento nella frazione di Panza, ha permesso il ritrovamento di una fattoria greca, anticipando così lo sbarco dei primi coloni greci di circa vent’anni rispetto all’originaria ipotesi. Colonizzata buona parte dell’isola, venne fondata la colonia di Pithecusa, sulle alture di Monte Vico nella zona nord dell’isola. Nel 1953 fu ritrovata la coppa di Nestore (del 725 a.C) su cui è incisa una frase che inneggia al buon vino locale e testimonia che gli Antichi Eubei, che avevano colonizzato l’isola, avevano introdotto la coltivazione della vite e quindi la produzione del “nettare degli Dei”. La tecnica di coltivazione della vite sull’isola richiama alla tradizione greca e differisce da quella etrusca usata nel centro Italia e nelle zone interne della Campania. La viticoltura è stata alla base dell’economia isolana per lunghi periodi storici. Le colture sull’isola si estendono dalle coste fin sugli irti pendii montani dove cellai e terrazzamenti, costruiti con rinforzi di muri a secco di pietra di tufo verde, consentono la coltivazione.
Dal IV secolo a.C. dopo le guerre sannitiche, l’isola passò con Napoli sotto il dominio romano. Con la decadenza dell’impero, Ischia rimase esposta ai saccheggi barbarici. Tra il IX ed il X secolo l’isola è esposta alle scorrerie dei saraceni che non erano interessati a conquiste permanenti: le loro scorrerie erano infatti finalizzate al saccheggio e non all’occupazione.
Dal 1500 il vino bianco sfuso veniva esportato via mare verso la terraferma ai principali mercati italiani e stranieri fino alla Dalmazia, veniva posto in “carrati” trasportati dalle vinacciere (barche a vela).

DOC


1966
Cantine
- Casa d’Ambra
- Cenatiempo
- Pietratorcia
Vini
Vedi l’elenco dei vini Ischia DOC
2 risposte
[…] Vino in abbinamento: Ischia DOC Biancolella […]
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