Lazio IGT
L’indicazione Geografica tipica Lazio IGT è riservata ai seguenti vini:
- Lazio IGT Rosso
- Lazio IGT Rosato
- Lazio IGT Bianco
con la specificazione del nome del/i vitigno/i, anche nelle tipologie spumante, vendemmia tardiva,
frizzante, passito e novello, quest’ultimo limitatamente ai rossi.

Tipologie di Vino
I vini con l’indicazione Lazio IGT devono avere min 85% dal corrispondente vitigno.
Possono concorrere, da sole, o congiuntamente, altri vitigni, a bacca di colore simile, idonei alla coltivazione per la Regione Lazio, fino ad un massimo del 15%.
Caratteristiche pedo-climatiche del territorio
La zona geografica delimitata comprende l’intero territorio amministrativo della Regione Lazio ed è caratterizzato da tre grandi unità morfologiche e geologiche: la fascia litoranea, le colline dei distretti vulcanici ed i rilievi appenninici.
Il Lazio è una regione prevalentemente collinare (54%), con solo il 20 % del territorio occupato da pianure ed il restante 26% montuoso. Dal punto di vista genetico i suoli della regione presentano un’elevata variabilità, per effetto della variabilità degli ambienti, e quindi dei fattori pedogenetici che hanno determinato la formazione e l’evoluzione degli strati pedologici.

Il suolo si è formato attraverso complesse vicende geologiche e alla cui costituzione partecipano in gran parte le rocce calcaree dell’Era mesozoica e i materiali vulcanici dovuti alle eruzioni del Quaternario. Prima del Terziario il mare copriva gran parte del territorio; nel Quaternario si verificò un sollevamento tettonico di una certa entità; seguirono imponenti fenomeni vulcanici da parte di quattro sistemi eruttivi i cui prodotti si estesero su largo raggio creando coltri di terreni favorevoli alle colture. La formazione geologica più antica è rappresentata dai calcari del Trias, seguiti da quelli del Lias e del Giura, assai diffusi per esempio nel monte Circeo. Particolarmente estesi si presentano i calcari del Cretaceo che formano tra l’altro i monti Ausoni ed i monti Aurunci.
L’altitudine dei terreni coltivati a vite è compresa tra i 20 e i 1.000 m s.l.m. con pendenza variabile: l’esposizione generale è orientata verso ovest e sud-ovest. Il clima della regione si può suddividere in due regioni climatiche con condizioni meteorologiche sostanzialmente omogenee: regione temperata e la regione mediterranea.
La regione temperata comprende l’Appennino reatino, i Lepini, Ausoni, Aurunci, le vette dei Colli Albani, l’area Vulsina e Vicana, i M.ti Simbruini ed i M.ti Ernici, la valle del fiume Tevere tra Orte e Monterotondo e la valle del fiume Sacco tra Zagarolo ed Aquino. Le precipitazioni sono in genere abbondanti, fino a 1.614 mm, l’aridità estiva è assente o di uno-due mesi l’anno alle quote più basse. Freddo prolungato da ottobre a maggio, con temperatura media inferiore ai 10°C per 3-4 mesi l’anno e temperatura media delle minime del mese più freddo che può anche scendere sotto i 0 °C.
La regione mediterranea comprende la fascia di territorio della Maremma laziale interna, della regione Tolfetana e Sabatina, della Campagna Romana, dei Colli Albani e dei versanti sudoccidentali dell’anti-appennino meridionale, fino alla piana di Pontecorvo e Cassino e la zona litoranea. E’ caratterizzata da precipitazioni annuali comprese tra 810 e 1519 mm, un’aridità estiva di due-tre mesi con valori elevati alle quote più basse. Freddo non intenso da novembre ad aprile, con temperatura media inferiore ai 10°C per 2-4 mesi l’anno e una temperatura media delle minime del mese più freddo intorno ai 2,3 – 4 °C.
Storia della IGT
La coltivazione della vite in Lazio ha origini antichissime, prima ad opera degli Etruschi e successivamente ad opera dei Romani che appresero dagli Etruschi le tecniche vitivinicole fin dall’epoca dei re. Il Lazio, per la sua posizione geografica, rappresentò l’ideale linea di congiunzione fra la viticoltura greca e quella etrusca. Nella prima la vite veniva allevata ad alberello, sostenuta con tutori morti e coltivata in coltura specializzata; nella seconda veniva dato libero sfogo alle viti lasciando ai tralci la possibilità di correre lungo festoni alti sul terreno e appoggiati a tutori vivi: la vite veniva maritata all’olmo, al pioppo, all’acero ed era coltivata in coltura promiscua. Entrambi i modi di allevamento si praticavano nel Lazio, e sono ancora oggi visibili nelle zone ove la viticoltura ha ormai solo carattere marginale.
I vini migliori del Lazio venivano prodotti in zone con spiccatissima attitudine viticola (media collina, terre vulcaniche o rosse), e la base ampelografica era composta in prevalenza da vitigni laziali e comunque ampia; e ogni viticoltore, seguendo gusti ed esperienze sue proprie, produceva vini tipici ed inconfondibili. Numerosi sono ancora oggi i vitigni autoctoni della regione tra cui spiccano tra quelli a bacca bianca la Malvasia del Lazio, il Bellone ed il Moscato di Terracina, e tra quelli a bacca rossa l’Abbuoto, il Cesanese comune, il Cesanese di Affile ed il Nero buono Possiamo quindi affermare che il Lazio è tra le più antiche regioni d’Italia a vocazione vitivinicola, come testimoniato dagli scritti dei Georgici latini quali Catone, Columella, Plinio, Strabone, Virgilio, Marziale. Sia i vini prodotti nel Latium vetus sia quelli del Latium adiectum sono tra i più famosi e celebrati dell’antichità: basta ricordare l’Albano, il Caeres, il Cecubo, l’Aricinum, il Setino, il Tiburtinum, il Tusculum. Alla fine del diciannovesimo secolo, negli Atti dell’inchiesta sulla condizione della classe agricola (1883), risultavano censite oltre 200 diverse denominazioni di cultivar diffuse nei comuni del Lazio.
IGT

1995
Cantine
- Le Macchie
- Marco Carpineti
- San Giovenale
- Omina Romana
- Poggio Le Volpi
- Cincinnato
- Casale del Giglio
- San Giovenale
- Muscari Tomajoli
I Vini
I migliori vini Lazio IGT selezionati da Vivi il Vino
[wcpscwc_pdt_slider cat=”170″]