Martina DOC o Martina Franca DOC
Vitigni: Verdeca ( 50-65%) e Bianco d’Alessano ( 35-50%)
La denominazione Martina Franca DOC (o Martina DOC) decrive una particolare tipologia di vino ottenuto da uve Verdeca e Bianco d’Alessano prodotte in una serie di comuni distribuiti tra le provincie di Bari, Taranto e Brindisi.

Tipologia di Vino
Martina DOC o Martina Franca DOC: Verdeca dal 50 al 65%, Bianco d’Alessano dal 35 al 50%, Fiano, Bombino, Malvasia bianca presenti nei vigneti fino ad un max del 5%.
Caratteristiche pedo-climatiche del territorio
L’area di produzione corrisponde a quella zona della Murgia definita “dei TrullI”. La pedologia del suolo presenta le classiche terre rosse derivate dalla dissoluzione delle rocce calcaree, delle quali rappresentano i residui insolubili composti da ossidi e idrossidi di ferro e alluminio. Sono terreni che per la loro ricchezza di potassio e la relativa povertà di sostanza organica costituiscono un privilegiato substrato per la coltivazione di varietà di uve per vini bianchi di pregio. I terreni argillosi e argillosi-limosi hanno elevata presenza di scheletro che raggiunge circa il 60% dei costituenti totali.

L’altitudine delle aree coltivate è compresa tra 280m e 418 m sul livello del mare. Le pendenze sono lievi e le esposizioni prevalenti sono orientate a sudest. Il clima è del tipo caldo-arido, con andamento pluviometrico molto variabile e precipitazioni che, a seconda delle annate, vanno dagli 800 mm ai 400 mm, concentrate per il 70% nel periodo autunno-invernale. Non sono rare estati senza alcuna precipitazione. Durante il periodo estivo le temperature minime difficilmente scendono sotto i 18°C.
Storia della DOC
La diffusione della viticoltura nell’Italia meridionale ad opera dei greci con il vitigno Aglianico (deformazione del termine Ellenico) interessò marginalmente la Puglia per il semplice fatto che in questa regione era già insediata una propria viticoltura con il “bianco d’Alessano” vitigno di origine messapica, introdotto nel periodo delle civiltà micenee e cretesi ( XII-XI sec. a.C.) attraverso le leggendarie migrazioni dall’Illiria.
Forme di allevamento
Le forme di allevamento prevalentemente utilizzate nella zona sono l’Alberello (20%), l’Alberello modificato a Spalliera (50%) e la Controspalliera (30%). I sistemi di potatura adottati sono: per l’allevamento ad Alberello la potatura corta (vengono lasciati 2 speroni con 3-4 gemme per ciascuna delle 2 o 3 branche), per l’allevamento ad Alberello modificato e per quello a Controspalliera la potatura mista (sperone e capo a frutto con circa 8-10 gemme).
DOC

1969