Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane DOCG
Vitigno: Montepulciano
La denominazione Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane DOCG comprende anche la tipologia Riserva. Di colore rosso rubino intenso, questo vino è riconoscibile dalle lievi sfumature violacee che tendono al granato con l’invecchiamento. Al naso presenta un profumo caratteristico etereo ed intenso. Inoltre questo vino è di sapore asciutto, pieno, robusto, armonico e vellutato. L’area di produzione abbraccia l’intera collina litoranea ed interna della provincia di Teramo.
Tipologia di Vino
Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane DOCG: Montepulciano minimo 90%. Sangiovese max 10%.
Caratteristiche pedo-climatiche del territorio
Il territorio di produzione del Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane DOCG è caratterizzato da ampie colline degradanti verso l’Adriatico e dalla presenza del Gran Sasso e dei Monti della Laga.

Questa particolare ortografia favorisce l’instaurarsi di una buona ventilazione che associata all’ottima esposizione, alla buona natura dei terreni e all’assenza di ristagni idrici, garantiscono al vitigno Montepulciano condizioni ottimali per produrre uve con elevate caratteristiche di qualità e tipicità. In particolare le uve destinate alla produzione dei vini a denominazione di origine controllata e garantita Montepulciano d’Abruzzo Colline teramane devono essere ottenute unicamente da vigneti ubicati in terreni collinari o di altopiano, la cui altitudine non sia superiore a 550 m s.l.m. con esclusione dei fondovalle umidi.

La zona interessata comprende un’ampia fascia della collina litoranea ed interna della provincia di Teramo, che nella parte centro-settentrionale si spinge sino ai piedi del massiccio del Gran Sasso e dei Monti della Laga. La vocazione di questi terreni, costituiti da depositi plio-pleistocenici che hanno riempito il bacino periadriatico mediante un ciclo sedimentario marino svoltosi tra la fine del Terziario e l’inizio del Quaternario, è indirizzata verso la viticoltura e l’olivicoltura, colture che determinano uno sfruttamento normale del suolo e lo preservano da fenomeni di erosione. I terreni sono di natura argillo-limosa con intercalazioni più sciolte nella parte litoranea, con pendenze in genere piuttosto contenute e buone esposizioni.
Le precipitazioni medie annuali della zona sono comprese tra i 700 mm/anno della fascia costiera e gli 800 mm/anno della collina interna. La piovosità e ben distribuita nel corso dell’anno, con un periodo più piovoso comunque compreso tra ottobre e dicembre (circa 70-80 mm/mese) mentre il mese con il minimo assoluto è quello di luglio (intorno ai 40-45 mm). Il clima è di tipo temperato e tende al temperato-caldo nei mesi estivi, con temperature medie comprese tra i 13°C di aprile e i 16°C di ottobre, con punte di 24-25°C nei mesi
di luglio ed agosto. Notevoli sono le escursioni termiche tra giorno e notte, favorite dalla vicinanza del massiccio del Gran Sasso e dei Monti della Laga, così come la ventilazione, che determinano condizioni ottimali per la sanità delle uve e l’accumulo di sostanze aromatiche nei grappoli. L’indice termico di Winkler, ossia la temperatura media attiva nel periodo aprile-ottobre, è superiore ai 2.000 gradi-giorno, condizioni che garantiscono la maturazione ottimale sia del Montepulciano, vitigno base della denominazione, sia del più precoce Sangiovese che può essere utilizzato eventualmente come vitigno complementare.
Storia della DOCG
La prima vera testimonianza storica sulla produzione enoica abruzzese, in particolare nell’area teramana, come ricorda Polibio, storico greco vissuto tra il 205 ed il 123 a.C., risale alle famose gesta di Annibale (216 a.C.) ed alla sua vittoria di Canne. Il territorio citato da Polibio era proprio quello a ridosso dell’area Piceno-Aprutina ossia l’attuale provincia di Teramo che, sin da allora, era rinomata per la qualità dei suoi vini che “avevano guarito i feriti e rimesso in forze gli uomini”. Da allora tanti altri autori hanno descritto e decantato le lodi dei vini teramani, ma facendo un salto di alcuni secoli, come afferma Franco Cercone nel suo libro La meravigliosa storia del Montepulciano d’Abruzzo, la prima notizia storica sulla presenza del vitigno Montepulciano in Abruzzo, è contenuta nell’opera di Michele Torcia dal titolo Saggio Itinerario Nazionale pel Paese dei Peligni fatto nel 1792 (Napoli 1793).
L’archivista e bibliotecario di Ferdinando IV ebbe infatti modo di osservare il vitigno Montepulciano e di degustarne il vino nell’agro sulmonese e anche se la provenienza di questo vitigno resta sconosciuta, nel primo ottocento il Montepulciano di fatto resta in splendido isolamento nelle aree interne dell’Abruzzo e non ancora si affaccia a quella finestra naturale costituita dalle Gole di Popoli. Si deve sicuramente alle famiglie dei Mezzana e dei Tabassi l’ampliamento dell’area di coltivazione del Montepulciano poiché queste, benché proprietarie di vasti possedimenti in Sulmona e nei centri limitrofi, indirizzano le proprie mire sui fertili territori posti oltre le Gole di Popoli e lungo la Valle della Pescara. È da ritenersi che le condizioni climatiche, particolarmente favorevoli alla viticoltura, siano alla base delle motivazioni che indussero esponenti della nobiltà sulmonese ad espandere i loro possedimenti ed è probabile che il Montepulciano sia stato trapiantato dai Mezzana a Torre dei Passeri e da qui il “vitigno portabandiera dell’Abruzzo” sia migrato agli inizi del ‘900 verso il chietino, la costa pescarese ed il teramano.

Numerosi sono i testi storici ed i manuali tecnici pubblicati a cavallo del XIX° e XX° secolo nei quali vengono descritte le caratteristiche di questo vitigno: ricordiamo in particolare l’opera di Edoardo Ottavi e Arturo Marescalchi dal titolo Vade-Mecum del commerciante di uve e di vini in Italia, la cui prima edizione venne pubblicata nel 1897, nella quale essi descrivono in maniera dettagliata la viticoltura della provincia di Teramo ricordando che “le uve predominanti erano il Trebbiano, la Malvasia, il Moscatello e la Greca, tra le bianche, il Montepulciano e il Sangiovese, tra le nere”. Da allora la vitivinicoltura teramana ha percorso tutti i gradini della qualità trovando, a metà degli anni ’90 del novecento, attraverso il riconoscimento della prima sottozona della Montepulciano d’Abruzzo DOC uno dei punti di maggiore qualificazione della produzione vinicola.
Questa sottozona, dopo un lungo percorso qualitativo, arricchito da riconoscimenti internazionali e dalla crescita dell’immagine del territorio di riferimento, agli inizi del 2000 è assurta al massimo livello della scala della qualità con il riconoscimento della DOCG, prima ed al momento unica di tutta la regione Abruzzo.
DOCG

2003
Estensione: 130 ettari
Cantine
- Camillo Montori
- Dino Illuminati
- Lepore
- San Lorenzo
Vini
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Una risposta
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