Pomino DOC
Vitigni: vari
La denominazione Pomino DOC raccoglie una serie di vini come:
- Pomino Bianco DOC
- Pomino Bianco Riserva DOC
- Pomino Bianco Vendemmia Tardiva DOC
- Pomino Rosso DOC
- Pomino Rosso Riserva DOC
- Pomino Rosso Vendemmia Tardiva
- Pomino Vin Santo DOC
- Pomino Vin Santo Occhio di Pernice DOC
- Pomino Spumante Bianco DOC
- Pomino Spumante Bianco Riserva DOC
- Pomino Spumante Rosato DOC
- Pomino Spumante Rosato Riserva DOC
e tipologie monovitigno come
- Pomino Chardonnay DOC
- Pomino Sauvignon DOC
- Pomino Pinot nero DOC
- Pomino Merlot DOC
La zona di produzione dei vini Pomino DOC è ristretta al solo territorio del comune di Rufina (solo parte) in provincia di Firenze.

Tipologie di Vino
Pomino Rosso DOC: Sangiovese minimo: 50%; Pinot Nero e Merlot da soli o congiuntamente fino ad un massimo del 50%. Possono concorrere altre varietà a bacca nera, idonee alla coltivazione nella Regione Toscana, per un max del 25% .
Pomino Vin Santo DOC: Pinot bianco, Pinot grigio, Chardonnay e Trebbiano da soli o congiuntamente: minimo 70%. Possono concorrere altre varietà a bacca bianca, idonee alla coltivazione nella Regione Toscana, fino ad un max del 30%.
Pomino Bianco DOC: Pinot bianco, Pinot grigio e Chardonnay da soli o congiuntamente: minimo 70%. Possono concorrere altre varietà a bacca bianca, idonee alla coltivazione nella Regione Toscana fino ad un max del 30%.
Pomino Chardonnay DOC: Chardonnay minimo: 85%. Possono concorrere altre varietà a bacca bianca, idonee alla coltivazione nella Regione Toscana fino ad un max del 15%.
Pomino Sauvignon DOC: Sauvignon minimo: 85%. Possono concorrere altre varietà a bacca bianca, idonee alla coltivazione nella Regione Toscana fino ad un max del 15%.
Pomino Pinot Nero DOC: Pinot Nero minimo: 85%. Possono concorrere altre varietà a bacca nera, idonee alla coltivazione nella Regione Toscana fino ad un max del 15%.
Pomino Merlot DOC: Merlot minimo: 85%. Possono concorrere altre varietà a bacca nera, idonee alla coltivazione nella Regione Toscana fino ad un max del 15%.
Pomino Spumante DOC: Chardonnay, Pinot bianco e Pinot nero da soli o congiuntamente: minimo 70%. Possono concorrere altre varietà a bacca bianca, idonee alla coltivazione nella Regione Toscana fino ad un max del 30%.
Caratteristiche pedo-climatiche del territorio
La zona geografica comprende un territorio pedemontano situato sul medio versante della Valle della Sieve, in una zona d’alta collina e di bassa e media montagna, a circa 40 Km a nord-est di Firenze.
La superficie dove si coltivano i vigneti del Pomino rappresenta quindi una realtà ambientale e produttiva unica in Toscana, dove lo specifico microcosmo ecologico e climatico rende possibile il perfetto equilibrio tra vigneti, boschi di abeti, castagneti ed oliveti. I terreni dell’area sono principalmente arenacei e marnosi, presentando quindi un prevalente tenore siliceo e micaceo con poca argilla, con importante presenza di scheletro nella parte più alta, dove si trovano i vigneti di uve a bacca bianca più aromatica.

L’altitudine dei terreni coltivati a vite è compresa tra i 300 m e i 750 m, fattore questo che rappresenta un carattere certamente unico nel pur variegato panorama vitivinicolo toscano, con pendenze variabili ed esposizione principalmente ad ovest e sud-ovest.
Il clima della fascia produttiva, pur rientrando per buona parte dell’anno nell’area di influenza del clima temperato e freddo, risente soprattutto in estate di quello mediterraneo che ne condiziona in maniera determinante la fase finale del ciclo vegetativo, permettendo di raggiungere un ottimale grado di maturazione delle uve. L’andamento delle temperature è caratterizzato da forti escursioni, con estati calde ed inverni rigidi.
Storia della DOC
A Pomino la storia della produzione vitivinicola inizia con Vittorio degli Albizi. Egli proveniva dal ramo francese di questa nobile famiglia fiorentina, emigrata in Provenza nel 1523 in seguito alle lotte con i Medici per il potere a Firenze. Fu appunto il padre Alessandro ad entrare in possesso intorno al 1840 delle proprietà della Valdisieve, tra le quali appunto Pomino, poi confluite nel patrimonio Frescobaldi in seguito al matrimonio della sorella di Vittorio, Leonia, con un membro di quella famiglia.

Dotato di una mentalità pragmatica e razionale di stampo francese, Vittorio si trovò a respirare il clima di fermento che investì l’agricoltura toscana nel periodo pre e post-unitario, inserendosi in quel dibattito che aveva come oggetto l’ammodernamento della vitivinicoltura e come cassa di risonanza l’Accademia dei Georgofili, con interlocutori del calibro di Bettino Ricasoli.

Vittorio ripercorse così a ritroso le orme dei suoi antenati, importando in Italia la tecnologia vitivinicola e lo spirito d’intrapresa dei francesi e riversando a Pomino, larga parte del suo geniale impegno di agronomo e viticoltore. Decise quindi di sostituire o integrare con altri tipi di uve i vitigni, allora in uso a Pomino (Sangiovese, Canaiolo e Trebbiano) tutti a maturazione tardiva, abbandonando al tempo stesso la coltura promiscua, in favore della coltura viticola specializzata submontata, tra i 500 e i 650-700 m di altezza, che ben si prestava a produrre “vini fini e più squisiti”, capaci di un raffinato bouquet. Così dal 1855, Vittorio introdusse a Pomino vitigni francesi dalla borgogna quali Pinot Noir, Pinot Gris e Blanc, oltre a Chardonnay e Sauvignon.
DOC

1983
Cantine
- Frescobaldi
Vini
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