Rosso della Val di Cornia DOCG
Vitigni: Sangiovese (min 40%), Cabernet Sauvignon e Merlot (max 60%)
La denominazione Rosso della Val di Cornia DOCG descrive due tipologie di vino rosso:
- Rosso della Val di Cornia DOCG
- Rosso della Val di Cornia Riserva DOCG
descrive un vino ottenuto da una miscela di uve sangiovese e cabernet sauvignon e merlot, prodotte in una serie di comuni distribuiti tra le provincie di Livorno (Suvereto, Sassetta, Piombino, San Vincenzo, Campiglia Marittima) e di Pisa (Monteverdi Marittimo).
Questo vino si presenta di colore rosso rubino, di buona intensità e brillante. Nella versione Riserva tende al granato. Di odore vinoso al sapore risulta asciutto, vellutato e di corpo.

I terreni delimitati dalla denominazione si presentano dal punto di vista geologico calcari cavernosi e calcari neri stratificati del trias medio superiore. Importante la presenza di estesi eventi intrusivi di rocce magmatiche associati a presenze di solfuri metallici. Tali caratteristiche del suolo agrario dell’intera area sono spiccatamente favorevoli alla coltivazione della vite.
La gran parte dei terreni è di tipo alluvionale leggero di tipo sabbioso-limoso, e da terreni alluvionali pesanti sia limosi che argillosi. La tessitura evidenzia frazioni granulometriche rappresentate dal medio impasto, dal medio impasto sabbioso e dal medio impasto argilloso.
Le condizioni climatiche che si riscontrano nella zona sono tali da creare un habitat particolarmente idoneo alla viticoltura di qualità. Infatti grazie alla vicina presenza del mare, le temperature non sono mai particolarmente ostili. Nel periodo primaverile tali temperature favoriscono un buon sviluppo vegetativo seguita da un’ottima fioritura. Le temperature estive e l’elevata insolazione garantiscono sempre una ottima maturazione per tutte le varietà di vite coltivate.
La storia della viticoltura in Val di Cornia risale a moltissimo tempo fa. Probabilmente il primo segno della presenza e della coltivazione della vite in questa zona ci è testimoniato da Plinio il Vecchio che nella sua opera Naturalis Historia segnala che in Populonia c’era una vite talmente grande da averci scolpito il volto di Giove. L’impero Romano continuò l’opera di coltivazione della vite estendendo però la produzione del vino con tecniche razionali ed estese. Nel XIV secolo la famiglia Della Gherardesca, proprietari feudali da Cecina fino a Follonica, dette un ulteriore impulso alla diffusione dell’attività vitivinicola effettuando l’introduzione di vigneti nelle aree di Campiglia Marittima, Sassetta e Suvereto. Un ulteriore incremento delle aree adibite ad attività viticole si ebbe a partire dal XVII secolo, con la nascita dell’Accademia dei Georgofili che dettero impulso ad una impostazione agricola diversa dal passato. Intorno al 1830 si ebbero le prime bonifiche , ed esse portarono nuovi spazi agricoli ed anche nuovi vigneti e nuove cantine.
DOCG


2011