Valle d’Aosta DOC
Vitigni: vari
La denominazione Valle d’Aosta o Vallée d’Aoste DOC, unica presente in questa regione, descrive una grandissima varietà di vini, tutti prodotti esclusivamente nel territorio della Valle d’Aosta.

Pur non essendo una denominazione molto vasta, all’interno di essa sono ben distinguibili 7 sottozone, ognuna caratterizzata da diversi fattori pedoclimatici:
- Donnas,
- Chambave,
- Nus,
- Arnad-Montjovet,
- Torrette,
- Enfer d’Arvier,
- Blanc de Morgex et de La Salle
La denominazione viene generalmente seguita dal nome del vitigno utilizzato tra cui:
- Müller Thurgau,
- Gamay,
- Pinot nero,
- Pinot grigio,
- Pinot bianco,
- Chardonnay,
- Mayolet,
- Petit Arvine,
- Fumin,
- Cornalin,
- Syrah,
- Moscato,
- Malvoise,
- Merlot,
- Nebbiolo,
- Petit rouge,
- Traminer,
- Prëmetta,
- Vuillermin,
- Gamaret
La Valle d’Aosta si presenta come un ampio quadrilatero posto all’estremita Nord-Ovest dell’Italia confinante a Nord con la Svizzera e ad Ovest con la Francia. La regione praticamente non è altro che il bacino del fiume Dora Baltea, un’area completamente delimitata dalle cime più alte d’Europa. Il suo fondo valle pianeggiante si estende da Est ad Ovest determinando così l’esposizione dei versanti della valle in due direzioni: a Sud detto adret e a Nord detto envers.

Dal punto di vista del terreno, questo è ricco di elementi fertilizzanti e non presenta alcuna carenza di particolare importanza. Il fondovalle è costituito da piani terrazzati di recente origine alluvionale con suoli più o meno profondi, con un contenuto in scheletro da basso a medio-elevato. Il clima è di tipo continentale, assai rigido e secco, tipico delle valli alpine interne. Le precipitazioni sono assai scarse (circa 500mm) e sono tra le più deboli di tutto l’arco alpino. La geomorfologia della valle centrale determina forti escursioni termiche soprattutto nei mesi di settembre e di ottobre.
Il territorio valdostano è caratterizzato da un elevato grado di insolazione pari a circa 2200 h l’anno, anche la radiazione solare è particolarmente favorevole aiutata dalla scarsa nuvolosità e dal basso grado di inquinamento atmosferico.

Dal punto di vista del legame vigna-uomo, si ha un forte connubio, e lo si può vedere dai numerosi terrazzamenti dati dallo sforzo collettivo per la necessità di risolvere i problemi di sussistenza. Questo processo di modificazione dei versanti, grazie anche agli ordini religiosi e alle comunità monastiche, cominciò a diffondersi soprattutto nel basso medioevo, epoca in cui si intensificarono i lavori di dissodamento delle terre e la costruzione dei terrazzamenti. La scarsità di superfici idonee all’agricoltura spinse le popolazioni locali a rivolgere i propri sforzi verso i versanti soleggiati delle montagne.
La storia della Valle d’Aosta DOC ha inizio nel 1971, anno in cui il vino Donnas ottenne per primo tale denominazione, seguito ben presto dall’Enfer d’Arvier nel 1972. Il passaggio successivo si ebbe nel 1985 in cui per la prima volta in Italia, fu riconosciuta la prima DOC regionale.
Tra i vitigni idonei alla produzione della Valle d’Aosta DOC vi sono ben 7 vitigni autoctoni e presenti esclusivamente in questa regione:
- Vuillermin
- Prié blanc
- Premetta
- Petit rouge
- Cornalin
- Fumin
- Mayolet
Le sottozone della Valle d’Aosta DOC
Blanc de Morgex et de La Salle

La più estrema delle sottozone, quasi a ridosso del Monte bianco, presenta vigneti ad altissima quota. Questa sottozona è caratterizzata da una tipologia di vino bianco secco, morbido e delicato, dal gusto fresco ed aromi di erbe di montagna. Il Blanc de Morgex et de La Salle è il vino bianco per eccellenza della Valle d’Aosta, ottenuto al 100% da uve Prié. Si tratta di un vitigno autoctono abbastanza diffuso in tutta la regione, che oltre ad essere utilizzato in questo vino, è un’uva “da giardino” di molte altre aree della regione. Questo particolare vino bianco viene ricavato da uve prodotte ad altissima quota (i più alti di Europa), ed è quindi un vino che deve essere bevuto giovane. Per la sua produzione si impiantano viti a piede franco, con un sistema di allevamento a pergola bassa, con impalcature di legno e pietra. Il Blanc de Morgex et de La Salle è un vino bianco paglierino tenue, con riflessi verdolini, dal profumo tenue, delicato, fruttato, con note di erbe di montagna e fieno. Al sapore risulta secco e molto fresco. Questo vino ben si adatta per essere bevuto insieme a fondute di fontina o di toma locale. Esiste anche una versione Vendemmia Tardiva, che costituisce uno dei rari esempi di ice wine italiano e una versione Spumante Metodo Classico, presente sia come brut che brut demisec, si caratterizza per le sue raffinate note minerali ottenute grazie ad una lunga (1 anno) permanenza in bottiglia prima del confezionamento finale.

Enfer d’Arvier

Il vino Enfer d’Arvier ha questo nome suggestivo proprio grazie alla morfologia del territorio di origine, ossia l’anfiteatro naturale che sta all’adret (versante esposto al sole) del territorio d’Arvier. I vigneti si inerpicano dalla Dora Baltea sui pendii fino a 800 m sul livello del mare, in un paesaggio contornato da dirupi sassosi. Malgrado la quota elevata, sono la natura del suolo, l’eccellenze esposizione e l’effetto di volano termico dei muri a secco e dalle rocce circostanti che garantiscono la piena maturazione di vitigni a bacca rossa anche piuttosto tardivi. Infatti, durante il periodo estivo, l’ambiente di coltivazione è più caldo delle zone circostanti, da qui, il nome Enfer, che ci porta a pensare alle alte temperature.
Il vino Enfer d’Arvier è un bell’esempio della viticoltura “eroica” dato che viene ottenuto da uve su vigneti aggrappati a pendii rocciosi. I vigneti coltivati a Guyot sono sistemati in filari disposti a rittochino o, nei nuovi impianti, in ciglioni in cui è possibile una parziale meccanizzazione delle operazioni colturali; ciò non è possibile nelle terrazze poste a est, prossime al fiume, in cui i piccoli appezzamenti collegati da scale in pietra rappresentano uno spettacolo tanto caratteristico quanto estremo per la coltivazione.
Il vitigno base di questo vino è il Petit Rouge (min 85%), e si ottiene così un bel vino rosso con una colorazione leggera che ricorda il succo di melograno. Al naso si presenta delicato con un ricco bouquet di frutti rossi, al gusto risulta abbastanza vellutato con una persistenza leggermente amara alla fine. Esiste una versione Supérieur caratterizzata da un periodo di affinamento in legno prolungato di 8 mesi. L’Enfer d’Arvier è un vino che si adatta perfettamente per abbinamenti con carni arrosto o carni farcite con formaggi e piante aromatiche.
Torrette

Il Torrette è il vino valdostano prodotto in maggior quantità, dato che il suo territorio è anche il più vasto tra le sottozone della Valle d’Aosta DOC. La materia prima è costituita da uve Petit Rouge (min 70%) accompagnao da altri vitigni a bacca rossa. Questo vino rosso si presenta di un bel colore rubino con riflessi color malva. Gli esemplari sottoposti ad un affinamento prolungato, come la versione Supérieur, sono invece caratterizzati da un colore rosso granato. Al naso risultano immediate le note predominanti di rosa rossa e viole, per essere arricchite da sfumature di lampone in confettura e spezie per i vini affinati in legno. Il gusto è secco, caldo e vellutato con un finale giustamente tannico. Adatto a tutto pasto, comunque risulta ideale per essere accompagnato con un piatto di carne, in particolare arrosti e selvaggina.

Nus

Questa sottozona presenta tre tipologie di vino. La prima, il Nus, è un vino ottenuto dal vitigno locale Vien de Nus (circa 40%) arricchito dal Petit Rouge. Questo vino rosso secco, ha un colore rosso rubino intenso con riflessi tendenti al granato. Il profumo presenta inusuali aromi vegetali, tipo erba verde appena tagliata. La versione Superiore è sottoposta ad un affinamento di 8 mesi. Ottimo per carni stufate, anche al sugo. Poi c’è il Nus Malvoisie che a dispetto del nome è prodotto con Pinot grigio, è un vino bianco secco che presenta aromaticità e corposità. Ottimo da abbinare con carni bianche, come maiale arrosto. Infine vi è il Nus Malvoisie Passito che è un vino dolce, ampio nel suo bouquet con aromi di legno, resina, noci e castagne che richiamano molto i boschi della Valle d’Aosta. Questo vino viene ricavato dai migliori grappoli appassiti in ambienti arieggiati e poco luminosi. Poi viene il mosto viene sottoposto ad una fermentazione lenta e posto a maturare in piccole botti di legno. Il colore di questo vino risulta di un bel colore giallo dorato con lievi sfumature ambrate, mentre il profumo di base viene arricchito da note di frutta secca e confettura. Adatto per essere degustato lentamente magari accompagnato con frutta secca o dolci secchi come le tegole valdostane.
Chambave

Questa sottozona presenta dei vini sia rossi che bianchi (prodotti con uve principalmente Moscato). Lo Chambave Rosso è prodotto utilizzando uve Petit Rouge (min 70%), Dolcetto, Gamay e Pinot nero. Buon rappresentante della tipicità dei vini rossi valdostani, questo vino ha un bel colore rosso rubino intenso, con colori violacei ed è caratterizzato da profumi di viole. Esiste una versione Supérieur, che deve affinare minimo 8 mesi a differenza dei 5 mesi della versione base.
I vini Chambave Bianco sono vini bianchi secchi molto aromatici, ma leggeri, adatti per essere serviti all’inizio di un pasto o come aperitivo. Questo vino è ottenuto da uve Moscato al 100%, ed è di un bel colore giallo paglierino brillante, ha un profumo intenso di fiori e miele. Di buon corpo, secco, lascia in bocca una leggera nota amarognola. Una versione più ricercata ed elaborata è lo Chambave Passito, dai bei riflessi dorati, intensi arricchiti da sfumature ambrate. Grazie alla sua alta gradazione alcolica (oltre 16.5%) è molto utile per abbinamenti untuosi e succulenti come carpacci o insalatine di pesce. Spesso qualcuno ama aggiungerlo allo zabaione. Questo passito viene ricavato dai migliori grappoli del Moscato bianco, che vengono lasciati appassire in particolari ambienti arieggiati e riparati dal sole.

Arnad-Montjovet

L’Arnad-Montjovet era un vino già noto nei secoli scorsi, e via via negli anni si è andato sempre più affermando. Questo vino viene prodotto principalmente da uve Nebbiolo ( 70% ), ed ha un colore rosso rubino scarico, con riflessi granati più o meno evidenti. A profumo si presenta fine, intenso con sensazioni di frutti rossi e spezie, specialmente se è stato fatto un passaggio in legno. Al gusto si presenta secco e morbido, arricchite da note tanniche con fondo amarognolo. Esiste anche una versione Supérieur che viene ottenuta da vigneti a resa limitata, caratterizzandosi per una gradazione naturale più elevata e per un periodo di invecchiamento più lungo (12 mesi).
Donnas

Questo vino viene prodotto da uve coltivate in terrazzamenti di tradizione secolare, lingue di terra coltivabili strappate dai pendii rocciosi che caratterizzano la stretta valle di questa zona. Questo vino è talmente prezioso che viene spesso definito come “fratello montano del Barolo”.
Per rimediare alla forte pendenza dei terreni, che in alcuni casi sfiora il 120%, sono stati costruiti dall’uomo dei terrazzamenti sostenuti in pietra edificati a secco che consentono di ottenere ridotte superfici coltivabili. Questi manufatti possono essere alti fino a 5 m e sono collegati tra di loro da numerosi e ripidi scalini in pietra. Oltre a caratterizzare in maniera esclusiva il territorio, i terrazzamenti proteggono i pendii dall’erosione, riducendo il rischio di frane e smottamenti. I muri inoltre hanno un ruolo di rilievo nel ciclo vegetativo delle viti: le pietra infatti durante la notte rilasciano gradualmente il calore catturato dal sole limitando l’escursione termica.
Il sistema di allevamento è la pergola alta, detta topia nel dialetto locale. Questa è sostenuta da pali di legno o da caratteristici pilastrini in pietra; tale sistema consente di sfruttare al meglio il ristretto spazio dei terrazzamenti. In tali vigneti la meccanizzazione è pressoché impossibile e per agevolare il lavoro dei vignaioli sono state costruite delle monorotaie che facilitano il trasporto della vendemmia e delle attrezzature per le attività colturali.
Il Donnas è un vino rosso secco molto elegante prodotto esclusivamente con il Nebbiolo (min 85%), che localmente viene chiamato Picotentro, termine che in dialetto locale signigica “buccia tenera”, un biotipo locale del Nebbiolo. Il Donnas viene vinificato in rosso, con una prolungata macerazione delle vinacce, si caratterizza per un affinamento piuttosto lungo, di 24 mesi, di cui almeno 10 in botte di legno. Esiste anche una categoria Supérieur che subisce un tempo di affinamento di 30 mesi.
Dal colore rosso rubino scarico, con lievi riflessi granati il Valle d’Aosta DOC Donnas è un vino delicato. Al naso presenta aromi delicati di noci e mandorle che si ritrovano nelle note amare nel retrogusto che lascia in bocca e con una chiusura di tannini importanti. Si presenta quindi come vino adatto per arrosti di carne delicati, magari di carni bianche o volatili, ma la sua freschezza lo rende adatto anche a piatti di carne con la fontina come la cotoletta alla valdostana.

DOC

1971
Cantine
- Maison Anselmet
- Les Crêtes
- La Crotta di Vegneron
- Ottin
- Lo Triolet
Vini
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