Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC
Vitigno: Verdicchio
La denominazione Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC descrive una serie di vini di diverse tipologie:
- Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC
- Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico DOC
- Verdicchio dei Castelli di Jesi Superiore DOC
- Verdicchio dei Castelli di Jesi Passito DOC
- Verdicchio dei Castelli di Jesi Spumante DOC.
La zona di produzione delle uve atte a produrre questa denominazione ricade nelle provincie di Ancona e di Macerata.

Tipologie di Vino
Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC: Verdicchio min 85%. Possono concorrere altri vitigni a bacca bianca, idonei alla coltivazione nella Regione Marche, da soli o congiuntamente, fino ad un massimo del 15%.
Il Verdicchio è un vino dai grandi profumi e sensazioni. Strutturato, corposo, elegante si presenta di un giallo paglierino con evidenti riflessi verdolini, da qui il nome Verdicchio, che ne evidenziano fragranza, vivacità ed una notevole freschezza. Inizia con decisi profumi di fiori di biancospino e fiori di campo per passare poi ad un fruttato fresco di pesca, mela e lievi ricordi di agrumi. Inconfondibile finale caratterizzato dal retrogusto di mandorla amara. Interessante notare che nella zona classica nella vallata sinistra del fiume Esino, si percepiscono notevoli sensazioni minerali per passare ad un maggiore sapidità dei vini prodotti nella vallata opposta.
Caratteristiche pedo-climatiche del territorio
La zona geografica delimitata per la produzione del Verdicchio DOC è individuata in parte dal bacino geografico del fiume Esino, in una serie di 24 comuni, Castelli gravitanti storicamente nella politica e nell’economia di Jesi che nel 1194 ha dato i natali a Federico II di Svevia. L’area dista circa Km 20 dal mare e si sviluppa nelle colline poste attorno alla valle Esina che in Jesi una quota di 96m s.l.m fino ai 630m di Cingoli.

Le caratteristiche pedoclimatiche di tale territorio sono il prodotto dell’influenza del mare, del sole, delle brezze, della piovosità e del riparo offerto dalle montagne che superano anche i 2000m di quota. Ciò produce un clima temperato adatto alla coltivazione della vita e delle altre colture mediterranee. Le aree collinari, ove si sviluppa la denominazione, confluenti nel bacino del fiume Esino, presentano un alto contenuto in argille, alta percentuale di carbonato di calcio, scarsa permeabilità, erodibilità, diversa frazione pelitica e calcarenitica. Il clima, in sintesi, appartiene all’ambiente fitoclimatico “Alto collinare” caratterizzato da piovosità medie superiori a 700-800 mm annui e temperature medie inferiori a 14°C. La parte pianeggiante, di origine alluvionale, presenta suoli con materiali quasi sempre calcarei e pietrosi. Il profilo manifesta un arricchimento di sostanza organica.
Nel territorio sono frequenti le gelate invernali e primaverili ma non intaccano l’attività vegetativa in quanto non ancora iniziata. La temperatura media massima nella valle, raggiunge nei mesi di luglio-agosto i 30°C che consente il miglior andamento vegetativo della vite. Il legame storico tra la vite e l’ambiente geografico nel territorio della Marca Anconetana inizia con l’arrivo dei monaci benedettini ed a seguire con quelli camaldolesi che reintroducono e diffondono la vite ormai da secoli tradizionale. Ne è testimone, tra l’altro, la centenaria sagra dell’uva di Cupramontana.
Storia della DOC
Ai monaci, quindi, nelle Marche si devono il tramandarsi delle tecniche viticolo-enologiche, il miglioramento del prodotto e, soprattutto, la conservabilità. Con il diffondersi del contratto di mezzadria che crea l’appoderamento diffuso e la disponibilità di forza lavoro, il vino cessa di essere bevanda dei soli ceti agiati e diviene alimento delle classi rurali. Già agli inizi del 1500 lo spagnolo Herrera, professore a Salamanca, descrive le più comuni varietà di viti e la tecnica di vinificazione in bianco.

Fra i nomi dei vitigni descritti figura il Verdicchio così spiegato “uva bianca che ha il granello picciolo e traluce più che niuna altra. Queste viti sono migliori in luoghi alti e non umidi, che piani e in luoghi grassi e riposati, perciocchè ha la scorsa molto sottile e tenera, di che avviene che si marcisce molto presto, et ha il sarmento così tenero che da per sé per la maggior parte cade tutto e bisogna che al tempo della vendemmia si raccolga tutta per terra, e per questa cagione ricerca luogo asciutto e non ventoso, molto alto nei colli. Il vino di questo vitame è migliore di niuno altro bianco. Si conserva per lungo tempo, è molto chiaro, odorifero e soave. Ma l’uva di esso per mangiare non vale molto“.
La sottozona Classico

DOC

1968
Cantine
- Tenuta dell’Ugolino
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3 risposte
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