Giro d’Italia 2018 di Rieti, vino dopo vino come le tappe d’Italia
Giunto alla sua sesta edizione, il Giro d’Italia Rieti è diventato ormai un evento enogastronomico di successo. Appuntamento del primo Dicembre, è stata un’ottima occasione per degustare moltissime etichette d’Italia e allo stesso tempo assaggiare molte specialità gastronomiche del nostro bel paese. L’evento è stato organizzato dall’AIS Lazio di Rieti in collaborazione con il Ristorante La Foresta di Rieti che ha ospitato l’evento e la COPAGRI Lazio (Confederazione produttori Agricoli).
Il Ristorante La Foresta
Nella campagna circostante Rieti, in mezzo a verdi colline, si trova il Ristorante la Foresta. Non appena si parcheggia con la macchina, non si può far altro che ammirare gli splendidi vigneti che circondano il Ristorante.

Vigneti intorno al Ristorante La Foresta.
Una volta entrati all’interno del Ristorante La Foresta, è stato possibile visitare diverse sale su più piani interamente dedicate all’evento. Provvisti di una mappa consegnata all’entrata tutti i partecipanti si sono potuti orientare alla ricerca delle cantine che più rappresentassero i loro gusti e curiosità.

Una delle molte sale dedicate all’evento.
Ma l’evento non era dedicato solo al mondo del vino…. altrettanti stand di prodotti gastronomici erano presenti all’evento. Tutti prodotti di alta qualità, provenienti da tutte le regioni d’Italia, e tutti disponibili all’assaggio dei visitatori. Formaggi, latticini, salumi, dolcetti, panettoni e cioccolatini, tutte ottime occasioni anche per provare i giusti abbinamenti con i molti vini in degustazione.

Molti latticini e formaggi tra i prodotti tipici
Ma oltre ai vari assaggi posti in offerta dai produttori, il Ristorante La Foresta ha fornito a tutti i visitatori la possibilità di gustare molti piatti che venivano preparati al momento dal personale del ristorante e dai ragazzi dell’Istituto Alberghiero di Amatrice. Pizza a tranci, mini hamburgher, lenticchie, zuppa d’orzo e legumi e polpette fritte erano solo alcuni dei piatti che venivano serviti durante tutta la durata dell’evento.
Non poteva di certo mancare la tipica Spaghettata all’Amatriciana che piatto dopo piatto veniva servita a tutti i partecipanti all’evento, insieme moltissimi altri piatti tutti preparati dal personale del Ristorante La Foresta di Rieti e dai ragazzi della Scuola Alberghiera di Amatrice.

La preparazione degli Spaghetti all’Amatriciana.
Per quanto riguarda i vini invece i produttori erano moltissimi ed è quasi impossibile poterli assaggiare tutti. Comunque tra quelli assaggiati ve ne sono certo alcuni che meritano di essere citati in questo articolo. Passione, qualità e rispetto del territorio e delle tradizioni sono fattori molto importanti di cui ho tenuto conto durante questa selezione. E come le tappe di Italia, regione per regione vi descriverò i diversi produttori che mi hanno colpito in particolare evidenziando alcuni loro vini presentati all’evento.
Piemonte – La Cantina Ciabot Berton con i suoi ottimi Barolo DOCG
Come prima tappa di questo giro d’Italia partiamo dal Piemonte, e come non è possibile fermarsi presso le colline del Barolo?
La cantina Ciabot Berton prende il nome da un piccolo fabbricato (ciabot in piemontese) appartenuto ad un tale Berton. Oggi senza tetto ed in rovina, questo edificio fa da sfondo ai bellissimi vigneti di Nebbiolo che lo circondano. Da anni appartenente alla famiglia Oberto, la cantina CIabot Berton viene oggi diretta dai fratelli Marco (enologo) e Paola (agronomo) Oberto, che con la loro passione e competenza propongono oggi degli ottimi vini Barolo DOCG.

Marco Oberto nel suo stand Ciabot Berton
Ed è proprio un ottimo Barolo DOCG che citerò in questo articolo…
Barolo DOCG Roggeri 2012 Ciabot Berton
Questo vino si presenta di un bel colore rosso granato tenue nei bordi e cristallino nel centro, con riflessi leggermenti aranciati dovuti al lungo affinamento. La cura di questo vino e la sua qualità si evidenzia immediatamente al naso. Già avvicinando il calice ci si sente immersi da un bouquet di profumi ed aromi ampio ed avvolgente. Avvicinando ed allontanando il calice dal naso, si rimane in attesa ogni volta di percepire un nuova nota aromatica… frutta di bosco secca, fiori di rosa appassiti, rosa canina, foglie tabacco dolce, cacao, cannella, leggere mineralità terrose, note vegetali che ricordano le foglie gialle d’autunno. In bocca, con il suo equilibrio perfetto, si lascia gustare a piccoli sorsi in modo da percepire al meglio le lunghe e delicate note fruttate in persistenza. Davvero un signor vino degno di rappresentare la prima tappa del Giro d’Italia.
Lombardia – Gli spumanti di classe dei Conti Ducco
Dal Piemonte alla Lombardia… non poteva mancare come seconda tappa la zona del Franciacorta DOCG con i suoi meravigliosi spumanti.
Chi meglio poteva rappresentare il territorio di Franciacorta, se non i Conti Ducco che con la loro dimora storica, una villa quattrocentesca, rappresentano la classe e l’eleganza delle antiche famiglie di questa zona. Classe ed eleganza che ritroviamo nella qualità della serie di spumanti Franciacorta DOCG prodotti con le uve allevate nei vigneti circostanti l’antica dimora.
Tra i vari spumanti presentati che ho avuto modo di degustare ve ne è stato uno in particolare che mi ha colpito…
Franciacorta DOCG Vintage Rosé Millesimato 2011 Conti Ducco
Questo spumante mostra la sua eleganza già al primo sguardo al calice. Brillante, rosato, vivace e con le bollicine molto fini, si presenta già come un gioiello prezioso e delicato. Al naso presenta subito le note fruttate tipiche del pinot nero con cui è stato ottenuto in purezza questo spumante. La frutta rossa fresca e delicata, insieme a petali di rosa rossa sono le note dominanti di questo spumante a seguire poi i noti di lievito tipici di una lavorazione con metodo classico. In bocca la freschezza e l’effervescenza vengono equilibrate da una discreta struttura, il tutto a dare una gradevolezza ed un’eleganza necessarie per questo genere di spumanti. Ottimo anche in persistenza. Uno spumante di classe sicuramente da tenere in considerazione.
Friuli – Rossi e Bianchi di eccellenza con la cantina Castello Santanna
Strano salto, ma così sono le tappe d’Italia, si passa in Friuli Venezia Giulia. Regione da sempre famosa per i suoi vini bianchi di ottima qualità, ha in questo articolo ben due tappe. La prima tappa la facciamo nei Colli Orientali del Friuli DOC con la cantina Castello Santanna.
Sui Colli di Spessa, vicino a Cividale del Friuli, vi è il castello di Sant’Anna. Acquistato da Giuseppe, il nonno dell’attuale proprietario, è oggi il punto di riferimento della cantina Castello Santanna, che attraverso tre generazioni è sempre stata all’avanguardia nelle tecniche di allevamento della vite e di produzione di vino di alta qualità. Dalla scelta dei vitigni autoctoni più vocati al particolare territorio, alla cura nell’affinamento con ottime botti grandi di Slavonia, dalla passione e l’esperienza familiare, alla continua ricerca di nuove tecniche ad alta densità di allevamento, sono solo alcuni degli aspetti che rendono grandi i vini prodotti da questa cantina.

Cantina Castello Santanna
Devo dire che tutti i vini proposti da questa cantina meriterebbero uno spazio in questo articolo… dai vini bianchi come il Sauvignon, il Ribolla Gialla, il Friulano ed il Pinot grigio, ai vini rossi come il Refosco, lo Schioppettino ed il Pignolo (in particolare quest’ultimo è davvero eccezionale…. ma non ho scattato la foto ;( ).
Vi parlerò invece di un vino bianco particolare…
Colli Orientali del Friuli DOC Solterra – Castello Santanna
Questo vino ottenuto da uve Ribolla Gialla e Friulano si presenta di un bel colore giallo paglierino. Mostra immediatamente la sua vivacità dai riflessi cristallini e luminosi. Il vino si mostra con una buona struttura alcolica dagli evidenti archetti ai bordi del calice. Al naso le note floreali e fruttate bianche, fanno ricordare campi fioriti all’inizio della primavera. Le forti note minerali bianche fanno da sfondo arricchendo la struttura di questo vino. Note calde quasi a ricordare una brezza marina si ritrovano poi in bocca, con una morbidezza ed una sapidità che equilibrano una sempre presente freschezza. Un vino bianco per tutte le occasioni: da gustare sia da solo che in abbinamento a piatti tipici friulani.
Friuli – La Cantina Borgo San Daniele ed il Vermouth veneto
Sempre passando per il Friuli, lungo le tappe del Giro d’Italia ci si ferma volentieri alla cantina Borgo San Daniele. Situato a pochi chilometri da Gorizia e con il confine sloveno, si possono trovare
Vermouth Santòn Borgo San Daniele
Per chi è abituato ai classici vermouth piemontesi, fruttati, morbidi e dolci troverà nel Santòn una diversa interpretazione di questo particolare vino liquoroso. Qui i toni fruttati e dolci non sono presenti. Le note vegetali, floreali e speziate sono le protagoniste di questo vino che rimane gradevole, non risultando affatto amaro pur non essendo dolce. Inoltre il vino di base rimane ancora presente e percebile.
La ricetta di Santòn utilizza 30 specie diverse tra erbe officinali spontanee e spezie aromatiche. Alla base di tutti i vermouth c’è sempre l’artemisia, pianta amara (la pianta più amara presente in natura, seconda solo alla ruta) che cresce in tutte le campagne e nel Santòn ce ne sono ben tre. L’assenzio che rende unico Santòn è l’Artemisia caerulescens (assenzio marino), che cresce nella laguna di Grado (GO) e nel dialetto locale si chiama Santonego – o Santonico – da cui il vermouth prende il nome. Questa varietà di assenzio ha una forte sapidità che si sposa perfettamente con la salinità della malvasia istriana (meno aromatica rispetto al resto delle altre Malvasie), rendendo il gusto di Santòn diverso da tutti gli altri.

Vermouth Santòn Cantina Borgo San Daniele
Umbria – Le Cantine Zanchi con il suo Vignavecchia
Altra tappa del giro d’Italia la facciamo in Umbria, e più precisamente nelle parti di Amelia dove troviamo le Cantine Zanchi.
La cantina è situata in una zona collinare dominata dall’antica casa padronale della famiglia Zanchi. Una famiglia che da oltre 40 anni è dedita alla produzione di vini di qualità nel pieno rispetto della tradizione, che da sempre pone la cura per la natura ed il rispetto della propria terra. I vini proposti per l’evento sono i vitigni autoctoni del sud dell’Umbria, tra cui il Grechetto, il Trebbiano toscano, il Sangiovese ed il Ciliegiolo.
Ma tra tutti i vini degustati ve ne uno che voglio assolutamente riportare in questo articolo:
Vignavecchia – Cantine Zanchi
Questo vino bianco è ottenuto da uve Trebbiano toscano, utilizzando le migliori uve della vigna più vecchia dell’azienda. I grappoli vengono lasciati appassire leggermente sulla pianta prima di essere vendemmiate. La fermentazione (e non l’affinamento!!!) viene effettuato in botti di rovere. L’affinamento invece viene effettuato in cemento e poi in bottiglia. Tutte queste accortezze hanno fatto si che questo vino bianco abbia un’intensità di profumi ed una morbidezza in bocca che raramente (davvero) l’ho trovata in un Trebbiano. Un bell’applauso al produttore di questo vino che ha saputo creare aroma, equilibrio e sapori in una zona, Amelia DOC, poco nota a tutti noi ma che come ho visto può riservare grandi sorprese…

Cantina Zanchi – il Vignavecchia
Abruzzo – Il Montepulciano si è fatto re con le Coste di Brenta
Altra tappa del Giro d’Italia è l’Abruzzo che con il suo scuro e selvaggio Montepulciano ci chiude in bellezza questo articolo. Il Montepulciano di cui voglio parlare oggi è il Montepulciano della cantina Coste di Brenta.
Montepulciano d’Abruzzo DOC Riserva Regius Coste di Brenta
Questo vino si mostra già misterioso con il suo colore scuro, selvaggio di un profondo rosso rubino. Gli archetti sono evidentissimi e la consistenza risulta evidente alla rotazione al bicchiere. Un vino che si presenta già così altamente strutturato, complesso e di corpo. Al naso i profumi sono intensi ed avvolgenti. Gli aromi forti di frutta nera come mirtilli e ciliegie selvatiche, lasciano spazio a toni floreali scuri, vegetali, tostati e speziati. Il mirto, i chiodi di garofano, cannella, noce moscata, odori di sottobosco e altri note balsamiche e selvatiche arricchiscono un bouquet ampio e complesso che richiede più volte l’avvicinare il calice al naso per poterle scoprire gradualmente. In bocca poi si presenta con tutto il suo vigore: tannico, morbido, fresco, caldo, armonico e avvolgente, lascia la bocca, anche dopo un piccolo sorso, ricca e gradevole. Un signor vino…anzi il re Montepulciano.