Giro d’Italia 2019 di Rieti, vino dopo vino come le tappe d’Italia
Giunto alla sua settima edizione, il Giro d’Italia Rieti è diventato ormai un evento enogastronomico di successo. Appuntamento del 23 Novembre, è stata un’ottima occasione per degustare moltissime etichette d’Italia e allo stesso tempo assaggiare molte specialità gastronomiche del nostro bel paese. L’evento è stato organizzato dall’AIS Lazio di Rieti in collaborazione con il Ristorante La Foresta di Rieti che ha ospitato l’evento e la COPAGRI Lazio (Confederazione produttori Agricoli).

Il Ristorante La Foresta
Nella campagna circostante Rieti, in mezzo a verdi colline, si trova il Ristorante la Foresta. Non appena si parcheggia con la macchina, non si può far altro che ammirare gli splendidi vigneti che circondano il Ristorante.

Una volta entrati all’interno del Ristorante La Foresta, è stato possibile visitare diverse sale su più piani interamente dedicate all’evento. Provvisti di una mappa consegnata all’entrata tutti i partecipanti si sono potuti orientare alla ricerca delle cantine che più rappresentassero i loro gusti e curiosità.

Ma l’evento non era dedicato solo al mondo del vino…. altrettanti stand di prodotti gastronomici erano presenti all’evento. Tutti prodotti di alta qualità, provenienti da tutte le regioni d’Italia, e tutti disponibili all’assaggio dei visitatori. Formaggi, latticini, salumi, dolcetti, panettoni e cioccolatini, tutte ottime occasioni anche per provare i giusti abbinamenti con i molti vini in degustazione.

Ma oltre ai vari assaggi posti in offerta dai produttori, il Ristorante La Foresta ha fornito a tutti i visitatori la possibilità di gustare molti piatti che venivano preparati al momento dal personale del ristorante e dai ragazzi dell’Istituto Alberghiero di Amatrice. Pizza a tranci, panini con la porchetta, rigatoni alla amatriciana e pasta con ragù di cinghiale in bianco sono solo alcuni dei piatti che venivano serviti durante tutta la durata dell’evento.

Per quanto riguarda i vini invece i produttori erano moltissimi ed è quasi impossibile poterli assaggiare tutti. Comunque tra quelli assaggiati ve ne sono certo alcuni che meritano di essere citati in questo articolo. Passione, qualità e rispetto del territorio e delle tradizioni sono fattori molto importanti di cui ho tenuto conto durante questa selezione. E come le tappe di Italia, regione per regione vi descriverò i diversi produttori che mi hanno colpito in particolare evidenziando alcuni loro vini presentati all’evento.
Toscana – Casale Falchini
Tra le tappe italiane non poteva mancare la Toscana, e quest’anno sarà una cantina di San Gimignano: l’azienda vinicola Casale Falchini. L’azienda si estende per numerosi ettari di terreno a vigneto specializzato, circondati dal tipico piacevole paesaggio collinare toscano.

Sorta nel 1964 in un vecchio casale che fu un Convento di frati, l’azienda di Riccardo Falchini nel 1976 ebbe un forte rinnovamento con l’adozione di impianti moderni per la vinificazione a freddo e l’imbottigliamento specializzato, tanto da farne una delle cantine più innovative del territorio. Oggi, come allora, i vini del Casale Falchini ci portano nel calice una finestra sui sapori e tradizioni della campagna toscana.
Vigna a Solatio – Vernaccia di San Gimignano DOCG Riserva 2014 – Casale Falchini
Abituati un po’ tutti ai rossi toscani, rimarremo sopresi da questo vino Vernaccia di San Gimignano DOCG. Uno dei pochi classici della tradizione toscana per quanto riguarda di vini bianchi, questo vino di Casale Falchini si compone con una scelta accurata delle migliori uve provenienti da una singola vigna chiamata appunto Vigna a Solatio.
Le uve, una volta raccolte e selezionate, vengono poi pressate per ottenere il mosto. Dopo la fermentazione, il mosto viene lasciato affinare in carati di rovere da 225 litri per un periodo di circa 6 o 8 mesi. Dopo l’imbottigliamento poi il vino viene lasciato affinare in bottiglia per un ulteriore periodo di 4-6 mesi prima di lasciare la cantina.

Toscana – Capitoni Marco
La Toscana ha da sempre giocato un ruolo fondamentale nel mondo del vino, e quindi non poteva mancare una seconda tappa in questo Giro d’Italia. La tappa la facciamo questa volta a Pienza, nella Val d’Orcia, con la cantina Capitoni Marco.

Troccolone – Orcia Sangiovese DOC – Capitoni
Questo vino è una nuova interpretazione del sangiovese proposta dalla cantina Capitoni. Sfruttando le potenzialità dell’anfora, si è voluto con questo vino, valorizzare la ricchezza di profumi e la freschezza di beva riscontrate in una particolare porzione di vigneto. Dopo alcune prove fatte a partire dalla vendemmia 2012, e scegliendo la terracotta come materiale per l’affinamento, si è arrivati ha scegliere come contenitore 2 giare di terracotta da 5 hl ciascuna. Le giare sono state realizzate con terra dell’Impruneta (una particolare zona della Toscana), fabbricate a mano con una tecnica chiamata “a colombino” e lasciata al naturale senza l’uso di smalti.

Sicilia – Poggio di Bortolone
Altra grande tappa del nostro Giro d’Italia è la Sicilia con l’Azienda Agricola Poggio di Bortolone. Fondata dalla famiglia Cosenza alla fine del Settecento, l’azienda è passata di generazione in generazione fino ad arrivare a Pierluigi Cosenza, che con l’innovazione ha portato ulteriore valore ad una lunga tradizione di famiglia.

Infatti nel 1970, Ignazio Cosenza, padre di Pierluigi, diede vita ad una moderna azienda agricola, chiamata Poggio di Bortolone, poi nel 1982 fu imbottigliata la prima annata del Cerasuolo. Successivamente negli anni ’90, furono piantati nuovi vitigni come Syrah, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot, che portarono nuove produzioni da affiancare a quelle più tradizionali. Per finire nell’estate del 2005, tutto il territorio di cui fa parte l’azienda ha ottenuto la denominazione Cerasuolo di Vittoria DOCG.
Rosachiara – Sicilia DOC Rosato Nero d’Avola e Frappato – Poggio di Bortolone
Questo bel vino rosato brillante, viene ottenuto da uve Frappato e Nero d’Avola in un rapporto 50-50. I freschi sentori fruttati evidenti per la loro intensità si devono in parte al terreno sabbioso su cui crescono le viti, ed in parte alla particolare ed attenta lavorazione di questo vino. Il mosto ottenuto dalla spremitura delle uve, viene lasciato a contatto con le bucce per circa 10 ore mantenendo la temperatura al di sotto dei 15°, per estrarre profumi dalle bucce stesse ed ottenere la tipica colorazione rosata. Trascorse le 10 ore il mosto viene separato dalle bucce e inizia fermentazione alcolica a circa 18° C che si protrae per 15/20 giorni, segue quindi un periodo di affinamento di 4 mesi in botti di acciaio inox.

Abruzzo – Il Montepulciano si è fatto re con le Coste di Brenta
Altra tappa del Giro d’Italia è l’Abruzzo che con il suo scuro e selvaggio Montepulciano ci chiude in bellezza questo articolo. Il Montepulciano di cui voglio parlare oggi è il Montepulciano della cantina Coste di Brenta.

Montepulciano d’Abruzzo DOC Riserva Regius Coste di Brenta
Questo vino si mostra già misterioso con il suo colore scuro, selvaggio di un profondo rosso rubino. Gli archetti sono evidentissimi e la consistenza risulta evidente alla rotazione al bicchiere. Un vino che si presenta già così altamente strutturato, complesso e di corpo. Al naso i profumi sono intensi ed avvolgenti. Gli aromi forti di frutta nera come mirtilli e ciliegie selvatiche, lasciano spazio a toni floreali scuri, vegetali, tostati e speziati. Il mirto, i chiodi di garofano, cannella, noce moscata, odori di sottobosco e altri note balsamiche e selvatiche arricchiscono un bouquet ampio e complesso che richiede più volte l’avvicinare il calice al naso per poterle scoprire gradualmente. In bocca poi si presenta con tutto il suo vigore: tannico, morbido, fresco, caldo, armonico e avvolgente, lascia la bocca, anche dopo un piccolo sorso, ricca e gradevole. Un signor vino…anzi il re Montepulciano.
