I vini del Lazio
Il Lazio ha una superficie vitata di quasi 50000 ettari, quindi un’estensione senz’altro di tutto rispetto. Dopo l’avvento della fillossera, e quindi con l’ingresso nella viticoltura moderna, in questa regione ha purtroppo prevalso la tendenza alla produzione di grandi quantità di vino piuttosto che il puntare su vini di eccellenza, privilegiando vini di qualità. Come in molte altre regioni d’Italia, anche qui le cose stanno ora fortunatamente cambiando, grazie all’impegno di alcuni viticoltori che hanno scelto di puntare su vini di eccellenza sfruttando soprattutto il potenziale dei vitigni autoctoni.

Il territorio e le caratteristiche pedoclimatiche
Il Lazio è per il 50% collinare e la rimanente parte suddivisa a metà tra pianura e zone montuose. I suoli della regione sono caratterizzati da un’elevata variabilità, dovuti in gran parte alle diversi fattori pedogenetici che hanno determinato la formazione e l’evoluzione degli strati pedologici. Infatti, prima del Terziario il mare copriva gran parte del territorio, poi nel Quaternario si verificò un sollevamento tettonico di una certa entità. A seguire vi furono imponenti fenomeni vulcanici da parte di quattro sistemi eruttivi i cui prodotti si estesero su largo raggio creando coltri di terreni favorevoli alle colture. Nella parte più a sud invece sono presenti invece principalmente suoli calcari risalenti al Cretaceo e che formano tra l’altro i monti Ausoni ed i monti Aurunci.
Data la varietà delle conformazioni del territorio, la parte dedicata alla viticoltura si è diffusa abbastanza uniformemente su tutta l’area regionale, se si vanno ad escludere le parti montuose più interne. Quindi i terreni coltivati possono trovarsi in tutte le altitudini possibili alla vite compresi tra i 20 e i 1.000 m s.l.m. Il clima della regione si può suddividere in due regioni climatiche con condizioni meteorologiche sostanzialmente omogenee: la regione temperata e la regione mediterranea. La regione mediterranea è quella che si affaccia direttamente sulle coste del Mar Tirreno, comprendente anche la parte dei Colli Albani, mentre quella temperata ricopre la parte collinare più interna.
In entrambe le fasce le precipitazioni sono piuttosto abbondanti che raggiungono i 1500 mm per la fascia mediterranea per superarla nella fascia temperata. Le estate sono quasi mai siccitose, eccetto solo uno o due mesi nei periodi estivi e limitatamente alle zone più prossime alla costa. Nella fascia temperata, le temperature inferiori ai 10°C le abbiamo nel periodo invernale con minime che possono scendere anche sotto i 0°C. Mentre nella zona mediterranea, raramente abbiamo temperature prossime ai 0°C, con medie invernali che si aggirano sui 2.3 – 4 °C.
I vitigni autoctoni del Lazio
I vini bianchi sono ottenuti soprattutto con Malvasie e Trebbiano, tra cui ricordiamo i vitigni Malvasia Bianca Lunga, Malvasia bianca di Candia, Malvasia Puntinata o del Lazio ( con i cloni Bellone (Cacchione) e Bonvino Bianco), Trebbiano giallo e Trebbiano toscano o del Lazio.

Trebbiano o Malvasie sono anche alla base del vino Est! Est! Est! di Montefiascone DOC. Il Grechetto è un vitigno coltivato soprattutto nelle zone del viterbese ai confini con l’Umbria. Tra le uve rosse, oltre al Montepulciano, al Ciliegiolo, al Merlot, al Cabernet Sauvignon ed in alcuni casi anche alla Barbera, il vitigno autoctono più importante è senz’altro il Cesanese, che come già accennato è alla base di vini di assoluta eccellenza.
Le forme di allevamento
Nel Lazio le forme di allevamento più diffuse sono il Tendone, il Guyot ed il Cordone Speronato. Il tendone, o più spesso la variante a pergola, viene molto utilizzato nelle zone collinari e montane del Lazio, dove il terreno è scosceso e l’altitudine è elevata. Per quanto riguarda il Guyot nel Lazio, questo sistema viene preferito per quanto riguarda le varietà a bacca rossa, come il Sangiovese ed il Montepulciano. Per quanto riguarda invece le varietà a bacca bianca, come il Trebbiano e la Malvasia, il cordone speronato è il sistema preferito. Anche se minormente diffuso, è comunque importante citare anche il sistema ad Alberello utilizzato per la varietà Cesanese nella parte ad est della provincia di Roma e nella zona orientale della provincia di Frosinone
Le denominazioni DOCG e DOC del Lazio

Le zone collinari del Lazio danno origine anche a vini importanti come il Cesanese del Piglio DOCG, il Cannellino di Frascati DOCG ed il Frascati Superiore DOCG. Nella zone di Cerveteri DOC, nelle colline vicino al mare a nord di Roma, i bianchi sono soprattutto a base di Trebbiano e Malvasia, così come nella zona di Montefiascone. Verso Frosinone, nella zona di Affile e Olevano Romano, importanti vini rossi a base di Cesanese, con le due DOC che si affiancano alla già citata DOCG. Altre importanti zone vinicole sono quella di Frascati, dei Colli Albani, dei Castelli Romani, tutte lungo la linea collinare a sud di Roma.
DOP – DOC (vini a denominazione di origine controllata)
- Aleatico di Gradoli DOC
- Aprilia DOC
- Atina DOC
- Bianco Capena DOC
- Castelli Romani DOC
- Cerveteri DOC
- Cesanese di Affile DOC
- Cesanese di Olevano Romano DOC
- Circeo DOC
- Colli Albani DOC
- Colli della Sabina DOC
- Colli Etruschi Viterbesi DOC
- Colli Lanuvini DOC
- Cori DOC
- Est! Est! Est! di Montefiascone DOC
- Frascati DOC
- Genazzano DOC
- Marino DOC
- Montecompatri Colonna DOC
- Nettuno DOC
- Orvieto DOC
- Roma DOC
- Tarquinia DOC
- Terracina DOC
- Velletri DOC
- Vignanello DOC
- Zagarolo DOC
Le denominazioni IGT del Lazio
- Anagni IGT
- Civitella d’Agliano IGT
- Colli Cimini IGT
- Costa Etrusco-Romana IGT
- Frusinate IGT
- Lazio IGT