Guida ai vini del Piemonte

I vini del Piemonte

Il territorio e le caratteristiche pedoclimatiche

Il Piemonte è attraversato da numerosi fiumi che dalle Alpi scendono a valle, fino a confluire tutti nel Po. Quindi è una regione morfologicamente molto ricca con una distribuzione di 30% di collina, 26% in pianura e per il 44% montagna. Ed è in quella percentuale collinare che si ha la concentrazione (oltre il 90%) della produzione vinicola piemontese. Territori vocati, spesso con vigne secolari, vengono da generazioni curate da abili viticoltori, che tenendo forte la tradizione, fanno del Piemonte la regione di più alta qualità di vini (a pari merito forse con la Toscana) prendendosi, a giusto merito, il ruolo di principale rappresentante della enologia italiana.

Piemonte - Vinitaly 2018
Piemonte – Vinitaly 2018

Le principali zone vitivinicole del Piemonte

Il Piemonte può essere suddiviso in 8 zone vitivinicole principali.

La zona del nord (Novara e Vercelli)

In questa zona, in particolare tra le colline comprese tra Novara e Vercelli,  troviamo la Gattinara DOCG e la Ghemme DOCG e le denominazioni Lessona DOCBramaterra DOCBoca DOCSizzano DOC Fara DOC.  In questo territorio i vitigni principali sono i vitigni rossi come il Nebbiolo, chiamato in questa zona “Spanna“, la Croatina, la Barbera e il vitigno bianco Erbaluce.

La zona al confine con la Valle d’Aosta

In questa zona possiamo trovare le denominazioni Canavese DOC e Carema DOC, che vedono nei Nebbiolo ed Erbaluce i loro migliori rappresentanti.

Carema DOC vigneti

Dintorni di Torino

Torino, il capoluogo della regione, è una città pressoché industriale, ma nelle immediate vicinanze vi sono alcuni territori collinari in cui la tradizione agricola si è mantenuta forte. Abbiamo così alcune denominazioni come la Collina Torinese DOC (vitigni FreisaBarberaBonarda e Dolcetto) e la Erbaluce di Caluso DOCG.

Monferrato

Degna di grande nota per la qualità della produzione e dei vini che sono noti praticamente in tutto il mondo, il Monferrato è una regione tra le più vocate alla coltivazione della vite di tutto il territorio italiano. Questa zona collinare, compresa tra i centri di Asti, Casale Monferrato, Ovada e Gavi, gode di un clima davvero particolare, ottimo rispetto al resto della regione. Anche la natura del terreno e la particolare esposizione dei vigneti, fanno sì che da questo territorio si ottengano le massime espressioni enologiche della regione, tra cui le denominazioni Barbera del Monferrato Superiore DOCGBrachetto d’Acqui DOCGDogliani DOCGOvada DOCGGavi DOCG e Rochè di Castagnole Monferrato DOCG. I vitigni principali sono per i bianchi il Moscato Bianco, ed il Cortese, mentre per i rossi il Barberail Dolcetto, il Nebbiolo ed ilGrignolino ed alcune malvasie a bacca nera come quelle di Casorzo e di Schierano, in aggiunta agli altri vitigni già menzionati.

Cortese dell'Alto Monferrato DOC

Astigiano

Importante zona spumantistica, l’Astigiano ha puntato la maggior parte della sua produzione con il Moscato Bianco, principalmente espressa dall’Asti DOCG. La zona comprende anche la denominazione Loazzolo DOC famosa per il Moscato passito.

Tortorese

A differenza del resto della regione, in questo territorio si hanno in prevalenza vitigni a bacca bianca come il Cortese ed il bianco autoctono Timorasso.

Roero

A sinistra del fiume Tanaro si ha una zona caratterizzata principalmente da vitigni a bacca rossa, tra cui l’Arneis ed i più classici Nebbiolo Barbera. con la denominazione Roero DOCG.

Roero DOCG colline con vigneti

Le Langhe

A destra del fiume Tanaro si hanno le Langhe, altra grande zona (insieme al Monferrato) vocata alla produzione di qualità. Anche qui si ha la produzione di vini di fama internazionale come il Barolo DOCG ì, il Barbaresco DOCG ed il Dogliani DOCG. Il vitigno principale è il Nebbiolo, seguito anche da il Dolcetto, il Ruchè e la Barbera.

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I luoghi più significativi per il vino in Piemonte

La Langa del Barolo

L’area comprende i territori storicamente caratterizzati dalla coltivazione del vitigno Nebbiolo, da cui ha origine il Barolo DOCG, un vino di grande qualità e di prestigio internazionale. In questo territorio sono presenti numerosi luoghi del vino relativi all’intera filiera produttiva del Barolo, tra cui spiccano aziende vitivinicole di storica fondazione che hanno contribuito alla nascita e allo sviluppo di questo vino, tra cui quelle appartenute alla casa Reale dei Savoia.

Nell’area vengono prodotti anche altri vini DOC, come il Dolcetto d’Alba DOC e il Barbera d’Alba. Di rilievo storico sono i borghi medievali di Barolo, Castiglione Falletto e Serralunga d’Alba con i relativi imponenti castelli. Il castello di Barolo,  residenza storica dell’antica famiglia dei Falletti, marchesi di Barolo, ospita anche l’Enoteca regionale del Barolo ed il Wine Museum.

Barolo DOCG

Il Castello di Grinzane Cavour

Sorto come struttura difensiva, circa nel XI secolo, questo castello è stato trasformato in residenza signorile nel XVI secolo. Nel XIX secolo fu dimora di Camillo Benso Conte di Cavour, che qui curò le prime sperimentazioni per il miglioramento delle tecniche di produzione dei vini rossi piemontesi.

Attualmente, il castello e la sua collina rappresentano un polo d’eccezione per la conoscenza e la valorizzazione della cultura vitivinicola dell’intero comprensorio di Langhe, Roero e Monferrato. Il castello ospita infatti la prima Enoteca Regionale del Piemonte ed il Museo delle Langhe, uno dei più completi musei etnografici di tradizione vitivinicola della regione. Ai piedi del castello è realizzato il vigneto di conservazionie del germoplasma: una collezione tra le più importanti d’Europa con oltre 600 vitigni.

Le colline del Barbaresco

L’area comprende vigneti prevalentemente coltivati a Nebbiolo, da cui si produce il Barbaresco, che rientra a pieno titolo nell’olimpo dei grandi vini italiani riconosciuti a livello internazionale. La zona include i borghi di Barbaresco e Neive, paesi in cui si sono svolte le principali vicende storiche che hanno portato alla nascita del vino omonimo.

Nell’area sono presenti importanti aziende legate alle prime sperimentazioni dedicate alla vinificazione del vino Barbaresco, oltre a numerosi altri luoghi del vino e strutture come l’Enoteca Regionale del Barbaresco, in grado di rappresentare l’attuale filiera produttiva. Una particolarità dell’area è l’imponente torre medievale di Barbaresco, a strapiombo sul Tanaro, uno dei più rilevanti riferimenti visivi del comprensorio di Langhe, Roero e Monferrato.

Nizza Monferrato ed il Barbera

L’area, oltre a Nizza Monferrato, comprende territori dei comuni Agliano Terme, Castelnuovo Calcea, Mombercelli, Montegrosso d’Asti, Vaglio Serra, Vinchio. E’ stata selezionata come prima area di diffusione e coltivazione del vitigno Barbera, all’interno del territorio della Barbera d’Asti DOCG, e nello specifico all’interno della nuova Nizza DOCG. Il Barbera d’Asti è il vino rosso piemontese più venduto all’estero.

Numerosi sono i luoghi del vino che rappresentano la filiera produttiva del Barbera, tradizionalmente legata al sistema della cooperazione e ad alcune importanti aziende che hanno contribuito al perfezionamento delle tecniche di vinificazione di questo prodotto. L’area racchiude anche importanti testimonianze della storia e della cultura del vino. La città di Nizza Monferrato, “capitale” simbolica del Barbera, dove ha sede anche l’Enoteca Regionale,  è inoltre un eccezionale esempio di villanova medievale dalla consolidata tradizione commerciale.

Canelli e l’Asti Spumante

Selezionata all’interno del territorio della Asti DOCG, e nello specifico all’interno della sottozona Canelli, è un’area prevalentemente coltivata a Moscato Bianco. Da questo vitigno si produce il vino spumante aromatico Asti, il vino bianco italiano più venduto all’estero, vinificato grazie ad una tecnica inventata e perfezionata dall’enologo piemontese Federico Martinotti alla fine del XIX secolo.

Nella componente è inclusa una parte significativa del centro urbano di Canelli, città commerciale ed industriale di primo piano del comprensorio di Langhe, Roero e Monferrato, in cui, dalla seconda metà del 1800, nacque e si sviluppò l’industria spumantiera piemontese (ed italiana). Le storiche aziende spumantiere sono caratterizzate da imponenti spazi di lavorazione e conservazione, con volte di spettacolare ampiezza, denominate “Cattedrali Sotterranee”: una delle più significative testimonianze architettoniche del sito.

Oltre a Canelli, dove ha sede l’Enoteca Regionale, l’area comprende i territorio del comune di Santo Stefano Belbo e del comune di Calosso con il suo borgo medievale che si contraddistingue per la concentrazione di “Crutin”, una particolare tipologia di architettura vernacolare utilizzata per la conservazione domestica delle bottiglie.

Il Monferrato degli Infernot.

L’area è caratterizzata dalla diffusa presenza di singolari manufatti architettonici:  gli Infernot. Queste sono delle piccole cavità poste nel sottosuolo delle abitazioni civili, scavati in una peculiare formazione geologica presente solo nel Basso Monferrato, la cosiddetta Pietra da Cantoni.

Gli infernot sono utilizzati per la conservazione domestica delle bottiglie e rappresentano vere e proprie opere d’arte legate al “saper fare” popolare. L’area comprende le principali cave da cui si estraeva il materiale lapideo che caratterizza anche l’architettura dei borghi. In stretta connessione sono i territori vitati, storicamente legati alla coltivazione del vitigno Barbera, qui vinificato principalmente come Barbera del Monferrato DOCG, e del vitigno Grignolino.

Il territorio interessato è quello dei comuni di Camagna Monferrato, Cella Monte, Frassinello Monferrato, Olivola, Ottiglio, Ozzano Monferrato, Rosignano Monferrato, Sala Monferrato, Vignale Monferrato, tutti in provincia di Alessandria. L’interesse dell’area è anche testimoniato dalla presenza, oltre che di borghi e castelli, del Sacro Monte di Crea facente parte del sito seriale UNESCO “I Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia”.

I vitigni autoctoni del Piemonte

 I vini del Piemonte sono principalmente ottenuti da vitigni a bacca rossa, molti dei quali autoctoni, tra cui il famosissimo Nebbiolo, che qui regna sovrano. Esistono anche alcune rimarchevoli eccezioni degne di nota per quanto riguarda vitigni a bacca bianca.

Nebbiolo

Le forme di allevamento

In Piemonte tra le forme di allevamento della vite più diffuse vi è principalmente il Guyot, che prevede la presenza di un tralcio principale, detto “asta”, che viene lasciato lungo circa un metro e mezzo o due metri. A partire da questo tralcio principale, si sviluppa poi 1 o 2 tralci laterali, detti “bracci”, sui quali vengono poi prodotti i grappoli d’uva. Questo sistema di allevamento è utilizzato soprattutto per la coltivazione di varietà a bacca nera, come il Nebbiolo. A seguire vi è il Cordone speronato. Questa tecnica prevede la presenza di un tronco principale, detto “cordone”, dal quale si sviluppano i tralci laterali. In questo sistema di allevamento, i tralci vengono tagliati ogni anno ad un numero di gemme prestabilito, detto “sporone”, per limitare la produzione e aumentare la qualità dell’uva. Questo sistema di allevamento è utilizzato soprattutto per la coltivazione di varietà a bacca nera, come il Barbera.

Guyot

Altra forma di allevamento tipica della regione è la Pergola piemontese che prevede l’utilizzo di un traliccio sopra la vite, con i tralci che si sviluppano orizzontalmente su di esso. Questo sistema di allevamento è molto diffuso in Piemonte per la coltivazione di varietà di uva a bacca bianca, come l’Arneis. Un’altra forma di allevamento più tradizionale è l’Alberello. Questa prevede la coltivazione delle piante senza supporti di sostegno, tagliando ogni anno i tralci e mantenendo solo quelli più robusti. Questa forma di allevamento è utilizzata soprattutto nelle zone collinari del Piemonte, come le Langhe, per la coltivazione di varietà a bacca nera, come il Dolcetto.

Le denominazioni DOCG e DOC del Piemonte

DOP – DOCG (vini a denominazione di origine controllata e garantita)

DOP – DOC (vini a denominazione di origine controllata)