Vini della Basilicata
Regione di limitata produzione vinicola in termini quantitativi, la Basilicata propone però spunti interessanti sia dal punto di vista dei vitigni locali che della qualità dei vini prodotti.
Il territorio e le caratteristiche pedoclimatiche
La regione è per buona parte montuosa, anche se ha due sbocchi sul mare, sul Tirreno con il Golfo di Policastro e sullo Ionio, dove si affaccia al Golfo di Taranto. L’appennino Lucano caratterizza gran parte della regione, con i principali rilievi del Monte Pollino (2248m) a sud, al confine con la Calabria, ed il Monte Vulture (1326m) a nord. Questi rilievi degradano in colline che sono particolarmente vocate alla coltivazione della vite, soprattutto ai piedi del Vulture.

Anche in Val d’Agri le particolari condizioni pedoclimatiche e la altitudine particolarmente elevata di coltivazione (superiore anche ai 500m) creano delle condizioni di escursione termica giorno-notte ed estate-inverno che permettono di ottenere dei vini dai risultati sorprendenti. Il clima è influenzato dall’orografia del territorio, essendo più freddo e piovoso nelle parti montane, con caratteristiche continentali, e più mite verso il mare.
I vitigni autoctoni della Basilicata
L’Aglianico è il vitigno più coltivato, che caratterizza anche l’unica DOCG della regione, l’Aglianico del Vulture Superiore DOCG. Altri vitigni a bacca rossa presenti in regione sono l’Aleatico, il Bombino nero e gli internazionali come il Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot. I bianchi, anche se meno diffusi, comprendono la Malvasia Bianca, la Verdeca, il Bombino Bianco e lo Chardonnay.
Forme di allevamento
In Basilicata, tra le forme di allevamento della vite più diffuse vi è ancora il tradizionale Alberello lucano. La vite viene allevata ad alberello, senza supporti di sostegno. La vite viene potata ad alberello con un solo tralcio principale, che viene poi curvato a forma di cesto. Questa forma di allevamento permette di ottenere una produzione limitata ma di alta qualità, in particolare per le varietà a bacca rossa, come il Primitivo e l’Aglianico del Vulture. Un altro sistema molto utilizzato è la Pergola pugliese, che prevede l’utilizzo di un traliccio sopra la vite, con i tralci che si sviluppano orizzontalmente su di esso. Questo sistema di allevamento è molto diffuso anche in Basilicata per la coltivazione di varietà di uva a bacca bianca, come il Moscato.

Tra le forme di allevamento più moderne che vanno a sostituire quelle tradizionali vi è il Guyot in cui si ha la presenza di un tralcio principale, detto “asta”, che viene lasciato lungo circa un metro e mezzo o due metri. A partire da questo tralcio principale, si sviluppa poi 1 o 2 tralci laterali, detti “bracci”, sui quali vengono poi prodotti i grappoli d’uva. Questo sistema di allevamento è utilizzato soprattutto nella zona del Vulture per la coltivazione di varietà a bacca nera, come l’Aglianico del Vulture. Altro sistema di allevamento moderno è il cordone speronato con la presenza di un tronco principale, detto “cordone”, dal quale si sviluppano i tralci laterali. In questo sistema di allevamento, i tralci vengono tagliati ogni anno ad un numero di gemme prestabilito, detto “sporone”, per limitare la produzione e aumentare la qualità dell’uva. Questo sistema di allevamento è utilizzato soprattutto per la coltivazione di varietà a bacca nera, come l’Aglianico del Vulture.
Le denominazioni DOC e DOCG della Basilicata
In Basilicata vi è una sola DOCG (denominazione di origine controllata e garantita)
e diverse DOC sparse per tutto il territorio regionale
Le denominazioni IGT della Basilicata
- Basilicata IGT