I vini della Valle d’Aosta
Pur non vantando una grande produzione (solo 500 ettari a viticoltura con una produzione annua di 20000 hl), la Valle d’Aosta produce molti vini di qualità, alcuni dei quali molto interessanti per le loro caratteristiche peculiari. Inoltre, da un punto di vista culturale, nel suo modo di lavorare ed intendere il vino, la Valle d’Aosta trova più elementi in comune con la Svizzera francese e con la Savoia in Francia. Infatti, molti dei vitigni, come i luoghi ed i nomi dei vini riportano molto spesso i loro nomi in francese.
Il territorio e le caratteristiche pedoclimatiche
La Valle d’Aosta è una piccola regione (circa 3000 Kmq), interamente montuosa. Piccolissima la superficie vitata (circa 500 ettari) di cui il 70% in montagna e restante collina. Dei 500 ettari destinati alla coltivazione della vite, ben 300 sono destinati alla produzione di vini a denominazione di origine controllata, con un totale di poco meno di 2 milioni di bottiglie certificate.
La viticoltura della Valle d’Aosta è quindi una viticoltura di montagna che si estende in una stretta lingua di territorio corrispondente al corso della Dora Baltea lungo la direttrice ovest-est. Se si vuole comprendere al meglio il territorio valdostano per la viticoltura è importante conoscere la sua suddivisione in due versanti orografici che caratterizzano la produzione del vino. Abbiamo quindi l’Adret (il dritto), che si trova sulla sponda sinistra del fiume. E’ la parte più esposta al sole, quindi più coltivata e di maggiore estensione. Nella parte opposta del fiume, abbiamo l’Envers (l’inverso), di più difficile coltivazione e che richiede più particolari attenzioni, ma che comunque è in grado di offrire prodotti interessanti.

I vigneti della Valle d’Aosta sono particolari rispetto a quelli presenti nel resto d’Italia. I vigneti non sono estesi, bensì li ritroviamo spezzettati in una miriade di particelle ed appezzamenti, talvolta strappati alla roccia, e punteggiati in ogni dove da castelli medievali e torri. Abbiamo quindi vigneti distribuiti in un complesso, spesso spettacolare, di terreni impervi sorretti da terrazze, ciglioni e muretti a secco. In media una particella misura sui 400 m² ed un viticoltore di una cantina cooperativa coltiva in media circa 4000 m².
Il clima tra Alta, Media e Bassa Valle.
La Valle d’Aosta è situata nel cuore delle Alpi, ma gode di un clima eccezionale rispetto a quello che ci si aspetterebbe. Infatti la regione risulta protetta a nord e ad est dalle alte montagne che fanno da barriera ai venti freddi provenienti dall’Europa settentrionale e alle perturbazioni piovose, incrementando così i giorni di esposizione al sole da parte dei vigneti.

Un ulteriore elemento che caratterizza il clima valdostano è la presenza quotidiana delle brezze termiche, soprattutto durante il periodo di primavera ed estate. Tanto la bassa umidità relativa che le scarse precipitazioni durante lo sviluppo vegeto-produttivo della vite ostacolano lo sviluppo di malattie fungine permettendo di limitare i trattamenti antiparassitari.
La Dora Baltea, il fiume che segna con il suo percorso tutta la regione valdostana, è un elemento naturale che può essere utilizzato per caratterizzare questo territorio in tre diverse aree: l’alta, la media e la bassa valle. Tale suddivisione si riferisce soprattutto a tre diverse fasce altimetriche medie di 400 m per la bassa valle, di 600 m per la media valle e di 1000m per l’alta valle. Le tre zone si differenziano anche per la piovosità che è molto contenuto in media valle (400-500mm annui) mentre è molto più abbondante in alta e bassa valle (1000-1200 mm annui). Infine l’alta valle si differenzia dalle altre per le temperature medie molto più basse, dovute non solo all’altitudine ma anche alla vicina presenza del massiccio del Monte Bianco.

Un’altra suddivisione, prendendo sempre come riferimento il fiume Dora Baltea, sono la sinistra orografica chiamata Adret, e la destra orografica chiamata Envers. La zona Adret è quella in cui si concentra la maggior parte della superficie vitata valdostana. Infatti l’ottima esposizione dei vigneti permette di raggiungere maturazioni ottimali anche per i vitigni più tardivi.
Suolo
I terreni vitati, in prevalenza di origine morenica, sono solitamente profondi (1 – 1.5 m) o moderatamente profondi (0.5-1m). Spesso i suoli presentano chiari segni dell’azione antropica (scasso, spietramenti, cigliolature). La dotazione di sostanza organica e di elementi nutritivi è generalmente pià che sufficiente, anche grazie alle concimazioni organiche, effettuate allo scasso, che favoriscono un equilibrato sviluppo vegeto-produttivo. Sotto il profilo della tessitura, i suoli della regione sono piuttosto uniformi e si caratterizzano per un abbondante scheletro, la prevalenza di sabbia (oltre 50%) e la ridotta dotazione di argilla.
Nella gran parte dei casi i suoli appartengono alla classe sabbioso-franco (materiali di contatto, suoli rielaborati dalle acque di versante, materiali alluvionali dei conoidi) o franco-sabbioso (depositi glaciali). In qualche raro caso, si possono trovare suoli sabbiosi nel fondovalle. L’elevato contenuto di limo consente una discreta capacità di ritenzione idrica, generalmente sufficiente per le esigenze della vite.

Le forme di allevamento
I climi freddi e poco soleggiati fanno prediligere la pergola come forma di allevamento più idonea.
Produzione di vino della Valle d’Aosta
Negli ultimi 30 anni, il mercato italiano ha conosciuto una notevole crescita qualitativa del livello di produzione dei vini valdostani. A testimonianza di ciò sono stati assegnati moltissimi riconoscimenti sia a livello nazionale che internazionale, sia da concorsi enologici che da guide e riviste professionali del settore.

Della produzione totale della regione, ben il 70% di essa viene consumata localmente, fattore coadiuvato anche dalla forte presenza turistica che vanta di circa 3 milioni di visitatori all’anno. Una quota intorno ai 20-15% della produzione è destinata al mercato italiano, mentre la parte restante viene esportata all’estero.

I vitigni autoctoni della Valle d’Aosta
La Valle d’Aosta è una piccolissima regione, comunque, nonostante questo, la produzione vitivinicola Valdostana presenta una varietà e complessità notevole. Infatti possiede moltissimi vitigni autoctoni, con varietà che presentano una vitalità elevata anche a quote dove altre specie non sopravviverebbero o non sarebbero produttive.

Tra i vitigni a bacca rossa troviamo:
- Petit rouge,
- Prëmetta
- Fumin,
tra quelli a bacca bianca
- Priè Blanc.
Ma questo elenco non è esaustivo. Infatti si possono citare anche vitigni come il Mayolet, il Roussin, il Vuillermin, Neyret, ed altri ancora.
Infine nelle zone più basse, cioè quelle più prossime al confine con il Piemonte, si riscontrano invece produzioni e vitigni molto più simili alla tradizione piemontese, ed i vitigni autoctoni valdostani lasciano il posto a:
- Nebbiolo,
- Freisa
- Muscat (Moscato Bianco)

Le denominazioni DOC della Valle d’Aosta
L’unica DOC della regione è la Valle d’Aosta DOC o la Vallée d’Aoste DOC, ma all’interno di essa si possono contraddistinguere ben 7 sottozone, ognuna di esse caratterizzata da diversi fattori pedoclimatici:
- Arnad-Montjovet
- Blanc de Morgex et de La Salle,
- Chambave,
- Sonnas,
- Enfer d’Avrier,
- Nus,
- Torrette

La produzione di questi vini è limitata e quindi è difficile poterli trovare spesso fuori dalla regione di produzione. La maggior parte delle bottiglie prodotte infatti è destinata ad un uso locale, sia in ambito privato che presso ristoranti, enoteche o altre strutture ricettive.
DOC (vini a Denominazione di Origine Controllata)