Allevare la vite a Cordone Speronato
Il Cordone Speronato
Il fusto della vite viene fatto crescere fino a raggiungere i 90-100 cm di altezza, poi viene piegato a formare il cosiddetto “cordone” che si svilupperà orizzontalmente. Sul cordone vengono lasciati gli speroni corti ciascuno con 2 o 3 gemme. Ecco da qui il termine “cordone speronato“.
Il cordone speronato è attualmente il sistema di allevamento più diffuso ed utilizzato nel centro Italia. Questa forma di allevamento infatti ben si adatta a due dei vitigni a bacca nera che maggiormente caratterizzano questo territorio: il Sangiovese ed il Montepulciano.
Esistono diverse tipologie di cordone speronato, tra cui le più diffuse sono il cordone unilaterale e il cordone doppio opposto.

L’impianto a Cordone Speronato
Nella realizzazione di un impianto a cordone speronato sarà necessario tenere conto di alcune caratteristiche fondamentali:
- densità di impianto
- altezza del cordone
La densità di impianto è il numero di viti in un determinata area di terreno, spesso misurata in ceppi per ettaro. Questo numero è definito dalla distanza scelta tra le viti lungo lo stesso filare e la distanza tra i filari.
La distanza tra i diversi cordoni lungo lo stesso filare influenzerà la qualità dell’uva, mentre la distanza tra i filari, influenzerà la produzione. Infatti le viti sullo stesso filare, se vicine, avranno una zona di sovrapposizione tra le radici e quindi, entrando in competizione, saranno costrette a sviluppare un apparato radicale maggiore scendendo in profondità. Per quanto riguarda invece la distanza tra i filari, queste non potranno essere né troppo vicine, evitando così la formazione di zone d’ombra, né troppo lontane per evitare uno spreco di spazio produttivo.

Nel sistema a cordone speronato le viti vengono poste lungo i filari a distanze comprese tra 70 e 150 cm. Mentre la distanza tra i filari dovrebbe essere compresa tra 2.0 e 2.5 m, distanza che andrà valutata a seconda dell’orientamento del filare e dell’esposizione solare giornaliera. Nel regioni del Nord e Centro Italia è consigliabile un orientamento Est-Ovest dei filari.
Anche l‘altezza del cordone è un altro fondamentale fattore nella produzione di uve di qualità. I cordoni realizzati per ogni filare non dovrebbero mai superare il metro di altezza. Si potrebbe affermare che 70 cm di altezza sia quella ideale.

Il sistema a cordone speronato si caratterizza per un’abbondante rimozione annua di materiale ligneo, con un notevole rinnovamento del materiale vivente della vite. Questo porta ad un miglioramento della qualità delle uve, anche se si ha una conseguente riduzione il numero dei grappoli ridotti.
I tagli del Cordone Speronato
La potatura si effettua durante i mesi invernali, cioè quel periodo che va da Gennaio a Marzo.
Un impianto a cordone speronato permette di gestire la resa annua, cioè la quantità di uva prodotta (da 80 a 200 q/ha), diversificandola di anno in anno, a seconda del numero di speroni selezionati per il tralcio dell’anno in corso

Ecco le fasi più importanti:
- Nei primi anni di vita della pianta occorre individuare il tralcio più forte e vigoroso e fissarlo sul filo portante dell’impianto del vigneto
- Dal tralcio principale poi, durante lo sviluppo della pianta, ogni singolo anno si lasceranno dei piccoli speroni con due gemme ciascuno, dalle quali nasceranno nuovi tralci fruttiferi.
- L’anno successivo questi verranno eliminati, lasciando nuovamente dei piccoli speroni con due gemme generatrici di tralci fruttiferi
- Questo ciclo sarà ripetuto per tutta la vita della pianta
Vantaggi e svantaggi del Cordone Speronato
La coltivazione a cordone speronato permette di ottenere numerosi vantaggi ma possiede anhe qualche svantaggio.
I vantaggi
Data la natura assai compatta delle viti nel sistema a cordone speronato che non permette lo sviluppo della pianta fuori da una ristretta area, l’impianto che si basa su questo sistema di allevamento si presta alla meccanizzazione. In particolare alla pre-potatura meccanica che permette l’eliminazione grossolana dei tralci inutili facilitando così l’intervento successivo dell’operaio potatore.
Non è necessario legare i filari ogni anno come invece succede in altri sistemi di allevamento come il Guyot ed il Sylvoz. Infatti, grazie alle caratteristiche di compattezza, il cordone speronato, permette di evitare la legatura dei cordoni alla vite.

L’impianto basato sul sistema a cordone speronato permette una coltivazione più fitta e quindi, di conseguenza, la possibilità di elevare notevolmente il livello della produzione, abbassando anche le rese per vite, ma incrementandone il numero per ettaro.
Il cordone speronato, grazie alla rimozione di gran parte della sua massa lignea durante la potatura, riduce la necessità di diradamenti durante lo sviluppo della vite (vendemmie verdi).
Gli svantaggi
Il cordone speronato non si adatta per varietà di vitigno a bassa produttività, divenendo controproducente per la produzione. Inoltre, come già menzionato sopra, si può usare solo con varietà che abbiano una buona fertilità basale.
Il cordone speronato non è adatto per climi freddi e/o umidi. Le varietà di vitigni più sensibili a malattie e a marciume non sono adatte a questo sistema di allevamento, come per esempio, quelle varietà a grappolo compatto che sono facilmente suscettibili di essere colpite da malattie della vite come la Botrite o il marciume acido
Quando usare il cordone speronato e quali vitigni utilizzare?
La scelta di un sistema di allevamento piuttosto che un altro non si basa mai sul gusto perdonale del viticoltore, ma da una serie di fattori che tengono conto sia le particolari condizioni climatiche in cui si andrà a trovare il vigneto, i fattori geografici e soprattutto la varietà di vitigno che andrà a coltivare.

Infatti la scelta del vitigno è fondamentale per stabilire quale sia il sistema di allevamento più idoneo (a parità di condizioni climatiche). Ciascun sistema di allevamento si differenzia principalmente per le metodologie di potatura da applicare alla vite. Come sappiamo, la potatura della vite, così come la maggior parte delle piante da frutto, ha l’obiettivo di migliorarne la produzione sia dal punto di vista qualitativo che da quello quantitativo, assicurando, nello stesso tempo, alla pianta il corretto equilibrio vegetativo. Ma a seconda della varietà di vitigno avremo un diverso comportamento nello sviluppo della pianta, con una diversa locazione per quanto riguarda:
- i capi a legno, cioè quelli che indicano tralci che non producono frutti
- i capi a frutto, cioè quelli che producono i grappoli d’uva.
Quindi a seconda di come un particolare vitigno svilupperà i capi a legno, o i capi a frutto, nello sviluppo della vite, sarà più efficiente applicare un particolare sistema di allevamento che favorirà lo sviluppo dei capi a frutto in maniera controllata, in modo da stabilirne esattamente la posizione sull’impianto e favorendone lo sviluppo dei grappoli tenendo conto delle particolari condizioni climatiche del territorio.
Il cordone speronato viene applicato in modo specifico per quei vitigni che presentano una spiccata fertilità basale. Questo particolare sistema di allevamento viene definito come un sistema “a potatura corta“, dato che consiste nel lasciare sul cordone degli speroni (brevi porzioni di tralcio) con 2 o 3 gemme. Se queste gemme basali non saranno fruttifere, l’applicazione di una potatura a cordone speronato, porterà alla bassa o persino nulla produzione di uva da parte della vite.

Dato che il Montepulciano ed il Sangiovese sono due vitigni a buona fertilità basale, ed essendo i due vitigni più diffusi in Centro Italia, ecco spiegato perchè di tale diffusione del cordone speronato. Ma non solo, anche molti altri vitigni come l’Aglianico, lo Chardonnay, i Pinot, i Riesling, il Moscato bianco, il Cabernet Sauvignon, il Merlot, il Barbera, il Negroamaro, ed il Primitivo hanno comportamento simile e quindi ben si adattano a questo sistema di allevamento.
Invece vitigni come Cabernet Franc, il Barbera, il Cannonau, la Corvina, la Garganega, il Prosecco, i Lambruschi, la Rondinella, il Verdicchio, i Trebbiani ed il Sauvignon, non possono essere utilizzati con questo sistema di allevamento, perchè hanno invece una bassa fertilità basale, e quindi non produrrebbero grappoli se potati in questo modo. In questi casi, invece si potrà utilizzare un sistema di allevamento a Guyot, che è invece un sistema “a potatura lunga“.
* Ringraziamenti: ringraziamo Massimo Bozzalla C. ( docente di Viticoltura in Istituto Tecnico Agrario) per alcune informazioni correttive che ci permettono di fornirvi materiale sempre più valido ed informativo.